Loading

Charlotte Wessels – Delain

Oramai per noi di Heavyworlds.com è un appuntamento fisso scambiare due chiacchiere con Charlotte Wessels, cantante della band olandese Delain, prima dell’uscita di ogni disco. Pochi mesi fa ne abbiamo avuto occasione di nuovo, questa volta per la promozione del nuovo disco “Moonbathers” in uscita il 26 agosto per Napalm Records. Ecco cosa ne è uscito, enjoy!

 – Ciao Charlotte, benvenuta di nuovo su Heavyworlds.com, è sempre un piacere averti qui con noi. L’ultima volta che abbiamo parlato è stato per il progetto Phantasma a novembre. Come son andate le cose in questi otto mesi senza sosta?

Grazie Pinka, piacere mio! Hai veramente ragione, sono stati otto mesi non-stop, siamo stati in tour un bel po’, abbiamo lavorato al nuovo disco e proprio ora stiamo attraversando la più intensa stagione di festival mai vista nella storia della band. Siamo on the road e non ci fermiamo mai (ride ndr)


– Quindi mi stai rispondendo mentre sei on the road? (ride ndr)

(ride) No no, ora sono a casa. Il bello dei festival è che siamo via principalmente nei weekend, come il weekend scorso, che abbiamo partecipato addirittura a due di essi. Quindi possiamo avere dei giorni liberi a casa, stacchiamo e riattacchiamo così.


– E come vi preparate per la stagione dei festival? Intendo, è diverso dal prepararsi per un tour intero…

Hai ragione, è diverso da una parte e da un’altra no. Abbiamo la nostra setlist fissa per i festival. Mentre siamo in tour, per esempio, sappiamo che alcuni del pubblico ci hanno già visto prima, quindi cerchiamo di cambiare la setlist un po’, aggiungendo nuovo materiale, canzoni che non facciamo da tempo. Ai festival sappiamo che ci sono persone che non ci hanno mai sentiti, quindi cerchiamo di avere una setlist più orientata sul concetto di “best of”. Se sei a un concerto in un locale, l’atmosfera è più intima, mentre su un palco più grosso, ogni tuo movimento diventa esagerato. Ma la cosa base è sempre la stessa, si suona e si canta allo stesso modo a tutti i concerti. Non facciamo nulla di drasticamente diverso. Il responso agli ultimi show è stato fantastico, il nostro ultimo festival è stato il Tuska Festival (in Finlandia) ed era il nostro primo concerto in Finlandia. E’ stato veramente bello vedere come le persone hanno reagito allo show per la prima volta. La risposta è stata ottima, ne sono stata veramente felice.


– Il 2016 dei Delain è iniziato con la release di “Lunar Prelude” che include due tracce che troveremo poi in “Moonbathers” (parlo di “Suckerpunch” e “Turn The Lights Out”). Come mai avete deciso di far uscire un EP prima dell’album?

Allora, abbiamo cercato di fare le cose in maniera diversa per questo album. Non abbiamo fatto così tanti tour in vita nostra prima di adesso. Di solito quando scriviamo un disco, ci prendiamo una pausa dal periodo di tour e entriamo nel processo creativo, immersi completamente in quello. In verità per questo disco non abbiamo avuto tempo di fare una cosa del genere. Quindi quello che abbiamo fatto è stato dividere la produzione dell’album in tre parti: abbiamo iniziato veramente presto a registrare e scrivere le canzoni, già prima di un anno fa avevamo alcune canzoni pronte, tipo “Suckerpunch” e “Turn The Lights Out”. Poi ci è arrivata la richiesta di fare un EP e nonostante non amo rilasciare EP spesso, abbiamo accettato la richiesta, lavorando in maniera diversa e avendo delle canzoni pronte,abbiamo deciso di fare questo EP.


-Ma quindi le versioni di queste canzoni in “Moonbathers” sono uguali a quelle presenti sull’EP?

Beh, abbiamo fatto dei piccoli cambiamenti, soprattutto in “Turn The Lights Out”. “Suckerpunch” è rimasta quasi la stessa, ha dei piccoli cambiamenti. Diciamo che non sono delle versioni completamente diverse.

– Parlando finalmente del vostro nuovo disco “Moonbathers”, come mai avete scelto questo nome per questo disco che comunque richiama il vostro lavoro precedente “Lunar Prelude” con la tematica della luna?

Il tema della luna è molto metaforico, ho notato che mentre scrivevamo questo album alcune canzoni erano dark e con poco testo, ci sono delle eccezioni ovviamente. Ho notato che c’era più oscurità in alcune canzoni, più del solito. Ho una regola mia per il songwriting: quando scrivo una canzone, se inizia da una prospettiva negativa, non voglio che esca negativa, non voglio glorificare la negatività e che qualcuno stia male sentendole. Ho questa regola di trovare comunque la luce alla fine del tunnel in qualche modo. Cercavo una metafora che funzionasse con quest’idea di avere della luce nell’oscurità, inoltre ho notato che quando sono un po’ giù, mi basta ascoltare delle canzoni tristi per riprendermi. Ho lavorato con queste tematiche e cercando una metafora è uscita fuori la luna, un’icona che viene usata da anni e anni. Per me è l’icona della luce nell’oscurità, della confidenza nella notte.. Quindi ho scelto “Moonbathers”, giocando con la parola sun bathers, per questo motivo.

