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Black Rose – Federica


Quando si intervista un artista sono importanti due concetti base: entrare nella visione artistica del personaggio e capire come dialogare con la persona; quando questi due emisferi collimano, allora l’aria si permea di un’atmosfera catalizzante, che rende la chiaccherata indimenticabile. Con The Black Rose è indispensabile fare questo…affrontare un’artista permeata di una tale aurea grigia non è facile, perché la sensazione è che la persona sorridente possa crollare da un momento all’altro. L’occasione è l’uscita di “Solo”, suo primo lavoro solista che rende questo autunno ancora più cupo e nebbioso. A voi le sue considerazioni.

– Ciao Federica, benvenuta su Heavyworlds.com! Come stai?

Grazie! Beh direi bene, molto impegnata, ma in fondo è un bene!


– Parliamo del tuo primo lavoro solista “Solo”…ti va di parlarcene un po’?

“Solo” è nato per dare forma a una serie di idee compositive che nel corso degli anni sono uscite dalla mia mente, ma che non erano adatte ad essere collocate nelle realtà per le quali componevo al momento. Il ‘solo’, nel linguaggio musicale, è la parte da solista di uno strumento; dato che ho sempre cantato in varie band, mi sembrava il nome più adatto per identificare un lavoro solista. Inoltre, visto le atmosfere decadenti che contiene, evoca anche solitudine e mi piaceva l’idea della doppia interpretazione. Ha richiesto due anni di lavoro, ma credo ne sia valsa la pena… avrei voluto potermi spingere ancora più oltre con arrangiamenti ed interpretazione, ma questo è il limite di un’autoproduzione, purtroppo.

– In “Solo” troviamo un songwriting che abbraccia molti generi ma che principalmente pone le sue basi sulla ambient e sulla musica classica…ti va di parlarci della gestazione delle canzoni, dalle prime idee agli ultimi ritocchi?

La gestazione è stata un po’ diversa, alcuni brani come “Silent Night’s Dream”, “Thorns Of Roses” e “Song For A Snowing Heart” sono nati molti anni fa, da idee improvvise o da accordi messi giù al piano nei momenti liberi. Altre invece sono nate durante il lavoro con Stefano e magari in quattro ore la base di una canzone era stata creata. Ho lasciato che l’istinto mi guidasse e ovviamente mi sono affidata alla vasta esperienza di vari musicisti miei colleghi di lavoro e soprattutto al gusto e alla grande tecnica di Giorgio Andreoli, che credo abbia dato quel tocco in più alle tracce. 

– Nella tracklist troviamo canzoni più ‘semplici’ come “Time Flies” e tracce meno dirette come “My Demons”, ma tutte accomunate da un’atmosfera decandente e grigia…come sei riuscita a dare alla produzione una così persistente ‘aria autunnale’?

Purtroppo, o per fortuna, è venuta da sé. Il grosso del lavoro è stato fatto tra il 2012 e il 2013 ovvero i due anni peggiori della mia vita. Ho avuto gravi problemi familiari e ho dovuto restare ferma a lungo a causa delle conseguenza di un incidente, quindi diciamo che la tristezza che pervadeva le mie giornate in quel periodo mi ha dato una grossa mano a rendere davvero palpabile l’atmosfera autunnale di cui parli…

– “Silent Night’s Dream” è il momento più evocativo del disco, caratterizzato da una struttura tutt’altro che facile e dal carattere variegato. Ci puoi dire di più riguardo a questa canzone?

E’ il mio piccolo capolavoro: ha iniziato a prendere forma nel 2010, nelle ore buche di insegnamento. Avevo una melodia in testa e ho iniziato a metterci sotto un giro di accordi un po’ ‘estremo’, Do min, Re dim, Fa min, Solm… non c’è un accordo maggiore in tutto il pezzo. E’ un valzer gotico in 3/4 che varia sul finale in 6/8. L’arrangiamento del tema per piano e dell’accompagnamento è stata fatta da Stefano Miotello, che ha scritto anche la fuga per organo nel finale, mentre la linea vocale e i cambi di ottava, oltre che la parte del coro, sono stati fatti da me. E’ il brano che ha richiesto più lavoro, ma è davvero la punta di diamante del CD.


– La tua passione per il canto lirico esce da ogni solco, ciò nonostante non ti privi di inserire anche parti di stampo più rinascimental/medievale…quanto i tuoi anni di studio sono stati necessari per arrangiare le parti di voce di “Solo”?

Tantissimo, ovviamente, ma hanno contato anche gli anni di insegnamento, il dover adattare la mia voce a qualsiasi tipo di brano e ovviamente gli innumerevoli CD che ho ascoltato!

– La cover mostra, ovviamente, una rosa nera su una natura sfuocata…ti va di spiegarcene il significato?

Partorire la copertina di “Solo” è stato facile e complesso allo stesso tempo. Dovevo essere io, ma non mi andava di metterci la mia foto, doveva evocare solitudine e nello stesso tempo il ‘solo’ nel significato musicale di cui sopra. In realtà senza Cristian Belloni a tradurre in grafica le mie visioni artistiche, non so cosa sarebbe uscito!

– I tuoi trascorsi sono cari al metal, visto che eri la front-woman di The Lyrium e Ravenfalls…come mai hai scelto di creare un’opera non metal come tua prima uscita? Come riescono a coesistere, a tuo parere, metal e musica ambient/classica?

Beh, “Solo” è nato perché volevo creare qualcosa su misura per me: far parte di un gruppo metal per una voce come la mia, significa comunque dover sacrificare alcuni aspetti di interpretazione e di scrittura perché non collimerebbero con la linea del gruppo, in pratica ho fatto qualcosa che non ha schemi e dove sono libera di giocare come voglio!


 
– Parliamo dei tuoi progetti futuri? Stai pensando a un secondo disco oppure ti rivedremo riavvicinarti al metal?

Per ora “Solo”, come dice il nome, rimarrà… solo. Ho ricominciato a scrivere metal con un gruppo nuovo, ma in maniera molto originale, non sarà il solito gruppo metal con voce femminile. per ora non posso svelare altro.

– Ok Federica, siamo in chiusura. Ti lascio spazio per salutare o per aggiungere tutto quello che vuoi…

Beh… un grosso bacio ai lettori di Heayworlds.com e mi raccomando, restate all’erta che arriverà presto qualcosa di nuovo e originale!

– Wow!! Noi di Heavyworlds.com non vediamo l’ora che arrivi!