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Rock’N’Rolf – Running Wild

Un fattore positivo dell’essere un recensore è che si ha la possibilità di poter incontrare lo stesso artista più di una volta…nel caso del mitico Rock’n’Rolf è la terza in pochi anni e il nuovo “Rapid Foray” mi ha permesso di ‘accedere’ nuovamente ad un musicista entusiasta ed espansivo, oltre che ad un’icona del metal. La chiacchierata è stata un po’ lunghetta, lo ammetto, ma ne è valsa la pena vista anche la virata energica del nuovo platter…

-Ciao Rolf e bentornato sulle pagine di Heavyworlds.com! Come vanno le cose in casa Running Wild?

Ciao a tutti in Italia! Qui tutto ok, freneticamente assorto dall’uscita del nuovo album e dalle interviste. “Rapid Foray” si chiama e sono al settimo cielo per come suona (RIDE)!!

-Partiamo quindi a parlare di “Rapid Foray”, ti va? Qual è stata la progressione rispetto a “Resilient”?

Certo che mi va, ah ah (RIDE)! Credo, senza ipocrisia, che “Rapid Foray” rappresenti uno dei momenti migliori della band…anche “Resilient” era un buon album e aveva tutte le carte in regola, ma questo disco suona molto più ‘Running Wild’ grazie ad un appeal simile ai dischi passati…non era ovviamente mia intenzione riprendere in mano le cose come ai tempi di “Under Jolly Roger” o “Masquerade”, perché quei dischi appartengono a quell’era della band, ma era importante trovare la grinta che li aveva caratterizzati.

-Come dicevi, “Rapid Foray” sembra riportare il sound della band indietro nel tempo, con un impatto più diretto rispetto agli ultimi due dischi…hai cambiato l’approccio compositivo o procedi sempre secondo un metodo collaudato?

Uhm… in effetti è una cosa che mi hanno fatto notare alcune persone a cui ho fatto ascoltare il disco, ovvero che richiamasse molto i lavori delle decadi 80 e 90; come ti stavo dicendo, non era una mia intenzione premeditata anche perché le songs sono nate normalmente e seguendo un proprio travaglio…poi, sinceramente, è un album molto Running Wild e quindi è naturale che a livello di arrangiamenti o di riffing ricordi alcuni nostri vecchi lavori, ma l’approccio è molto più moderno e attuale.

-“Rapid Foray” contiene songs come “Warmongers”, dall’appiglio speedy, e canzoni più ‘classiche’ come “Black Skies, Red Flag” o “Hellestrified”…credi che sia indispensabile un bilanciamento in un disco dei Running Wild?

Si si, indubbiamente…e per ottenerlo c’è tutto un lavoro preventivo, quando si hanno solo le demos in mano. In questo caso sono partito con più di una trentina di idee, parte delle quali sono state assemblate o hanno subìto variazioni e alla fine mi sono trovato con lo scheletro di tutte le songs in mano…prima di registrare scelgo la scaletta del disco; in questo caso sapevo che un brano catchy come “Black Skies, Red Flag” sarebbe stata l’opener e che “Last Of The Mohicans” avrebbe chiuso il tutto; “Warmongers”, il brano più power, sarebbe stata tra le prime così come la strumentale “The Depth Of The Sea – Nautilus” avrebbe trovato posto a metà per far respirare il disco. Solo dopo ho iniziato a registrare tutto come si deve.

-“The Depth Of The Sea – Nautilus” rappresenta un altro capitolo che guarda al passato, pur essendo una strumentale…ci puoi dire di più a riguardo?

E’ nata fondamentalmente da una jam in studio…avevo questa melodia in testa che mi richiamava molto la vicenda del Nautilus e del Capitano Nemo, tuttavia non avevo alcuna intenzione di avventurarmi a scrivere un testo. Inizialmente durava circa due minuti, poi riarrangiandola e sistemandola è arrivata a quasi quattro; ma più andavo avanti nel sistemarla e più mi accorgevo che avrebbe reso di più come strumentale.

-“Last Of The Mohicans” è la suite del disco…ci puoi raccontare com’è stato assemblare più parti e, ovviamente, delle lyrics relative ai nativi americani?

Ho letto il romanzo di James Fenimore Cooper da ragazzo e ho visto il film tantissime volte nel corso degli anni, ripetendomi che prima o poi avrei dovuto scrivere un brano sulla vicenda di Chingachgook. A dir il vero avevo alcune idee durante nella fase compositiva di “Victory” che avrebbero potuto calzare, ma quel disco aveva un concept diverso e quindi lasciai stare…in “Rapid Foray”, data l’essenza diversa, ha trovato posto…sapevo fin da subito che una storia simile non l’avrei potuta liquidare in quattro minuti, per cui cominciai a comporre qualcosa di epico e man mano le parti sono aumentate e ampliate…quando ho messo la parola fine e preparato le demos, ho visto che superava gli undici minuti e che avrei potuto stendere un concept complesso come quello de “L’Ultimo Dei Mohicani”. Adoro la storia dei nativi americani e tutte le vicende ad essa legate così come adoro quella parte di filmografia tedesca e non che ne tratta, e come sempre scrivo lyrics in base alle mie passioni; in questo caso è una vicenda triste e tremenda che presenta tutta una serie di situazioni spiacevoli, come la fine di una tribù o la perdita di un figlio o le dispute tra varie razze, e la musica calza a pennello…

-Un altro step evolutivo è rappresentato dalla produzione, la migliore di cui la band abbia mai usufruito, dove sezione ritmica e chitarre formano un muro sonoro…in che modo hai lavorato per ottenere tanta potenza?

