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Furor Gallico – Davide, Becky e Mattia

Certe band quasi non necessitano di domande…basta dar loro un microfono, farli accomodare su un divano e ti guidano nel loro mondo senza eccessivi ‘punzecchiamenti’. I Furor Gallico sono così, alla mano e comunicativi. L’occasione porta il nome di “Songs From The Earth”, l’ultima loro fatica discografica, e i miei tre colloquianti non si lasciano certamente scappare l’occasione di un bel resoconto…

– Ciao ragazzi! Benvenuti su Heavyworlds.com! In primis, come vanno le cose?

(Davide): Posso dirti che finalmente, dopo più di quattro anni, siamo contenti. Lo siamo sempre stati a dir il vero, perché i Furor Gallico sono da sempre qualcosa di positivo; ma con l’uscita del nuovo disco e le mille peripezie che abbiamo attraversato nel prepararlo, lo siamo ancora di più…sono già arrivate alcune recensioni e sono tutte positive, per cui tutto ciò che abbiamo passato sta dando i suoi frutti.

– Quindi partiamo con “Songs From The Earth”…la prima sostanziale differenza rispetto al debut sta nel songwriting molto più variegato; nel primo disco la parte metal era molto più statica mentre nel nuovo passate da un genere all’altro. Parlatemi della vostra maturazione e di come siete riusciti a ottenere una tale alchimia…

(Davide): Per prima cosa, e posso parlare a nome di tutti, abbiamo sempre cercato di non fossilizzarci troppo su un genere solo per seguire un moda…fare quello che ci piace e che ci appassiona è uno degli elementi che da sempre ci ha unito. Il primo disco è nato in un periodo embrionale: suonavamo tutti insieme da nemmeno un annetto e anche interpersonalmente ci si conosceva poco, per cui a livello musicale si è scelto di seguire un elemento che ci accomunasse. Adesso siamo nel 2015: ci sono stati diversi cambi di lineup e quindi nuove influenze sono entrate, ci conosciamo molto meglio, sappiamo come ragiona ognuno di noi e abbiamo vissuto numerose esperienze comuni, per cui osare fare qualcosa di diverso penso sia stato naturale…prendi “Steam Over The Mountain” per esempio e dimmi cosa hai pensato quando l’hai sentita?

– …sembrava di ascoltare una band diversa in effetti…

(Davide): Esattamente! C’è stato un effetto inaspettato…oltre al non fossilizzarci, abbiamo fatto moltissimi ascolti di folk metal, nel corso degli anni, arrivando a capire che questo termine non vuol dire nulla ed è molto restrittivo…folk è musica popolare e metal è riffoni e doppia cassa…per esempio, anche i Finntroll e i Melechesh sono definiti folk metal, ma sono radicalmente diversi da noi. Abbiamo scelto di unire folk e metal ma di non fare folk metal (RIDONO).

– Un altro esempio potrebbe essere “Diluvio”, che richiama molto il rock italiano per strutture e interpretazione…

(Davide): Precisamente! Pensa che il primo nome dato al file audio della canzone era “Timoria” (RIDONO)!

(Becky): L’idea era di creare una ballad per questo disco, lenta e melodica…anche se la mia idea iniziale era un pezzo black metal tirato (RIDE)! Poi abbiamo scelto di tramutarla in qualcosa di tranquillo…

(Davide): Anche in questo caso, se ti parlo di una metal ballad tu pensi ad atmosfere tenui e a chitarre acustiche…magari, visti gli strumentisti che compongono la band, puoi immaginarti flauti o arpa che delineano delle melodie…avremmo potuto farla in questo modo, ma abbiamo scelto di sperimentare e “Diluvio” è uscita completamente diversa e innovativa per il nostro sound…e pure io ho cercato un’interpretazione adatta per le linee vocali.

– Infatti il secondo punto chiave è la maggior versatilità delle tue interpretazioni delle lyrics, dove ti troviamo a passare attraverso diversi stili e con maggiore fluidità…

(Davide): Non è stato facile ed è uno dei motivi cardine del nostro ritardo nell’uscita…abbiamo dovuto attraversare diversi problemi con i quali non ti tedio per riuscire ad avere questo risultato e forse la nostra (e mia) fortuna è stata nel trovare la corretta direzione artistica. C’è stata una persona che mi ha dato un gran numero di dritte, che mi ha dato i compitini a casa sia per migliorare la tecnica che per modificare l’espressività e che, fondamentalmente, mi ha salvato. Non dico che nel disco io sciorini tecnica a destra e manca, anzi, ma almeno ho potuto dare un apporto interpretativo maggiore.