– Quindi l’album avrà comunque un’atmosfera un po’ oscura diciamo.. ma nonostante questo, sarà sulla stessa lunghezza d’onda di The Human Contradiction a livello di sound?

In certi versi si, in certi no. Siamo stati così soddisfatti con la produzione di “The Human Contradiction” che abbiamo lavorato con lo stesso mix, lo stesso master, Martijn ha fatto da produttore di nuovo. In questo senso, c’è una continuazione di quel sound ma dall’altra parte questo album è un insieme di tracce diverse, ognuna ha uno stile diverso e potrebbe essere dovuto al fatto che l’abbiamo registrato in tre momenti diversi, diciamo in tre diverse “mindframes”. E’ un album anche estremo, ci son parti più potenti di prima ma parti più dolci del solito. E’ molto diverso a livello di sound ma se lo guardi nel suo insieme è un sound alla Delain che richiama “The Human Contradiction” un po’.

– Parlando della copertina, è stata fatta di nuovo da Glenn Arthur. Ci puoi dare un’interpretazione di questa cover artwork molto particolare?

Abbiamo avuto l’idea del titolo “Moonbathers”. In realtà ce l’avevamo in mente da un bel po’, già prima dell’idea dell’ EP, quindi “Moonbathers” non è la continuazione di esso (ride)..Abbiamo pensato a come chiamare l’EP dicendo ‘’E’ un preludio a “Moonbathers”, quindi sarà Lunar Prelude!’’. Tornando alla tua domanda, abbiamo voluto lavorare di nuovo con Glenn Arthur perché sentiamo che il suo stile è diventato il nostro stile, si riconosce molto e io adoro i suoi lavori. Abbiamo avuto in testa un titolo che richiama molte immagini, almeno per quanto mi riguarda. E’ stata un po’ una sfida arrivare a questa cover artwork, sono veramente orgogliosa del risultato finale… come hai detto tu, è molto particolare! Funziona bene con il titolo senza essere letteralmente un “moonbathing”. Si adatta bene. La cosa divertente è che è una sorta di mix di un suo precedente lavoro commissionato e la nostra idea, c’è molto di Glenn Arthur in questa copertina. Se siete amanti dei suoi lavori, lo noterete e potreste capire perché lo adoro così tanto (ride)


– Mi hai già accennato un po’ qualcosa del processo creativo, ma ci son state delle differenze in esso, in particolare con l’aggiunta di Merel e Ruben alla line up?

Di solito siamo io, Martijn e Guus che scriviamo il materiale per i lavori nuovi. Durante il processo, tutti sono i benvenuti a contribuire e salire sul treno e lavorare insieme. Immagina che noi tre lavoriamo insieme da più di 10 anni ormai, quando arriva qualcuno nuovo, cerchiamo un posto giusto o un modo giusto per farlo contribuire al nostro lavoro. Ad esempio in questo album potrai sentire Timo più di prima; ha già fatto due dischi con noi, ma in questo si sente di più la sua signature. Merel nell’ultimo disco non ha ancora questo spazio, ma ha un gran potenziale creativo, ha scritto tutte le canzoni della sua band precedente. Sono curiosa di vedere come lo svilupperà con noi durante un processo creativo alla Delain.


– L’album si apre con “Hands Of Gold” che ha Alissa White Gluz come guest. Come mai l’avete scelta di nuovo e come è stato lavorare con lei?

E’ stato fantastico. Alissa è molto creativa, quando le abbiamo mandato la traccia lei ci ha mandato un sacco di registrazioni. Mi piace come interpreta la sua parte in questa canzone. La parte che canta è un adattamento di un poema di Oscar Wilde e penso che abbia totalmente spaccato, già come aveva fatto in “The Tragedy of Commons”.
L’abbiamo richiamata perché è stata un’esperienza così positiva averla in “The Human Contradiction”, inoltre adoro le armonie pulite (a voce pulita) che ha fatto in “The Tragedy Of Commons”, cosa che fa di nuovo in “Hands Of Gold”. E’ bello vedere cosa fanno gli altri con le tracce senza alcuna informazione e lei è molto creativa, è stato bello.


– Beh dall’inizio della vostra carriera, Marco Hietala è sempre stato un guest fisso nelle vostre canzoni. Come mai a questa volta non l’avete scelto?

