Loading

Tony Kakko & Henkka – Sonata Arctica

Noi di Heavyworlds.com abbiamo avuto modo di scambiare due chiacchiere con Tony Kakko e Henkka dei Sonata Arctica durante il promoday per il nuovo disco “The Ninth Hour”. Ecco cosa ci siamo detti, enjoy!2016-10-07

– Ciao Tony, ciao Henkka, benvenuti su Heavyworlds.com, prima di iniziare, come state?

Tony: Ciao, bene dai, forse un po’ stanco con i viaggi e i problemi a dormire, ma quelli sono problemi miei (ride ndr), tanto caffè, tanto caffè e si va avanti (risate generali)

Henkka: Bene bene, stiamo facendo giornate promozionali in giro, abbiamo iniziato domenica e ci mancano ancora un paio di giorni prima di finire.

– Com’è stare in tour senza strumenti e concerti a cui suonare ma a promuovere un disco con tante interviste al giorno?

Henkka: A me piace suonare in giro sinceramente (ride) però capisco che sia un processo importante per la promozione di un disco incontrare persone e parlarne per promuoverlo. E’ veramente una buona cosa.

Tony: Mi piacciono entrambe le cose, mi piace sentire i pareri dei media e confrontarli con il mio. Anche se l’abbiamo finito, sono ancora con la mente nella fase creativa del disco ma è più facile per me vedere cosa ho fatto sentendo i feedback delle persone e dei media, ricevendo tante domande a cui rispondere. Posso vedere e pensare all’album in un certo modo. Lo godo a pieno come periodo anche se il fulcro di tutto per noi è suonare la nostra musica in giro sicuramente, non vedo l’ora di tornare sul palco.


– Immagino, manca poco dai al vostro tour europeo! Parliamo ora invece del nuovo album “The Ninth Hour”, un titolo particolare direi, qual è il suo significato?

Tony: “The Ninth Hour” è un nome che viene dalla Bibbia anche se il disco e i testi non centrano niente con esso. Siamo partiti dal concept della copertina e poi da lì ho trovato il nome per il bambino ( inteso come il nuovo disco ndr). Nel precedente album, che era l’ottavo, avrei voluto mettere il simbolo dell’infinito come simbolo di eternità in qualche modo, che girato sarebbe un otto, ma mi sono allontanato da questa idea. A questo giro, che è il nono disco, ho voluto mettere qualcosa invece. All’inizio ho pensato proprio a “The Ninth Hour” , non sono una persona religiosa, però pensando al numero nove mi è venuto in mente quello. ““That God only wants us to sacrifice and expects us to sacrifice and to repent.” è la citazione dalla Bibbia ed è quello che per me si lega al disco, calza a pennello per questo periodo. Ed è quello che stiamo affrontando in questi giorni, è necessario fare dei sacrifici per permettere a questo mondo e all’ambiente per sopravvivere e in tanti casi ce ne pentiamo e chiediamo scusa per le generazioni precedenti per quello che hanno fatto. Intendo quello che abbiamo fatto per questo pianeta, l’abbiamo rovinato e le cose non potranno tornare come prima, si può solo sperare di migliorarle. Potremo fare una grande differenza nel mondo. L’album non è un concept album vorrei precisare.

Henkka: Non vogliamo essere negativi con questo però. Vogliamo solo comunicare alla fine la speranza nel poter migliorare le cose.

– La prima impressione che si ha ascoltando il nuovo album è che tutto sia cristallino e pulito, dove tutto è raggiungibile facilmente.. Come avete agito per ottenere questo sound così glaciale?

Henkka: Abbiamo cercato di equilibrare le cose in modo che siano suonabili live, non mettendoci troppa roba. Di solito ci si lasciava prendere dalla mano e avevamo veramente tante cose, questa volta abbiamo deciso di andare su cose più semplici, anche per le parti di tastiera, non ne abbiamo messe tante ma solo quelle che importano.

Tony: Esatto, in realtà lo stiamo facendo da due album questa cosa del semplificare il tutto, sembra una via più intelligente di fare le cose.

– Sentendo “The Ninth Hour” mi sembra che ci siano meno assoli di chitarra e di tastiera appunto rispetto ai lavori precedenti, avete semplificato anche qui?

Henkka: A me non sembrano così poche.

Tony: In effetti ce ne sono pochi di assoli eh rispetto ai dischi precedenti. Elias era frustrato perchè ogni volta che ci doveva essere un assolo di chitarra, usavo la melodia diciamo per dire qualcosa in più e renderlo una parte cantata. Può essere anche per questo che ce ne sono di meno (ride ndr).

Henkka: Onestamente non mi sembra di aver fatto poco per questo album però è appunto un punto di vista dall’interno.

– Nella copertina di “The Ninth Hour” sono presenti tutti gli elementi dei Sonata Arctica, come il lupo o le montagne e anche delle viste “moderne”, come la città o l’uomo con l’ombrello. In che modo queste cose sono legate al disco in sè?

