Loading

Tave Wanning – Adrenaline Rush

Noi di Heavyworlds.com abbiamo avuto il piacere di intervistare la cantante Tave Wanning, in occasione dell’uscita del nuovo album ‘Soul Survivor’. Questo il risultato della nostra chiacchierata. Enjoy!

Ciao Tave e benvenuta su Heavyworlds.com! Prima di tutto, come vanno le cose negli Adrenaline Rush a pochi giorni dall’uscita dell’album?

Grazie a te per avermi ospitata, è sempre un piacere! Stiamo tutti beni, siamo impegnati con le prove per il Frontiers Festival che si terrà a fine mese. E aspettiamo l’uscita dell’album, ovviamente. Siamo così entusiasti di questo disco e sarà divertente vedere come sarà accolto.
-Parlando di ‘Soul Survivor’, ti va di introdurlo ai tuoi fans italiani?

Assolutamente. ‘Soul Survivor’ è il secondo album. 12 nuovi brani che credo mostrino la crescita della band, il passo successivo. Stiamo espandendo i nostri confini musicali, è qualcosa che è avvenuto naturalmente con il passare degli anni, il cambio di line-up e le persone coinvolte nel processo creativo. Paragonato al primo album, ‘Soul Survivor’ è ancora Melodic/AOR, ma è più duro, se vogliamo, e la musica è più complessa. Ha, però, ancora un sapore anni ’80, almeno per le mie orecchie. La produzione non è così pulita come lo era per il primo album, ma è perfetta per il tipo di sound che volevamo.
-La prima impressione è che gli Adrenaline Rush abbiano affinato il loro suono in un modo più oscuro…Ti va di parlare della nascita dell’intero album e della creazione della struttura delle canzoni?

All’inizio ciò che sapevo era che non volevo tirar fuori una versione ripetuta del primo album. Ho cercato di seguire di più il mio istinto questa volta, anche se c’erano dei momenti in cui pensavo che forse avrei dovuto rimanere sulla linea del primo disco e continuare a tenere le canzoni in una chiave light e melodica. Ma alla fine ho deciso di seguire il mio cuore. Come forse sai, collaboro con altri compositori per scrivere musica. Mi portano dei demo e se c’è qualcosa che mi piace, lo sviluppiamo e modifichiamo, fino a quando non ne viene fuori un brano che per me può andare. Avevo all’incirca 20 demo che stavo prendendo in considerazione, ma non ne ero molto convinta, fino a quando non è arrivata ‘Love Like Poison’. Una volta ascoltata, avevo la direzione ed il sound per il nuovo album. E’ più duro e forse più dark del precedente, come hai detto tu. Un po’ credo sia dovuto anche alle influenze di Fredrik. E fanno anche parte del mio percorso. Band come Judas Priest ed Accept sono parte della mia dieta giornaliera. E credo che le nuove canzoni siano un po’ più complesse e profonde, avrai bisogno di ascoltarle diverse volte, per capire se possono piacerti o meno. Ma va bene. Stiamo spingendo un po’ l’involucro e credo sia una cosa salutare da fare.
-La tua voce, come nel primo album, è il marchio più riconoscibile. Qual è il tuo modo per creare testi e melodie per i nuovi brani?

I testi sono importanti. Voglio cantare roba alla quale mi sento connessa. Quindi mi assicuro sempre che i testi abbiano senso per me. A volte arrivano delle demo i cui testi sono a posto così come sono, ma la maggior parte delle volte bisogna cambiarli. In più c’è anche una dimensione tecnica, alcune parole funzionano meglio di altre per cantare. Facciamo aggiustamenti durante tutto il processo, a volte anche mentre stiamo registrando. Una volta che i testi e la direzione sono stabiliti, le armonie vengono da sé. E’ un processo intuitivo, ci sono dei posti nelle canzoni che chiedono determinate armonie e tutto ciò che devi fare è cantarle. Qualche volta proviamo diverse melodie ed è sempre molto semplice decidere quale funzionino meglio.
-‘Adrenaline’ e ‘My Life’ sono più veloci, mentre ‘Soul Survivor’ e ‘Breaking The Silence’ sono più groovy. Credi sia importante creare un equilibro tra le canzoni di un album?