Di solito funziona che scriviamo qualcosa, sentiamo che in quel punto serve un guest che urla e lo chiamiamo. E’ sempre stato un processo spontaneo quello di chiamare Marco come guest. Quando abbiamo finito il disco, sembrava già completo di suo, non avevamo nemmeno il tempo di vedere se potevamo inserire altri ospiti.
Ma, non posso dire altro, abbiamo delle cose in arrivo prossimamente in cui ci sarà la sua presenza, scusami se sono così misteriosa ma non posso dire molto al riguardo ancora (ride). Verrà annunciato molto presto, vedrai!


– Leggendo ora la tracklist dell’album, dopo che mi hai detto dell’oscurità in questo lavoro, noto che i nomi sono molto particolari. Mi daresti una spiegazione veloce dei titoli?

Di quale vorresti sentire la spiegazione? (ride)


– Allora conta che io non ho sentito ancora l’album perché non è arrivato, ma Chrysalis mi incuriosisce troppo..

‘Chrysalis – The Last Breath’ è una canzone ispirata ad un film script, abbiamo incontrato il direttore del film quando eravamo a Los Angeles, ci ha fatto vedere lo script e ho trovato facile collegarmi al personaggio principale. E’ una delle canzoni più depresse che abbia mai scritto. Ma come ti ho già detto, voglio che ci sia un po’ di luce in queste canzoni. Chrysalis rappresenterebbe la questione della farfalla che sta dentro prima di uscire fuori; poi abbiamo l’ultima canzone che è “The Monarch” ed è una parte due, una continuazione a livello di tematica, che rappresenta la luce in fondo al tunnel. Quindi “Chrysalis” e “The Monarch” son due canzoni legate tra di loro. Tematicamente “The Monarch” inizia dove finisce “Chrysalis”. Quindi, cara, se ti senti depressa dopo aver sentito “Chrysalis”, passa a “The Monarch” e tutto andrà bene. (ride)


– Ho notato, dopo quello che mi hai appena detto, che “Turn The Lights Out” viene prima di “The Monarch”. E’ collegato al fatto che in “The Monarch” c’è la luce in fondo al tunnel di cui mi parlavi?

In effetti, hai anche ragione (ride). Comunque, no, questo tipo di luce non si riferisce a quel tipo di tematica, anche se la coincidenza è veramente divertente. E’ un adattamento a un personaggio dei fumetti by New Game, è la personificazione della morte. Una delle sue citazioni preferite per me è “When the last living thing has die, I will put the chairs on the table, close the doors behind me and turns the light out when I live”. Ha più a che fare con quel particolare personaggio che con la tematica del disco. Non c’è veramente una tematica del disco, è che mi sono accorta che stavamo andando troppo verso l’oscuro e che bisognava fare qualcosa (ride). Non c’è bisogno di interconnettere le altre canzoni, solo Chrysalis e The Monarch sono collegate.. anche se penso, ecco ci risiamo, che “Danse Macabre” ha un testo legato allo stesso film script quindi lo si può mettere sotto la stessa luce per questo motivo.


– Quale di queste canzoni non vedi l’ora di suonare per la prima volta e quale è la tua preferita?

Bella domanda! Non vedo l’ora di suonare “Fire With Fire” perché è molto “up beat” e quindi sarà veramente una canzone da party con il pubblico. La mia preferita…dato che ci son canzoni diverse su questo disco, è difficile sceglierne una. Adoro Chrysalis, è una ballad e non ne abbiamo fatte per un po’, adoro anche “The Glory And The Scum” che è più pesante, mi piace anche “The Hurricane”..


– .. ti piacciono tutte insomma! (ride ndr)

Siii, comunque dovrò decidere per le prossime interviste quale è la mia preferita (ride)


– Quest’anno è il 10° anniversario dei Delain e voi ragazzi avete organizzato qualcosa di speciale. Cosa dovremo aspettarci da questo evento? Ci saranno degli ospiti speciali?

Questo evento è molto importante per noi, abbiamo fatto in modo che sembri veramente una festa di compleanno. Non ti posso anticipare molto ora, ma più avanti faremo uscire tutte le novità e vedrai che sarà proprio una festa. Per quanto riguarda gli ospiti, ce ne saranno sicuro ma anche lì non ti posso dire nulla, annunceremo presto qualcosa.


– Parlando di promozione e tour, ne avete annunciato uno europeo per questo autunno dove l’Italia non è stata inclusa…tornerete nel nostro Paese, magari nel 2017?

Quando ho visto le date anche io sono rimasta stupita che non ci fosse una tappa italiana. Ma sai, io non mi occupo di questo, ci saranno stati dei problemi…Però prometto che torneremo molto presto, adoriamo l’Italia e i fan italiani.


– E’ tutto per ora, grazie del tuo tempo Charlotte! C’è qualcosa che vorresti dire ai tuoi fan o ai lettori di heavyworlds?

Grazie a te per quest’intervista, spero che tu possa ascoltare il disco presto. Non vediamo l’ora di sapere cosa pensate di “Moonbathers”, di suonare le nuove canzoni sul palco e incontrarvi on the road. Grazie del vostro supporto, è importante per noi.