Dopo l’esordio con l’omonimo disco esattamente un anno fa, la band novarese Temperance torna con il nuovo “Limitless”. Noi di Heavyworlds, curiosi di questa nuova uscita, siamo andati a intervistarli durante il loro promo day per saperne di più su questo nuovo album.
– Bentornati su Heavyworlds.com, è un piacere avervi di nuovo qui. Iniziamo subito! Ascoltando “Limitless”, la prima differenza che si nota con il vostro debut album
è un sound più pesante, più elettronico e con più sperimentazioni vocali. Come
mai avete preso questa strada?
M: A dir il vero non sono molto d’accordo sulla pesantezza; è vero che le ritmiche sono più
decise e la voce è più rock oriented, ma sono presenti anche diversi momenti melodici. In molte
canzoni Giulio ed io siamo partiti da una melodia e abbiamo sviluppato attorno tutte le
strutture. Abbiamo avuto un approccio compositivo più pacato, strizzando l’occhiolino al rock
melodico in qualche caso, ma cercando di rimanere al 100% Temperance.
– Il disco si apre con “Oblivion” in cui troviamo un coro di voci bianche. C’è un motivo
in particolare per questa scelta?
M: Volevamo farlo da tanto tempo…registrare voci vere e non costruirle con la tastiera e le
campionature. Essere al cospetto di quaranta o cinquanta bambini che cantano una tua linea
vocale è fantastico e il risultato finale lo è ancora di più. Vedere poi così coivolte delle creature
dagli 8 a 12 anni, che imparano il testo in inglese a memoria e con la giusta pronuncia, dà una
soddisfazione inquantificabile.
C: Direi che il testo suggeriva qualcosa di simile…parla del significato della musica nella vita di
ognuno, di quanta forza questa possa donare nei momenti bui e di quanto ad essa ci si possa
aggrappare.
– Qual è il significato di questa tanto particolare copertina?
M: Per risponderti fammi partire dall’inizio…ai tempi del debut eravamo partiti dal concetto di
fondo ‘ingranaggio=band’ che inizia a girare e a prendere vita. Avevamo pochi mesi di vita
assieme e quindi dovevamo comunicare il concetto di ‘punto di partenza’. Per “Limitless”
abbiamo sviluppato una copertina più organica: cinque navicelle, ovvero le personalità di
ognuno di noi, che si uniscono per uno scopo comune. Il titolo è esplicativo, non vogliamo porci
limiti ne schemi. Se ascolti la song “Limitless” puoi capire che è la giusta chiave del disco, sia in
termini musicali che lirici: tutte le songs parlano di sentimenti mentre l’ultima è un messaggio
corale che ci proietta verso il futuro.
G: Senza limiti anche verso il pubblico, facendo solo quello che maggiormente ci convince. Se
ascolti bene, puoi trovare dei passaggi in stile Toto che con il metal c’entrano poco, ma nel
contesto a noi piacevano e li abbiamo inseriti. In fondo, l’etichetta ‘modern melodic metal’ è
qualcosa che ci sta stretto.
C: Simbolicamente abbiamo usato le parti in growl per rappresentare le forzature della vita,
mentre le parti in clean esternano ciò che si pensa realmente…com’è risaputo, le potenzialità
non hanno limiti (RIDE).
– A quanto ho capito, i singoli saranno “Save Me” e “Me, Myself and I”. Avete già
realizzato dei videoclip? Se sì, ci potete anticipare qualcosa?
C: “Me, Myself And I” sarà il primo singolo e uscirà come il lyiric-video, mentre “Save Me” sarà il
vero video-single…niente lupi stavolta, ma tanto freddo lo stesso (RIDE).
– Entrambi sperimentate diversi tipi di voce, tu Chiara passi da voce pulita a
graffiante, ad addirittura lirica. Anche tu Marco ti diverti molto stavolta. Si tratta di
una scelta stilistica o è un’evoluzione naturale della musica?
M: Uh, bella domanda…già nel primo avevamo sperimentato le varietà di Chiara ma non si è
mai presentato il momento di sbandierare la sua voce lirica. Qui, invece, ad esempio in
“Oblivion”, ci è sembrato giusto fargliela usare. Come ho già detto è un disco molto più rock…
C: Nel primo disco arrivavo da un progetto lirico e quindi è stata dura, così mi sono dedicata
maggiormente al canto moderno in modo da poter utilizzare un maggior numero di
sfaccettature.
G: Conta che nel primo disco buona parte del materiale era già pronto e alla fine ci siamo solo
messi ad adattare le parti alla sua voce, mentre ora si può ragionare unicamente sulle capacità.
Stesso discorso per i virtuosismi, dove ci vogliono ok, dove non ci vogliono non li si mette.
– Andiamo con una domanda più ‘cattivella’, so che va a momenti, quindi in questo
momento qual è la vostra canzone preferita del disco e perchè?
G: “Limitless” perché parte della canzone l’ho scritta in un momento molto particolare della mia
vita.
M: “Omega Point” perché ha quell’alone rock che ho sempre cercato e perché può essere
proiettante al futuro.