(Becky): Mi viene in mente quando ha registrato “Squass”…eravamo in studio dopo qualche birretta e ci stavamo sciallando, si è messo a registrarla in modo scanzonato e divertente e il risultato è stato ‘Ok, buona la prima!’ (RIDONO)!!! In certi punti sembra che stia ridendo…

(Davide): Doveva essere una semplice prova dei volumi…e invece è stata la definitiva!

– Anche negli arrangiamenti avete delle novità: l’inserimento di un coro vero e proprio in alcune parti e un violino che si è ritagliato una parte più ‘dominante’ rispetto all’accompagnamento del primo disco…

(Davide): Sai, il primo disco era nato come una sorta di gioco, qualcosa per noi che ci potesse appagare e rendere orgogliosi…”Songs From The Earth” ha un incipit diverso: nel corso degli anni abbiamo visto che quello che facevamo piaceva e che la gente correva a vederci e conosceva a menadito le canzoni; credo fosse doveroso, anche verso noi stessi, fare le cose in modo più professionale in questo caso. Per il violino, beh, Laura ha fatto un lavoro eccezionale…con una meticolosità incredibile si è seduta, spartito alla mano, e ha cercato ogni possibile armonizzazione per le melodie, abbinandosi pazzescamente anche con gli strumenti acustici.

(Becky): Infatti ha anche deciso di non registrare una linea unica di violino ma diverse parti per farlo apparire più presente e consistente. Un lavorone davvero, sia in sala prove che in studio!

(Davide): Un altro aspetto della nostra evoluzione sta nell’organizzazione del lavoro: prima si componeva tutto in saletta e se una melodia o un riff piacevano si tenevano e stop. Questa volta si è sempre partiti dalle prove ma si finiva a studiare tutto a tavolino, a scambiarci mp3 con tutte le armonizzazioni fino a trovare la soluzione che appagasse tutti.

– …e la restante parte degli strumenti acustici, come cornamusa o whistle, come li scegliete?

(Davide): Dipende in primis dalle tematiche…ad esempio “Nemàin’s Breath” ha la cornamusa perché è un brano dedicato ai cornamusisti sui campi di battaglia. In secondo luogo è un discorso di semplice timbrica…”Diluvio” è un brano dolce e ovviamente entra il flauto…conta anche che ci poniamo un limite perché dal vivo Paolo ha solo due mani e bocca (RIDONO)! Anche la scelta delle tipologie di cantato non discerne da quanto detto, tematiche e timbrica valgono anche per me (RIDE)!

(Becky): Beh dai, quando c’era Laura su “Nemain’s Breath” suonava lei la cornamusa (RIDE)! La cornamusa l’abbiamo aggiunta solo in quei brani dove serviva dare un certo tipo di carattere. L’abbinamento con la linea di chitarra o con una certa tipologia di grooves poi sono cose che abbiamo sistemato a tavolino, anche se normalmente l’idea di partenza su quale strumento acustico inserire è pressoché la definitiva…

– Parliamo anche del messaggio inserito nel titolo e nell’abbinamento con l’artwork evocativo…siete passati dal blu al marrone ad esempio…

(Davide): Si abbiamo deciso che i Furor Gallico faranno ogni artwork di un colore diverso (RIDONO)! No, sto scherzando ovviamente; abbiamo scelto lo stesso artista della cover del primo disco, con il quale ci eravamo trovati eccezionalmente…gli abbiamo mandato il testo di “The Song Of The Earth” e lui ha carpito quel disegno dal nostro testo, una cosa davvero incredibile! Il titolo è esplicativo e riprende questa canzone, solo che comprende tutte le storie inserite.

(Becky): La copertina riprende il filo conduttore di tutto il disco, ovvero una rivalsa della natura sull’uomo…non a caso è presente un albero possente e dei teschi alle sue radici. Sono un’insieme di canzoni ispirate dalla terra.

– …e voi da che parte state, uomo o natura?

(Becky): Eh, bella domanda (RIDE)!

(Davide): Credo che il testo di “Steam Over The Mountain” possa rispondere alla tua domanda…quando l’uomo diventa troppo esoso rischia di distruggere il luogo in cui vive! Vedi inquinamento, disastri ambientali o il quantitativo di rifiuti sparsi in giro…è importante preservare l’ambiente attorno per vivere bene! Ad esempio in “To The End”, la canzone successiva, diamo voce alla terra e alla natura, grazie anche alla partecipazione di Simon Papa dei Materdea che si contrappone alla mia voce presente in tutto il disco. Toh, provi a distruggermi, eccoti servito: muori (RIDONO)!

