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Last Frontier

I Last Frontier si sono portati dietro il sole e il caldo dalla loro bella Napoli fino a Cervo (IM), al Babylon Metal Fest, dove abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere e di condividere una birra fresca insieme. Ecco a voi che cosa abbiamo scoperto sull’attività del gruppo, sui loro cambi di formazione e sulla musica che amano. Enjoy!

– Benvenuti su Heavy Worlds! È un vero piacere avervi qui con noi, i Last Frontier hanno una grande esperienza live, la vostra presenza dà lustro a tutto il bill! Cosa ne pensate di un festival come il BMF, non solo ottima musica ma anche uno splendido contorno può essere la chiave per un festival estivo di successo? Dovrebbero prendere più piede questo genere di manifestazioni?

“Direi proprio di sì, specialmente dalle nostre parti, visto che abbiamo fatto 900 km per essere qui! Il viaggio è lungo, siamo arrivati ieri, siamo riusciti a suonare anche a Taggia (Rusty Metal festival)… meno male che suonare ci dà sempre la forza, in ogni situazione! Due giorni di festival, questo è molto prestigioso con Trick or Treat e Skeletoon, con questi ultimi siamo anche sotto la stessa etichetta, la Revalve Records, e ringrazio molto Antonio, il cantante per la sua ospitalità, gentilezza e per il supporto! Tutto lo staff è stato disponibile, ci hanno ospitato qui anche ieri sera”

– Ci sono un bel po’ di novità nella vostra attività recente, nuova etichetta, ristampa del vostro primo album, secondo album: aggiornateci sullo stato dei lavori!

“Sì, in pratica con la Revalve abbiamo firmato da un anno, la ristampa è quella del primo album “Apocalypse Machine” e con Revalve abbiamo pubblicato il nostro nuovo album ad ottobre, “Theta Healing (Through the Poison)”. Tante novità è vero, lavoriamo davvero bene con Revalve, è un team molto valido, serio, professionale, cosa che difficilmente abbiamo riscontrato nel passato. C’è molto impegno ed è la cosa che ci interessa di più: da parte nostra, come musicisti, ci impegnamo per andare sempre avanti e creare qualcosa di interessante, ma dall’altra parte, a livello di collaborazione, cerchiamo lo stesso impegno, se non maggiore, perchè solo questo permette di fare qualcosa di veramente concreto.”

– Questo discorso dovrebbe stare appeso in tutti gli uffici di chi si occupa di musica! Ma come avete detto voi, non è sempre così scontato, ma a livello puramente musicale, in che direzione stanno andando i Last Frontier? Cosa possono aspettarsi i vostri fan?

“Negli ultimi anni abbiamo cercato di definire proprio questa direzione, anche se ci risulta difficile come diciamo sempre, ci lasciamo trascinare! Questo è il lato bello della musica, ci esprimiamo in tutti i modi possibili!”

– Ci sono stati anche diversi cambi di formazione, vero?


“Ecco, in effetti è un bene fare un breve riepilogo, purtroppo ci sono stati diversi cambi, non sempre voluti da tutti. Abbiamo cambiato l’intera sezione ritmica, al basso Adrian, che salutiamo, ha lasciato il posto a Salvatore, e Fulvio ha sostituito il nostro vecchio batterista e caro amico che ci ha lasciati solo per motivi di lavoro. Però è andata bene, sono due membri validissimi, si sono integrati benissimo in quel che è lo spirito di gruppo e nell’idea musicale Last Frontier. Non ci piace etichettarci, ma se volessimo dare un’idea possiamo considerarci un gruppo heavy con delle sfumature prog, abbiamo background musicali completamente diversi e questo aggiunge quel pizzico di particolarità! Non ci precludiamo nessuna strada e cerchiamo di essere in completa evoluzione, ci lasciamo trasportare dalla corrente musicale: se ci troviamo in una certa direzione, seguiamo quella, che sia per creare un brano orginale o per riarrangiarne uno vecchio. Non ci chiudiamo in un unico genere o un’etichetta, ma penso che tutti crediamo che sarebbe troppo limitativo! Cerchiamo di esprimere delle cose che solo attraverso la musica riusciamo a rendere reali…”