C: “Tell Me” (RIDE)…no scherzo, è difficile estrarne una. Forse “Oblivion” per la sua grande
varietà.
– Ascoltando Mr. White e leggendo il testo, la domanda è molto spontanea: vi siete
ispirati alla serie di Breaking Bad per scrivere le liriche, vero? Come mai? Qualcuno
di voi ne è dipendente?
(In coro): Nooooo…(RIDONO)!
C: Io e Marco eravamo in vacanza a Londra e l’idea della canzone è nata per caso. Abbiamo
cercato di fare un testo profondo e di concepire una struttura che rispecchiasse i cambiamenti
di vita del protagonista…di più non posso dire.
– Parlando invece di Omega Point, il titolo è per caso riferito al concetto del Punto
Omega inteso come punto supremo di complessità e di coscienza e come punto
trascendentale?
C: Diciamo di si…rappresenta un momento di riflessione per prendere coscienza dell’insieme
delle cose. Una specie di visione ‘totale’.
– Il disco uscirà il 31 marzo, avete già pensato a una data per il release party
immagino. Cosa ci dobbiamo aspettare sia a livello di location che concerto,
porterete sul palco qualche ospite speciale?
M: Il 3 aprile saremo al RNR Arena di Romagnano; visto che il locale ha già portato fortuna per
il debut abbiamo scelto di farlo lì. Sarà uno show davvero unico…spettacolo nuovo, brani nuovi
e costumi nuovi (RIDE)!
– Curiosando su Facebook, ho già visto una data a Roma, precisamente il 10 aprile.
Avete già fissato qualche tour di promozione in Italia e non? Mi sembra anche di
ricordare un festival a Birmingham in Inghilterra per il 5 aprile.
M: Esatto…faremi il release party e poi partiremo per la Terra d’Albione; quindi a Roma il 10, a
Genova l’11 e a maggio in Sardegna. Il resto è ancora da confermare.
– Invece Marco, ho visto che aprirai i Dream Theater con i Virtual Symmetry, mi pare
di capire una delle tue band preferite! Com’è stata la tua reazione a una news così
emozionante? Cosa ti aspetti da quei due live?
M: Beh l’onore non è grande ma immenso (RIDE). Mah guarda, sinceramente io ho solo
registrato le linee vocali del disco dei Virtual Simmetry e quindi non mi occupo di cose
organizzative. Credo che l’ospitata di Jordan Ruddess sul disco abbia aperto la possibilità di
poter aprire per loro in un paio di date.
– Invece Chiara, hai partecipato come guest nel nuovo disco dei Tristana. Com’è stato
lavorare con loro?
C: Esperienza pazzesca…persone gentilissime e molto semplici; li abbiamo conosciuti in tour lo
scorso anno e poco dopo è nata l’idea della collaborazione. E’ un brano molto dark, che si
discosta dal sound dei Temperance.
– Siete una band che ha debuttato l’anno scorso e siete già al secondo disco e tanti
tour e live fatti quindi avete accumulato un po’ di esperienza. Basandoci su di essa,
quali sono i consigli che dareste a una band in debutto?
G: Direi che suonare solamente per piacere e non per fare il figo o per ‘agonismo musicale’ sia il
punto di partenza basilare per ogni band.
M: Io parto dal presupposto che la qualità paga sempre; quindi mai avere fretta di uscire e di
‘arrivare’ perché l’importante è avere un prodotto buono. Concentrarsi molto su produzione e
arrangiamenti può fare la differenza, oltre al suonare ciò che realmente piace. Oggi giorno
sembra essere svanito il piacere di scrivere musica per passione, purtroppo…
C: Direi di rimanere con i piedi per terra e di non montarsi la testa. Se fai un concerto mega,
con un’audience folta che ti ricopre di complimenti, è importante alzarsi il mattino dopo con la
coscienza di dover ricominciare e non di essere arrivati.
– Il ‘female fronted metal’ sta spopolando…mentre parecchi dischi ‘fotocopia’ balzano
all’occhio, caratterizzati dal solito sound e dalle solite soluzioni, voi state lavorando
duro per ritagliarvi un vostro stile e una vostra proposta. Non vi fa incazzare
questo?
M: No sinceramente…banalmente, il ‘female fronted metal’ era più in voga una decina di anni fa
e riguardava la scena symphonic/gothic mentre ora i canoni sono più vicini al power. Non mi
interessa che band italiane o straniere abbiano più visibilità di noi visto che esistono molte altre
band che meriterebbero e non riescono a uscire dall’anonimato. Sono contento di quello che sta
uscendo dai Temperance e di quello che, speriamo, verrà.
G: Paradossalmente a noi fa anche comodo perché il nostro genere può arrivare anche a chi
prima non ascoltava metal.
– Siamo in chiusura…vi lascio liberi di aggiungere qualsiasi cosa vi venga in mente…
(IN CORO): Grazie dello spazio e grazie a tutti i nostri fans. Ci si vede on stage a breve!!!
– Lo staff di Heavyworlds.com vi augura un successo…senza limiti!