In questo caso ho avuto il tempo dalla mia parte…dall’esterno, un paio di anni sembrano un’enormità di tempo, ma per che crea un disco è un lasso di tempo da gestire meticolosamente. Per “Rapid Foray” ho fatto le cose diversamente…più tempo a disposizione, la possibilità di avere uno studio mobile, e quindi di poter lavorare ovunque, e una nuova apparecchiatura che mi ha consentito di evolvere la resa sonora dei Running Wild sono aspetti che hanno fatto rendere le songs maggiormente, senza contare che più ci lavoravo e più la mia passione cresceva vertiginosamente…e infatti sono più che soddisfatto del risultato ottenuto e spero lo siano anche i fans (RIDE)!!!

-Parliamo un momento dell’artwork…qual è il concetto dietro alla copertina di “Rapid Foray”?

Anche in questo caso volevo fare le cose in modo diverso…volevo staccarmi dalle cover standard dei Running Wild e ottenere qualcosa di facilmente notabile in un negozio di dischi (RIDE)…molte songs parlano di pirati e se uno pensa ai pirati nel heavy metal pensa ai Running Wild, perciò ho deciso di fare questa foto con pochi elementi richiamanti la pirateria del diciottesimo secolo e di dargli un tono epico. Ci sono oggetti tipici che lasciano trasparire il contenuto senza però scendere in artwork più complessi come in passato. Credo che sia il giusto compromesso e che esterni ciò che la band è oggi giorno.

-“Rapid Foray” ti vede collaborare con Peter Jordan, Ole Hempelmann e Michael Wolpers…cosa hanno dato al disco I tuoi nuovi compagni?

Abbiamo lavorato come band nella creazione delle demos e delle preproduzioni, nel senso che ognuno ha riarrangiato le idee in modo personale, ma in registrazione le parti di chitarra e basso le ho suonate io e Micheal ovviamente si è occupato delle batterie. La fase di produzione è stata seguita da tutti perché ci tenevo che “Rapid Foray” mostrasse i Running Wild come una vera band e non come il sottoscritto più altri musicisti, in modo che ognuno dicesse la sua per far rendere al meglio le songs.

-Passiamo a parlare di live…state iniziando a programmare qualcosa per supportare il nuovo album, magari un tour europeo e magari un passaggio in Italia?

Mi spiace ma non ci sarà un vero e proprio tour…stiamo vagliando le possibilità di partecipare a festival estivi nel 2017, tra cui anche Wacken con il quale stiamo trattando per uno show particolare…sarà qualcosa di diverso rispetto al concerto del 2014 in quanto adesso siamo una vera band, e spero vivamente che vada in porto tutta l’organizzazione. Nei prossimi mesi se ne saprà di più…so che manchiamo dall’Italia da tantissimo tempo, me ne rendo conto, e spero vivamente di riuscire a farvi visita in qualche festival perché il pubblico è fantastico!

-Nel 2014, qualche mese dopo l’uscita di “Resilient”, sei stato costretto ad un break per un problema alla spalla…come vanno le cose adesso?

Bene adesso, grazie. Ho rotto la giuntura della spalla, un male che non auguro mai di provare…ho dovuto farmi operare e la riabilitazione è stata molto lunga, anche perché ho potuto riprendere a suonare la chitarra poco alla volta cercando di sforzare il meno possibile; è anche per questo che “Rapid Foray” ha potuto usufruire di maggior tempo e cura, anche se sinceramente spero di mai più provare un’esperienza simile (RIDE)!

-I Running Wild sono sempre stati sinonimo di pirati, come affermavi prima…come hai vissuto, da appassionato, l’arrivo di certe pellicole hollywoodiane che nella scorsa decade hanno trattato l’argomento?

Trattiamo lo stesso discorso in maniera diversa, è questo che penso…nel caso dei Running Wild è la musica a dettare l’argomento, visto che non tutte le nostre songs parlano di pirateria o bucanieri. Dipende dalle melodie o da come un riff permette di costruire un coro, e penso che “Rapid Foray” sia il caso migliore, dato che oltre ai pirati tratta altri argomenti.

-Ultima domanda…da veterano che ha trascorso più di trent’anni nella scena metal, come pensi si evolverà il genere in futuro?

Difficile dirlo, ma fino a che ci sarà passione ci sarà anche evoluzione…è quasi ironico, negli anni 80 avere un contratto discografico significava avere una possibilità incredibile da sfruttare e che quasi sicuramente avrebbe aperto qualche porta. Per le band giovani o per chi prova adesso ad approcciarsi a questo mondo le cose sono difficili, nonostante quel grande aiuto che internet porta nella diffusione.

-Ah, un’ultimissima cosa…so che sarà una domanda sciocca, ma qual è stato l’apice della tua carriera?

Ah ah ah, naturalmente è adesso (RIDE)!!! Imparo dal passato e guardo al futuro, vivendo il presente che si chiama “Rapid Foray” (RIDE)…ci sono tanti bei momenti…la pubblicazione di “Gates Of Purgatory” o gli anni dei tour giganteschi o ancora il periodo tra “Masquerade” e “Victory” quando ci fu l’esplosione del metal classico…ma anche il 2016, con uno dei dischi più completi che abbiamo creato. Difficile dirlo…

-Ok Rolf, abbiamo finito…ti lascio carta bianca se vuoi aggiungere qualcosa o salutare…

Spero che le persone apprezzino “Rapid Foray” allo stesso modo che l’ho apprezzato io nel crearlo e mi auguro di vederci ad un festival estivo nel 2017. Grazie a tutti per questi anni.

Grazie a te Rolf per essere stato tanto disponibile con Heavyworlds.com!