Tony: La copertina è una visione utopica dove tutto è bilanciato, sia la tecnologia umana che la natura in sè. E’ tutto in armonia e bello. Poi c’è questo pomello che rappresenta quel qualcosa in cui noi mettiamo le mani con le scelte che facciamo, portando la clessidra a muoversi più da un lato che dall’altro a seconda di quello che si andrà a distruggere con le nostre scelte. Stiamo affrontando una sorta di distopia, dove da una parte la natura è andata persa e noi viviamo nella miseria come punizione per questo, dall’altra l’opzione non è veramente migliore per gli umani in quanto ci siamo alienati e quel che rimane è la natura che ha finalmente l’opportunità di curare se stessa.

– “The Ninth Hour” mostra il vostro amore di nuovo per le strutture che evolvono di continuo plasmando canzoni che sono meno dirette del passato. Come puoi definire la direzione musicale dei Sonata Arctica?

Tony: Questa è difficile, noi siamo una di quelle band che non si adattano in una scatola molto facilmente.

Henkka: Se prendi un tot dell nostre canzoni, vedi che possono essere etichettate come un certo genere, se ne prendi altre, di un altro. E’ il bello di essere i Sonata Arctica, siamo in grado di spaziare su diversi fronti. Siamo quasi arrivati al punto che se uno chiede che genere suoniamo, si può rispondere “Sonata Arctica”. Tutto quello che abbiamo testato in passato, lo portiamo nel nostro bagaglio musicale comunque: sia le parti metal, che quelle symphonic, che quelle rock, hard rock, pop…..

Tony: … blues, sto scherzando! (ride)

Henkka: (ride) Per quello che dico che quando uscirà il disco, la gente dovrà ascoltarlo perchè questo concetto è molto più chiaro così.

– Un’altra particolarità consistente dei Sonata Arctica è la combinazione di grandi melodie con un mood abbastanza melanconico. Credete che sia in parte legato alla terra da dove venite?

Tony: Forse, potrebbe parzialmente. Noi finnici abbiamo questa mentalità melanconica di default ma da quando ero bambino, ho sempre goduto le belle melodie che sono il centro della musica alla fine, tutto il resto è come se fossero delle decorazioni.. Si, può essere che sia legato da dove veniamo.. Ma sai la bella musica viene fatta da tutte le parti del mondo in diversi modi. Quando hai delle canzoni con forti strutture melodiche, principalmente riusciresti a cantare la canzone nello stesso modo in cui tu canti “Buon compleanno”. Non hai bisogno degli strumenti, funziona comunque. E’ una cosa che ho provato a fare quella di scrivere delle canzoni così senza gli strumenti e che funzioni senza strumenti…

(silenzio in generale e partono delle risate)

Henkka: Sembra che tu abbia intenzione di cantare da solo senza la band in giro per il mondo (ride ndr)

Tony: In effetti quello che ho detto suona malissimo (ride). Scusami amico mio (rivolto a Henrikk ndr) , non intendevo dirlo proprio ora ma ora è uscito fuori, il gatto è fuori dal sacco (ride). Cerchiamo sempre di bilanciare il tutto però se prendi certe canzoni, le puoi cantare senza gli strumenti. E’ questa l’essenza, ci possono essere delle eccezioni alle regole.


– Tony, tu e Tommy siete i membri rimanenti della line up originale della band e avete suonato insieme e fatto una grande quantità di dischi e tour. Avete sempre ancora la stessa passione dell’inizio e com’è lavorare insieme dopo così tanti anni?

Tony: Siamo cresciuti insieme, facciamo ciò da secoli oramai. Tommy era veramente un bambino quando abbiamo iniziato..

Henkka: Lui è il più piccolo della band quindi possiamo chiamarlo bambino. (ride)

Tony: Esatto (ride), ha compiuto 35 anni proprio ieri, ora la differenza di età non conta ma ai tempi magari lui ne aveva 13 e io 19 la differenza si notava tantissimo. Abbiamo fatto tanto insieme, ne son orgoglioso e soddisfatto di aver costruito una vita felice con lui..

Henkka: A volte sembrate una vecchia coppia

Tony: vero vero, ci amiamo ma è tutto qui (ride ndr)

Henkka: Vi conoscete al 99%. Sai io sono nella band da 10 anni ed è interessante vedere come ciascuno di noi conosce bene gli altri, lo trovo molto interessante.

Tony: E’ una cosa molto psicologica, dillo a una donna e vedi come reagisce. (ride)

Henkka: In tour facciamo sempre dei giochini mentali tutto il tempo. (ride)

– Se riguardiamo la vostra discografia, i primi tre album hanno un appeal più power e da “Reckoning Day, Reckoning Night” avete iniziato a diventare più progressive. Puoi spiegarmi cosa è successo nel 2003/2004 che ha fatto migliorare il vostro sound?