Si, assolutamente. Un album è come un pasto. Hai bisogno di un antipasto, una portata principale, dolce e caffè. Diversi sapori e diverse strutture che funzionano insieme e creino un intero e soddisfacente pasto. Oggigiorno le persone ascoltano di più singoli brani on-line che interi album, quindi il concetto di album potrebbe essere un po’ ‘datato’ in quel senso. Ma io amo ascoltare gli album. Soprattutto i vinili. Riesci a vedere i diversi lati degli artisti e scopro che, la maggior parte delle volte non sono le hit quelle che amo. Sono quelle strane tracce dei 2/3 dell’album che ti possono davvero sorprendere. E potresti anche non trovarle mai se tutti continuano a concentrarsi soltanto sull’ascoltare determinati brani, rendendoli delle hit.
-Il brano ‘Stand My Ground’ ha un appeal anni ’80, ma è davvero molto moderno. Credi sia importante costruire un background prima di creare un proprio stile musicale?

In un certo senso credo sia vero. Non che non si possa far musica senza, ma mi piace esplorare il lignaggio e capire chi ha influenzato le band che mi piacciono e che ora influenzano me. E quasi tutte le rock band si rifanno alle grandi band degli anni ’70 o al rock’n’roll degli anni ’50 ed ancor prima al blues. Ma la cosa più importante è ascoltare te stesso e seguire la tua mente. Perché verrai criticato, è impossibile piacere a tutti ed ognuno ha la sua opinione. Ma se segui il tuo cuore e fai esattamente ciò che vuoi, acquisti quella sicurezza che te ne fa fregare di ciò che pensano gli altri.
-‘Love Is Like Poison’ è il primo singolo…In quale modo questo brano può introdurre ‘Soul Survivor’?

E’ un grande inizio. E’ un uptempo, i riff sono moderni e pesanti e l’assolo davvero fantastico. E in cima a questo c’è il contrasto della mia voce. Credo dia un assaggio definitivo di ciò che viene dopo. E in realtà è stata questa canzone a dare la direzione all’intero album, una volta trovata, sapevo di essere sulla strada giusta.
-‘Soul Survivor’ introduce Sam Soderlindh e Joel Fox nella band. Cosa hanno portato al nuovo album e, ovviamente, alla visione musicale degli Adrenaline Rush?

Ero preoccupata quando abbiamo perso sia Ludvig che Soufian in così poco tempo, proprio quando i piani per il nuovo album erano disposti e le registrazioni cominciate. Ma non ci sono rancori tra di noi e gli auguro il meglio per qualunque cosa vogliano fare. Joel è entrato quasi senza sforzi, ha presto il posto di Souf durante un concerto e subito si è adattato, è stato un gioco da ragazzi. Ero così felice che avesse scelto di unirsi a noi in modo permanente. Il suo stile è un po’ grezzo, va dritto al punto e crea le basi per delle fondamenta solide che si adatta alla perfezione con le nuove canzoni. Sam è stato difficile da trovare, abbiamo provato con un paio di ragazzi prima di lui, ma le cose non andavano bene. Stava per diventare un problema, ma poi Sam è arrivato ed è subito scattata la scintilla. Ha una mano veloce ed un’ottima presenza sul palco. C’è un sacco di potenziale. Entrambi sono ovviamente ottimi musicisti, ma cosa ancor più importante, sono dei ragazzi davvero molto buoni e positivi. Con tutto il lavoro ed i problemi che ci sono nel tenere unita una band, non puoi avere persone negative intorno. Sono davvero felice di averli a bordo.
-‘Soul Survivor’ vede la tua collaborazione con Fredrik Folkare ed Eric Mattensson. Com’è stato lavorare con loro e cos’hanno dato all’album?