– Parliamo di qualcosa di più leggero, ovvero di live, ma partendo da un antefatto: nel Fosch Fest 2012 avevate già presentato i brani del nuovo disco…in questo lasso di tempo li avete modificati oppure sono rimasti definitivi?

(Davide): I brani erano già pronti e le strutture sono rimaste quelle…forse un testo l’ho modificato, ma per il resto sono come li potrete ascoltare su disco.

(Becky): Ci abbiamo messo molto a scriverli e a registrarli, è la semplice verità (RIDE)!

– State programmando la stagione live? Magari un tour di spalla a qualcuno?

(Davide): La data zero sarà a Parigi il 22 Febbraio in compagnia di Moonsorrow e Cruachan, al Cernunnos Pagan Fest. Quindi partirà la prima parte del tour: il 28 Febbraio saremo al Circolo Colony di Brescia con il release party, e quella sarà una data particolare, più lunga e ricca di soprese e ospiti. Poi il 7 Marzo al RNR Arena di Romagnano Sesia, il 13 Marzo a Porto S. Elpidio, il 14 Marzo al Cycle Club di Calenzano, il 20 Marzo al Traffic di Roma, il 21 Marzo al Folk Fest di Parma, il 5 Aprile al Rockland Festival di Borgo Priolo, il 30 Aprile al Keller di Curno e il 5 Giugno al Rock In Park al Legend di Milano.

(Becky): Comunque la nostra agenzia si sta muovendo e sicuramente se ne aggiungeranno altre in futuro, magari festival estivi o situazioni simili.

(Davide): Per ora non abbiamo preso in considerazione tour di spalla a nomi grossi, siamo concentrati completamente sull’uscita del disco, sulla sua promozione e sui live che ti ho menzionato. Poi in futuro vedremo, dipende da tutta una serie di fattori.

– “Songs From The Earth” segna anche il passaggio da Massacre Records a Scarlet, ovvero a una delle realtà italiane più professionali…

(Davide): Diciamo che bisogna fare un passo indietro…primariamente c’è da segnalare che siamo entrati in Bagana Rock Agency e, arrivando da una situazione autogestita, ci siamo resi conto di come si lavora professionalmente e come ci si relaziona con chi fa questo di mestiere. Abbiamo preso visione di una marea di aspetti che prima ignoravamo e abbiamo imparato moltissimo. Durante il ‘Tour di Mezzo’ ci hanno fatto affiancare da Michele Boccalone, tecnico del suono che lavora con Marta Sui Tubi e con Lacuna Coil, che ci ha aiutato a concepire meglio il suono della band…e arrivare a Scarlet è stato il passo successivo! Quando c’è arrivata la proposta eravamo al settimo cielo perché sapevamo di affidarci a dei veri professionisti! E, lasciamelo dire, sono fiero di essere sotto un’etichetta italiana che conosce la scena italiana!

– Voi avete suonato con un botto di gente, anche internazionale e ad altissimi livelli…qual’è stata l’esperienza più significativa o che ricordate con maggior trasporto?

(Davide): Tutte, credo…quando lavori con gente ‘grossa’ impari davvero tanto, sia come musicista che come essere umano. Personalmente, credo che suonare con gli Eluveitie a Friburgo sia stata l’esperienza più bella: ci han chiamato loro a suonare, condividevamo lo stesso backstage e c’era un botto di gente! Ricordo che prima di salire sul palco mi stavo spillando una birra, piuttosto teso, e a un certo punto ho sentito una pacca sulle spalle…era Chrigell che era venuto a chiedermi come stavo! Pazzesco. Credo di aver risposto a monosillabi (RIDE)! Un’umiltà pazzesca…ma anche Stratovarius, The Exploited, Finntroll e Crucified Barbara sono stati mitici!

– Becky, sei rimasta l’unica donna con tutti maschietti…come ci si sente?

(Becky): Eh non è semplice (RIDE)! Almeno quando c’era Laura ci si faceva forza a vicenda e l’equilibrio era migliore, ora c’è Riccardo che è sullo stesso livello degli altri per cui la mia situazione è un po’ cambiata (RIDONO)! Scherzi a parte, tengo alta la parte femminile e porto tanta pazienza (RIDE)!

– Ok, siamo in chiusura! Volete salutare, urlare o aggiungere qualcosa?

(Mattia): Grazie a te per l’intervista e a tutti i nostri fans per il loro amore incondizionato! Comprate il cd e seguiteci live come sempre!

(Becky e Davide): Ci si vede ai live!