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Dani Filth – Cradle Of Filth

In occasione dell’imminente uscita di ‘Cryptoriana – The Seductiveness of Decay’, nuova fatica discografica dei maestri britannici del metal estremo, abbiamo avuto il piacere di conversare con Dani Filth, leader storico della band, che si è mostrato ottimo interlocutore, estremamente gentile e disponibile. Il tutto è avvenuto all’interno di un hotel di Milano, in una nicchia dove faceva capolino una curiosissima riproduzione in pietra delle insegne papali. Ecco quanto ci ha detto:

– Ciao Dani, come stai? Hai avuto tempo per visitare Milano?

Sto bene, grazie! No, abbiamo viaggiato tardi ieri notte, e non ho avuto tempo di fare nulla. Domani sarò a Parigi e poi a Londra, è un periodo abbastanza impegnato (ride, nda)

– Puoi presentare ai nostri lettori ‘Cryptoriana’? Quali sono le sue caratteristiche principali?

Il tema di ‘Cryptoriana’ è basato sull’età vittoriana, e tutto ciò che fu tipico di quel periodo; penso ai lavori di scrittori come Arthur Conan Doyle, Bram Stoker, o anche Oscar Wylde. L’Inghilterra vittoriana fornisce un quadro molto cupo, complice anche l’industrializzazione, che aveva preso piede da poco tempo.

Musicalmente, abbiamo usato un vero coro, mentre nel precedente album no; in ‘Cryptoriana’, poi, ci sono molti elementi presi dalla new wave of british heavy metal, ma non credo che questa differenza sia intenzionale, perché due canzoni che appaiono in questo disco furono parzialmente composte per il precedente, e qui solo ritoccate.

– Anche gli assoli sono molto NWOBHM…

Sì, hai ragione; sai, credo che anche con le chitarre ci siamo mossi in avanti. Inoltre, per questo disco abbiamo fatto una cosa che non facevamo da tempo: siamo andati in Repubblica Ceca a registrare l’album, ed è stato utile, anche a livello di atmosfera.

– Possiamo dire che sia stato facile registrare il vostro nuovo disco?

Non è mai facile, in realtà. Diciamo che questa volta è stato più facile, perché la line up non è cambiata. Ci siamo messi a lavorare assieme, come gruppo. Con la produzione abbiamo lavorato fino alla noia per far sì che suonasse tutto bene.

– Parlando dei testi, a proposito di età vittoriana, perché pensi che si adatti così bene al metal estremo?

Beh, per l’infatuazione per la morte e con l’esoterismo, propria di quell’epoca. L’età vittoriana tra l’altro non è un periodo così lontano da noi, risalendo solo a 2-3 generazioni fa. La mia casa, per esempio, è stata costruita l’anno in cui è morta la Regina Vittoria. Anche la tv negli ultimi anni ha prodotto molto materiale legato a quell’epoca: direi che è un’ottima fonte di ispirazione.

– Ma personalmente prediligi il cinema o la letteratura, come fonte di ispirazione?

La letteratura. In realtà l’ispirazione arriva da qualsiasi cosa. Certo, guardo anche molte serie tv, come Game of Thrones. Tutti guardano Game of Thrones (ride, nda)

– Hai mai pensato di ambientare un tuo concept in Italia, magari nella Roma dei Papi? (Gli indico lo stemma raffigurante le chiavi di San Pietro alle sue spalle, e si ferma incuriosito a guardarlo per una decina di secondi, nda)

Ecco, se dovessi ambientarlo in Italia, probabilmente lo realizzerei sui Borgia (famiglia italo-spagnola che diede alla luce due papi, Callisto III e Alessandro VI, e furono protagonisti, veri o presunti, di numerose vicende scandalose e macabre del loro tempo, nda). Il fatto è che non ho assolutamente idea di cosa pubblicherò prossimamente.

– L’album uscirà a fine Settembre; immagino che poi affronterete un lungo tour…

Sì, andremo in Giappone e poi faremo un tour nel Regno Unito, ma l’anno prossimo faremo il più lungo e comprensivo tour europeo che abbiamo mai fatto. E poi ci imbarcheremo anche in un grosso tour americano. Speriamo di suonare anche in qualche festival estivo, ma al momento non saprei dirti qualcosa di preciso in merito.

– A proposito di festival, ricordo con entusiasmo un recente Gods of Metal in cui, coi Cradle of Filth, suonasti in mezzo a icone dell’hard’n’heavy ottantiano (Gods of Metal del 2011, in cui a molti parve piuttosto strano l’accostamento in scaletta dei Cradle of Filth con Europe, Whitesnake, Judas Priest e Mr. Big, fra gli altri). Hai qualche aneddoto su quella giornata?

Ah, sì, è stato divertente quel concerto in Italia! Ricordo che rividi Joey Tempest (cantante degli Europe, nda), che avevo già conosciuto in precedenza. Ci siamo messi appena fuori del backstage, al lato del palco a guardare il concerto dei Priest e a cantare tutte le loro canzoni. Ci siamo divertiti parecchio (ride, nda).

– La tua esperienza musicale comincia circa dal 1991. Cosa è cambiato dai tuoi esordi?

Agli inizi eravamo molto underground, c’era un’aura di mistero intorno a quello che suonavamo noi e a quello che suonavano gli altri. Come in tutte le cose, poi, quando cresci si perde un po’ la magia degli inizi, un po’ come quando sei bambino e pensi al Natale. Il Natale è sempre quello, ma quando cresci è diverso, non riesci più a ricreare quella magia che te lo faceva amare da piccolo. Allora c’erano i volantini, lo scambio di cassette, oggi ci sono Spotify e Youtube. Oggi le vendite sono calate e paradossalmente vendiamo meno ora che siamo più conosciuti, rispetto a 20 anni fa.

Spotify e Youtube sono utili per farti conoscere. Al giorno d’oggi è facile registrare un disco, ognuno può farlo, e l’inflazione che si è creata rischia semplicemente di inquinare la scena metal.

– Hai qualche sogno nel cassetto, ancora da realizzare?

Desidero continuare a essere soddisfatto delle cose che compongo. Un sogno nel cassetto potrebbe essere scrivere un libro e successivamente comporre un cd basato su di esso.

Poi, vorrei suonare in qualche luogo in cui non siamo mai stati: per esempio in Sud Africa, in Nuova Zelanda, o in Egitto. Mi piace suonare nei posti grandi, c’è un’atmosfera incredibile.

– Ti piace fare il turista mentre sei in tour col gruppo?

Assolutamente. L’ultima volta che siamo stati a Roma a suonare siamo andati in Vaticano, a vedere la basilica, i musei; è stato magnifico. Una cosa bella del nostro mestiere è che, quando fai i tour, se hai tempo puoi cercare di fare il turista.

– Ok, Dani, l’intervista è finita. Concludi pure come vuoi.

Grazie per l’intervista e alla prossima!