Entrambi sono ragazzi fantastici e molto dolci. Sono molto simili per certi versi, ma molto differenti per altri. Sono cresciuti nello stesso posto e credo abbiano frequentato anche la stessa scuola. So che hanno suonato insieme in diverse band. Ed entrambi hanno molti talenti, scrivono, registrano, producono e suonano la chitarra. Ma Fredrik viene da un posto musicalmente più duro (Firespawn, Unleashed) e ciò si è rivelato essere perfetto per il nuovo album. Il piano originale era di lavorare con Erik come la prima volta, ma dato che ha spostato il suo studio lontano da Stoccolma, ha suggerito di incontrare Fredrik e vedere come sarebbero andate le cose. E siamo andati subito d’accordo. Così Erik ha finito per essere una sorta di ‘produttore esecutivo’, ci ha aiutato a scegliere le canzoni, fungendo da tramite durante tutto il processo. Erik ha anche co-scritto un brano e masterizzato l’album. Per il resto, ho lavorato strettamente con Fredrik. E’ stato coinvolto nel processo di composizione, arrangiamento, registrazione e produzione. Ci sono anche altri compositori coinvolti, ma Fredrik è il principale collaborate e complice.

-Parlando del tour…Come supporterete ‘Soul Survivor’ sul palco?

Questo è il paradosso delle nuove band. Tutto ciò che vuoi fare è suonare dal vivo, ma allo stesso tempo è veramente difficile trovare concerti che siano finanziariamente sostenibili. Solitamente finisci col perdere soldi durante i concerti, suonando in piccoli posti con minor attrezzatura di quanta te ne servirebbe. Quindi cercheremo di fare il possibile per fare concerti e costruirci un seguito, così da poter suonare anche in venue più grandi, un giorno.
-Il 30 Aprile sarete in Italia per la seconda volta per il Frontiers Festival. Cosa dovremmo aspettarci da voi per questo concerto?

Sarà grandioso proprio come l’ultima volta. Porteremo una nuova line-up, nuovi brani e cercheremo di provare qualcosa di nuovo – ci sono un sacco di strati vocali sull’album che fino ad ora abbiamo sempre trascurato dal vivo. Ma questa volta cercheremo di utilizzare diverse tracce per dare il proprio posto all’armonia. Mescolando vecchi e nuovi brani avremo l’opportunità di mettere insieme una set-list da paura.
-Il vostro album di debutto è stato rilasciato nel 2014. In questi 3 anni quanto è cambiata Tave Wanning, sia come persona che come musicista?

Sono cresciuta molto sia personalmente che musicalmente, credo che maturata sia il termine giusto. Il primo album è stato registrato nel 2012/2013 quindi sono passati quasi 5 anni. Sul lato personale ho semplicemente vissuto più a lungo ed avuto esperienze dalle quali apprendere – ho visto di più, fatto di più e vissuto di più. Sul lato musicale, sento di aver un miglior controllo sulla mia voce ed una migliore comprensione su cosa può andar bene e cosa no.
-Nel vostro processo di scrittura possiamo trovare influenze che vanno dall’Hard Rock all’AOR, inclusi Modern Metal e Power Metal. Credi sia importante avere una mente aperta al giorno d’oggi e trarre ispirazione dai vari stili musicali?

Credo sia assolutamente sempre importante avere una mente aperta, nella vita così come nella musica. Ascolto ogni genere di musica, dal blues alla techno. Non penso molto ai generi, ma a ciò che cattura la mia attenzione. Tutto quello che mi piace va bene! Ma se devo nominare un genere al quale continuo sempre a ritornare, è sicuramente il Rock anni ’70. Amo band come Fleetwood Mac, Rod Stewart, Rolling Stones, Rival Sons e Blackberry Smoke. Stranamente divertente, considerando che la musica che suono è molto differente. Ma chi sa, magari un giorno farò un album dal gusto anni ’70.
-Ok Tave, abbiamo finito. Grazie mille per il tuo tempo e la tua pazienza. Sentiti libera di aggiungere qualunque cosa vuoi condividere.

Grazie mille a te per avermi ospitata. E un grande grazie anche a tutti i lettori, non saremmo in grado di fare ciò che facciamo senza il loro supporto! Divertiti, ci vediamo in giro e ENJOY THE ‘RUSH!