– Ho avuto modo di fare una puntata radio di supporto a questa serata e devo dire che una delle difficoltà principali nel presentarvi è stata proprio cercare di rendere giustizia al genere che proponete! E questo per me è un punto di grandissimo vantaggio, non essere subito etichettabili denota originalità…

“Sì abbiamo seguito la puntata! L’originalità spesso non viene colta, ad esempio in “Apocalypse Machine”, dove ogni brano è un groviglio di emozioni, sembrano appartenere a generi a volte anche completamente opposti, ci è capitato di leggere qualche recensione non positiva proprio perchè non etichettabili!”

– E invece come vorreste arrivare al vostro pubblico? Cosa vi colpisce di più ad esempio dei gruppi che vi piacciono? Quali sono e perché vi colpiscono?

“Quello che vorremmo vedere nel pubblico è la stessa emozione con la quale noi suoniamo. Ci piacerebbe veder passare nei loro occhi quel guizzo, quella luce che dice “Caspita!”. Per fortuna succede spesso di recepire dal pubblico un riscontro positivo, magari suonare più spesso in eventi di una certa portata aiuta ad allargare questo riscontro positivo, ma in ogni caso è una bellissima sensazione”

– Quindi secondo voi la realtà dei festival estivi, grandi o medi che siano, è una buona opportunità anche per i gruppi meno conosciuti oppure il piccolo locale, il concerto più intimo perfette di stabilire un contatto maggiore?

“Sicuramente il contatto maggiore è migliore, ma per farsi conoscere c’è bisogno di calcare palcoscenici dove incontrare altre band, con ascoltatori diversi, in modo che si intreccino tutti i livelli di ascolto e quindi chi non ti ascoltava prima, adesso magari ti ascolta! C’è bisogno sia di quello che di quell’altro, per ampliare la cerchia di ascoltatori.”

– E voi con tutte queste influenze musicali diverse, che cosa ascoltate? C’è un album, un artista in particolare, che i vostri fans non si aspetterebbero da voi?

Ciro: “Sembrerà banale, ma ascolto la musica a 360 gradi! Se qualcosa mi trasmette emozioni, allora lo ascolto!”
Mimmo: “Per me vale lo stesso concetto! MI piacciono i Prodigy, amo la dance anni ’90….”
Antonio: “Volevamo dire che stiamo cambiando chitarrista ma lui ancora non lo sa ahahah! Io ho iniziato con hard rock classico tipo Europe, Bon Jovi, poi tanto heavy metal e poi prog con i Dream Theater. Penso che si capisca da quello che metto nei brani atttuali dei Last, il mio timbro vocale, le mie performance, si rifanno a quei contesti lì”
Salvatore: “Per me vale quello che ha detto Ciro, la musica deve emozionarmi rock, pop, jazz, quello che vuoi!”

– Tutto questo si sente in effetti! Ci sono molte influemze davvero!

“Facciamo prima a dirti cosa non ascoltiamo: i neomelodici napoletani!!!” (Risate, ndF)

– Stavo per chiedervelo! Abbiamo trovato il filo conduttore della musica dei Last Frontier!! Salutate i nostri lettori consigliando qualche buon concerto da vedere quest’estate, magari al sud visto che siete di Napoli!

“Andate al mare che fa caldo! Poi ogni volta che trovate un bel concerto per strada, fermatevi e ascoltatelo, perchè sentire la musica live è la linfa vitale per noi piccoli gruppi che cerchiamo di emergere con tante difficoltà. E a settembre saremo a Roma con Masterplan e Skeletoon, quindi belli rinfrescati possiamo rivederci lì!”