Tony: “Reckoning Day, Reckoning Night” è stato il primo disco che ha subito un cambiamento, le canzoni hanno iniziato a essere per la prima volta diverse dai tre album precedenti. Ma è dall’album dopo che ci sono stati i cambiamenti drastici. E’ comunque stata un’evoluzione naturale.
“Reckoning Day, Reckoning Night” è anche il primo disco in cui è comparso per la prima volta Henrikk, il suo arrivo ha portato a un miglioramento, anche se in Giappone pensano che abbia portato alla fine di tutto (ride)

Henkka: E’ interessante che tu abbia disegnato la riga della differenza di sound prima di “Reckoning Day, Reckoning Night”, di solito tutti lo fanno dopo. Significa che sei molto percettiva, soprattutto nei dettagli, perchè appunto i cambiamenti hanno iniziato ad avvenire proprio lì.

Tony: Appena è arrivato Henrikk, ho sentito la necessità di fare un album con lui incluso al più presto. Abbiamo fatto poco tour per poterlo fare, è stato stupido, dovevamo fare più tour in effetti all’epoca. Siamo andati n studio e abbiamo fatto in fretta ed è avvenuto il cambiamento.

Henkka: E’ interessante questa cosa: ogni volta che facciamo un nuovo album, le impostazioni sono diverse, è molto eccitante in quanto tu non sai dove andrai finire.

Tony: Vuoi dell’acqua?

– Ma dai si, un goccino (vedo che Tony versa esattamente un goccino e scoppia a ridere ndr)

Tony: Ecco, un goccino esatto (ride), aspetta te ne metto di più va.

– Grazie (ride). Voi musicisti vivete una sorta di compromesso tra la vita musicale e la vita normale per poter fare tutto. Avete mai voluto avere una vita normale con un lavoro quotidiano e una routine abitudinaria?

Tony: Spesso.

Henkka: Ho fatto dei lavoretti giornalieri, se potessi non lo rifarei. Mi piace quel che faccio perchè lavoro a qualcosa a cui sono appassionato parecchio. Quando sei in tour lunghi, ti passa per la mente di voler un altro lavoro e voler tornare a casa e cose così ma passa subito.

– Così come quando stai a casa, non vedi l’ora di andartene in tour..

Henkka: Esatto, è così che ci si sente. Se stai a casa troppo, ti viene voglia di suonare presto in qualche concerto. Abbiamo bisogno di suonare, bisogna farlo avvenire.

Tony: E’ bello comunque tornare a casa dopo 6-7 settimane di tour per rinfrescare i rapporti, rivedere la famiglia e i bambini. Certo, i bambini sono quelli a cui manchi di più, avere il papà via per un po’ è una delle cose più difficili per loro.

Henkka: io ho sempre avuto mio padre che lavorava e non stava molto con me e mi ci sono abituato, i bambini sanno abituarsi presto a queste condizioni e i nostri bambini sanno che le cose stanno così, possono abituarsi in modo che non li ferisca. Al contrario, quando siamo a casa, recuperiamo il tempo perso in quanto non dobbiamo uscire per andare a lavorare e rientrare a fine giornata.

Tony: ci sono comunque dei momenti un po’ brutti tipo quando senti tuo figlio dire a tua moglie “oh che bello, papà ci viene a far visita oggi”. Ci rimani un po’ però è anche giusto, magari te ne vai via due settimane dopo e ha ragione a vederla così. E’ la nostra vita.

– Vedo che indossi la maglietta dei Trick Or Treat, quindi mi viene spontanea questa domanda: com’è il tuo rapporto con i ragazzi e com’è stato lavorare per la canzone presente nel loro nuovo album?


Tony: E’ stato facile lavorare con loro e divertente fare il tour con loro. E’ una band fantastica, il cantante è un grande. Spero tanto che riescano a crescere sempre di più con le giuste connessioni. Il fatto che Alle canti anche nei Rhapsody di Luca Turilli li metta in buona luce, sono dei ragazzi veramente fantastici. Spero di vederli quando saremo in tour in Italia.

Henkka: Mi sembra che la scorsa volta siano venuti a sentirci, dopo il concerto ci siamo presi un paio di birre..

– E’ tutto per ora, grazie della vostra disponibilità…

Tony & Henkka: Grazie a te!

– … c’è qualcosa che vorreste dire ai vostri fans o ai nostri lettori?

Tony: Ascoltate “The Ninth Hour”, venite a sentirci live. Dopo questo, sentite altri album di altre band e andate a vederli live quando saranno vicini. Supportate la musica live, comprate dal merch ufficiale, invecchiate, portate i vostri bambini, date speranza così ai promoters che fanno bene il loro lavoro in modo che la musica live continui a esistere.

Henkka: E ringraziamo tutti quelli che ci supportano, siamo veramente fortunati a fare questo. Non vediamo l’ora di tornare con nuove canzoni da suonare live. Ciao!