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Sirgaus – Mattia Gosetti

Abbiamo avuto occasione di scambiare due chiacchiere con Mattia Gosetti, bassista dei Sirgaus. Di seguito la nostra intervista:

Ciao ragazzi, benvenuti su Heavyworlds.com, è un piacere avervi qui, come state?

Ciao, anche per noi è un piacere essere qui con voi, stiamo molto bene grazie e siamo decisamente lusingati che abbiate voluto darci questo spazio!

– Essendo la prima volta che vi intervisto, partiamo dagli esordi. Riassumetevi un po’, chi siete, come vi siete conosciuti e perchè vi chiamate Sirgaus?

L’anagramma Sirgaus deriva dal mio soprannome Gaudenzio, è l’unione di “Sir” + “Gau” e la “s” finale che al tempo aggiunsi per dargli un suono a me più gradevole.. Originalmente i Sirgaus erano il mio progetto da solista, nel quale ho coinvolto fin da subito mia moglie Sonja. Quando si presentò la possibilità di suonare dal vivo e firmare un contratto per la realizzazione di un disco, ci siamo allargati aggiungendo nuovi membri alla formazione e diventando di conseguenza una band a tutti gli effetti. Oggi, nonostante il nome sia rimasto invariato, considero i Sirgaus come un organico omogeneo, all’interno del quale ogni elemento ha il suo ruolo ben definito.

– Il vostro ultimo lavoro è “Sofia’s Forgotten Violin”, di cosa tratta il disco?

Il disco è un concept album che racconta una vicenda di mia ideazione: la protagonista Anna è una giovane orfana che vive le sue giornate rinchiusa in una rigida struttura a sua volta nascosta fra le ombre di una città coperta da immensi rampicanti. La sua avventura inizia quando un misterioso violinista viene a suonare sotto la sua finestra, consigliandole di cercare nella soffitta il diario della madre Sofia. Sfogliando queste pagine, la ragazza svelerà un capitolo fondamentale del suo passato e soprirà l’esistenza di un sottile legame tra lei e il mondo circostante.

– Come funziona il processo creativo di un lavoro targato Sirgaus?

Tutto sta nello stimolare la mia immaginazione: generalmente parto dalla storia che voglio raccontare, questa a sua volta mi viene ispirata da episodi che hanno coinvolto me o miei amici, dai luoghi in cui vivo e dalle leggende popolari; cerco sempre di fare in modo che gli argomenti siano comuni ed attuali, riconducibili alla vita di tutti i giorni, ma allo stesso tempo ci tengo ad inserire elementi fantasy. Una volta che la trama è sviluppata, la composizione che ne consegue nasce con naturalezza, prima il tema del disco e di conseguenza i brani che suddividono il racconto in vari capitoli.

– Quali sono state le tracce più difficili e quali le più facili da scrivere?

I brani più semplici sono probabilmente quelli più diretti, di solito descrivono delle scene piuttosto statiche oppure delle ambientazioni e di conseguenza mantengono la stessa atmosfera per tutta la loro durata.
Ci sono invece brani che rappresentano scene molto più dinamiche, si può passare da momenti soavi a situazioni più incalzanti e tutto questo deve rappresentare degnamente la vicenda. Ovviamente richiedono molto più lavoro ed una cura maggiore degli arrangiamenti.

– Qual’è la vostra traccia preferita?

Ci piacciono molto “Evening Lessons” e “Cellar”; questi sono due ottimi esempi di scene statiche, i brani mantengono la loro atmosfera per tutta la durata e rievocano perfettamente la visione che avevo nella mia testa quando immaginavo quelle scene.
Un altro brano che ci piace è “Real Angel”, un brano decisamente più dinamico che a sua volta descrive uno dei momenti più turbolenti della storia.

– Quali sono stati i vostri studi, come vi siete approcciati al mondo della musica?

Siamo tutti musicisti autodidatti, la mia personale esperienza mi ha visto iniziare la carriera di bassista principalmente per poter stare in compagnia degli amici. Il passo decisivo avvenne quando ascoltai i primi gruppi sinfonici ed i primi concept album: l’idea di un disco che potesse raccontare una storia e farne da colonna sonora mi affascinò moltissimo e mi spinse a scrivere le prime melodie. Da allora ho creato storie e musiche spesso collaborando con alcune compagnie teatrali, fino a quando non ho deciso di costruire un mio progetto personale, un piccolo spazio nel quale potessi dare sfogo a tutta la mia passione. Cosi sono nati i Sirgaus!

– Quali sono le vostre influenze musicali?

Le mie influenze sono davvero moltissime, numerose band metal di vario genere, dal hard rock al grunge, al power metal sinfonico e molte colonne sonore cinematografiche. Nonostante ciò cerco sempre di fare in modo che nel nostro progetto ci sia un po di freschezza, proprio per questo motivo lascio sempre molta liberà ai musicisti nella cura dei loro arrangiamenti.

– Avete piani per il futuro? Se sì quali?

Siamo in procinto di salire sul palco per una serie di eventi promozionali nei quali suoneremo i brani tratti dal nostro ultimo disco. Abbiamo da poco sostituito il nostro chitarrista Massimo con l’audace Valerio e stiamo vivendo proprio in questi giorni un momento di grande energia: abbiamo infatti da poco iniziato a lavorare sui brani che comporranno il nostro prossimo disco, ci saranno diverse collaborazioni ed anche un nuovo elemento nella band che per ora non voglio rivelare.

– Se poteste collaborare con qualche artista, chi sarebbe e perchè?

Ci sono veramente molti artisti con i quali vorrei collaborare nella mia prossima carriera musicale, in “Sofia’s Forgotten Violin” abbiamo avuto il piacere di lavorare con Lethien degli Elvenking, una delle realtà che stimo di più in assoluto nel panorama italiano! Diverse band e diversi musicisti hanno ispirato la mia piccola crescita artistica, ovviamente mi piacerebbe moltissimo poter collaborare con alcuni di loro nei miei lavori, l’idea di condividere il loro stile con il mio mi stimola ancor di più! Vedremo..

– Immaginate di dover scappare su un’isola deserta. Potete portare con voi solo 5 cose. Quali sarebbero e perchè?

Per dire la verità, più che cose preferirei avere con me la mia famiglia, mia moglie ed i miei figli, oltre a loro non credo che ci siano delle cose che ritengo particolarmente necessarie.

– E’ tutto per ora, grazie del vostro tempo. C’è qualcosa che vorreste dire ai vostri fans o ai lettori di Heavyworlds.com?

Ringraziamo prima di tutto i nostri ascoltatori e tutti coloro che leggeranno queste righe: i Sirgaus sono una giovane band a caccia di ascoltatori che come noi amino farsi coinvolgere da misteriosi racconti e affascinanti atmosfere, per cui se vi incuriosisce la nostra musica fatevi sotto! Non vediamo l’ora di suonare per voi e di condividere tante serate in vostra compagnia! Grazie a voi per quest’intervista!