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Sami Yli-Sirniö – Kreator


Dopo aver ascoltato e recensito il nuovo opus della band teutonica Kreator,”Gods of Violence”, abbiamo avuto la fortuna di parlare un po’ con il chitarrista Sami Yli-Sirniö, che ci è sembrato eccitato e pieno di energia in vista del tour promozionale imminente. Buona lettura!

-Ciao e benvenuto su Heavyworlds.com! Come stanno andando le cose per ora?

Ciao! Grazie per la domanda, le cose stanno andando alla grande per ora. Pronti a partire per un nuovo tour e l’eccitazione è alle stelle.

-Ho avuto il piacere di ascoltare il vostro nuovo album e, come ho detto anche nella review (qui), è un record che spacca! Ti andrebbe di dirci com’è nato?

Grazie tante. E’ stato un processo lungo in cui sono state fatte molte demo e si sono tenute diverse sessioni di registrazione.

-In alcune delle vostre canzoni ci sono degli argomenti che sono riconducibili a situazioni ed eventi reali, e mi riferisco a brani come ”Totalitarian Terror”… Come hanno influenzato il vostro songwriting i terribili eventi dei tempi recenti?

La musica sull’album riflette sentimenti che a volte sono ispirati da eventi correnti, alcuni dei quali negativi, come gli attacchi terroristici di Parigi al Bataclan. Nessuno cerca di offrire alcuna soluzione, ma talvolta anche le cose negative possono offrire ispirazione e uno sfogo ai sentimenti negativi.

-Il suono della band è molto cambiato in tutti questi anni, ma l’energia e il taglio tipicamente Kreator sono sempre stati delle costanti: vale la stessa cosa anche per ”Gods of Violence”. Questa volta, però, avete consolidato il sound melodico, rendendolo allo stesso tempo più oscuro, in qualche modo più vicino al death metal svedese. Qual è il processo di assemblaggio di una canzone? Avete le idee chiare da subito su come un brano dovrebbe suonare?

Di solito non abbiamo mai le idee chiare. Non abbiamo dogmi per il nostro processo creativo. Le cose tendono solo ad accadere. Comincia tutto con qualche demo a casa, che poi entra nelle prove della band, e altre nuove demo prima di entrare in studio. Ma è stato sicuramente molto divertente questa volta. Non saprei riguardo al death metal svedese, però. Se suona simile, sicuramente non è stato intenzionale. Infatti credo che in passato i Kreator siano stati un’ispirazione per il death metal svedese. (ride!)

-Siete due chitarristi nella band e ogni canzone è questo incredibile avanti-indietro tra riff e assoli… Come vi dividete le parti?

A Seconda di come una cosa funzioni meglio la canzone. La maggior parte degli assoli sono stati suonati da me, ma ci sono anche un sacco di scambi di lick che avvengono. Di nuovo: non ci sono regole o dogmi. Sulla sinistra potete sentire Sami sulla chitarra ritmica e sulla destra Mille.

-Trovo che ultimamente ci sia questo trend nell’heavy metal e nella musica in genere che tende a comprimere e a rendere il suono tondo e pieno, creando una musicalità talvolta quasi ‘artificiale’, ma ciò non accade nella vostra musica. Qual è il vostro approccio al processo di produzione e alle nuove tecnologie nella musica?

Il nostro produttore usa Pro Tools come la maggior parte delle persone questi giorni. Ma noi non abbiamo fatto nessun tipo di copia-incolla, quindi tutto ciò che senti è stato suonato da persone vere. Certo, c’è stata roba editata, ma io trovo che non ci sia niente di male in questo. Abbiamo cercato un suono organico ma allo stesso tempo potente, che metta in evidenza la personalità dei musicisti.

-Avete già rilasciato​ due videoclip musicali per ”Gods of Violence”’ e per ”Satan is Real” e presto ne rilascerete un terzo per ”Totalitarian Terror”. Ti va di parlarci un po’ di questo trittico? Qual è la storia?

Il primo cerca di descrivere la nascita del demone Kreator. Simbolicamente anche il male che vive dentro noi tutti. Il secondo è una continuazione di ciò, ma in tempi medievali, quando Satana era reale. Ma attenzione, non ti sbagliare: noi siamo Atei. Il terzo porta lo stesso scenario in uno sfondo più moderno.

-In questo album ci sono molte canzoni che si presterebbero benissimo per altre saghe di videoclip, soprattutto quelle con una specie di background fantasy. Pensate di fare ulteriori videoclip?

Io lo spero. Però prima andiamo in tour e vediamo come va.

-Dopo il release party partirete per un tour enorme per l’Europa e il Nord America, che durerà fino a metà aprile. Quali sono le cose che più ti fanno essere impaziente di andare in tour? E, in particolare, quali sono le aspettative per questo tour?

Abbiamo un sacco di ulteriori effetti visivi pianificati in vista del tour! Per me come musicista la parte più affascinante è riuscire a suonare le nuove canzoni live davanti ad un’audience.

-Questa estate suonerete anche ai festival estivi come Hellfest e Wacken Open Air. Preferisci di più i grandi palchi dei festival oppure le venue più piccole e più intime dei concerti notturni in tour?

L’estate è sempre il miglior periodo dell’anno per un musicista: si suona il week-end ai festival con giorni liberi in mezzo. Anche andare in tour e fare concerti nei locali è divertente, però prende più tempo e ti toglie più energia. Ma finché la gente viene ai concerti e ci sostiene, non mi potrei mai lamentare.

Questo è il vostro quattordicesimo album in 35 anni di attività, se posso chiedere, com’è suonare ed essere in una band per così a lungo?

Posso dire che almeno ci si riesce a conoscere tra noi. Un segreto della longevità della line-up della band potrebbe essere il fatto che io vivo in un altro Paese (ride).

-È tutto per questa sera. Grazie per il tuo tempo. Vorresti chiudere con un messaggio per i lettori o per i fan?

Spero di vedervi nel tour! Vi ringrazio molto per il supporto e per l’interesse!