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TARJA – Tarja Turunen

Mancano pochi giorni all’uscita di My Winter Storm e Tarja è passata da Milano per promuovere il suo album. L’abbiamo incontrata presso i modernissimi uffici della Universal Music.

Il tuo nuovo album, My Winter Storm, sarà pubblicato a giorni: quali sono le tue sensazioni, aspettative e speranze a riguardo?

E’ stato un processo molto lungo, mi ci è voluto quasi un anno per pianificare tutto attentamente. Credo di esserci riuscita molto bene, perché la produzione iniziata a giugno (per terminare a settembre), quando più di metà del lavoro era già stata fatta. Tutte le persone coinvolte – i musicisti, il coro, l’orchestra, gli esperti di colonne sonore – hanno dovuto lavorare in tempi molto ristretti e allo stesso tempo in maniera molto spontanea, perché io sono partita da subito con l’idea di non voler tornare in studio a ritoccare il materiale durante la produzione. Sull’album sono state catturate le vere sensazioni di quei momenti in cui eravamo tutti insieme in studio a registrare e trovo che sia una cosa fantastica: posso esserne felice.
Sono riuscita a concretizzare la visione di questo album che ho sempre avuto chiara fin dall’inizio, riuscendo a farmi capire da tutti i miei collaboratori, soprattutto il produttore, che mi ha aiutata a trasmettere le mie idee agli altri. Sicuramente non è stato facile, perché abbiamo lavorato con molte persone e in molti studi diversi. Poteva rivelarsi una catastrofe. In questi casi bisogna stare attenti a tutto, ma si può fare. Sono stata sempre presente dando indicazioni insieme a Daniel Presley (NdR il produttore)… e ha funzionato! E’ stata sicuramente una novità per tutti noi…

Per te è stata la prima vera esperienza nella creazione di un album dall’inizio alla fine…

Sì, esattamente! Ho seguito tutto sin dall’inizio senza che nessuno mi dicesse che cosa fare. Anche perché se qualcuno ci avesse provato gli avrei risposto: “Hey, ma che cosa stai dicendo? Questo è il mio album!”
Quando guardo la mia copia del disco posso sentirmi fiera, perché ci vedo dentro me stessa. E’ stata la prima volta che ho composto delle canzoni sia da sola sia con altre persone e ho avuto dei buoni maestri in questo percorso… E’ stato bellissimo.
Ora, pensando al fatto che l’album verrà presto pubblicato – in Finlandia addirittura mercoledì! Gasp! – Sono molto eccitata, perché è il mio primo disco solista che viene lanciato a livello internazionale. So che devo essere realista: ho fatto delle scelte piuttosto coraggiose in questo lavoro. Non ho fatto un album né heavy metal né classico: è qualcos’altro.
Quando la gente lo ascolterà rimarrà sorpresa, spero positivamente. Ma so di non aver registrato l’album tenendo conto di come gli ascoltatori potessero reagire; sarei andata nella direzione sbagliata.

imm

Visto che hai registrato anche una Cover di Poison non è che per caso Alice Cooper ti ha già telefonato per farti sapere se ha gradito?

E’ sempre stato il mio obiettivo! Sto cercando di spingere attraverso l’etichetta per fare in modo che lui la senta! (ride). Quando stavo registrando ai Remote Control Studios di Los Angeles ero proprio impegnata su questo pezzo e ci siamo divertiti un sacco! In questi studi lavora, nel team di compositori di Hans Zimmer, un grande amico di Alice Cooper e l’ho pregato di fargli sentire la mia versione di Poison… Gli ho lasciato una registrazione del pezzo, ma Alice non si è ancora fatto sentire, quindi non so se l’abbia sentita, se gli possa piacere…. Sicuramente la mia versione è molto diversa… Mi rappresenta ed è diversa perché doveva adattarsi al resto dell’album. Non è stato semplice: in Irlanda la band ha registrato la base e io ero l’unica con in testa l’idea finale… Loro hanno avuto un po’ di difficoltà a suonare come volevo, ho dovuto pregarli: sapevo che sarebbe stata grandiosa, ma era difficile da intuire ascoltando solo le registrazioni di chitarra, basso e batteria. Tutti i riff originali di Poison mancavano e i ragazzi continuavano a chiedermi: “Ma che cosa vuoi? Cosa dobbiamo fare?” E io ho dovuto convincerli a fidarsi di me e delle mie idee. Ora hanno potuto ascoltare la versione finale e la giudicano molto interessante, perché è piuttosto personalizzata. Si capisce che ci sono dietro io, che è la mia versione.

Di chi è la voce maschile che si sente su questo brano?

E’ di mio fratello più piccolo, Toni Turunen. Si esibirà con me anche durante i concerti. Si occupa di strumenti aggiuntivi.: Mike Terrana suonerà la batteria tradizionale, mentre mio fratello quella elettronica. Inoltre suonerà un po’ di tastiere, la chitarra… e canterà. Per cui, come avrai capito, Poison sarà nella set list.

La tua esperienza nei Nightwish e nell’ambito della musica classica ha contribuito alla creazione di questo disco?

Certo, è parte di me, della mia crescita e del mio background. Per come la vedo io questo album è la sintesi della mia crescita musicale negli ultimi quindici anni. Ciò che ho sperimentato in questo periodo della mia vita è tutto dentro questo disco: da quando avevo quindici anni e ho cominciato a cantare. Poi sono arrivati i Nightwish e con il mio background classico ho avuto problemi per anni mentre ero alla ricerca del giusto equilibro per cantare nella band… Ci è voluto tanto tempo, ma mi si sono aperti nuovi orizzonti. Tutte queste cose le porto con me.
Allo stesso tempo ascoltando l’album si sente che non è metal e non è neanche classico. Contiene elementi di entrambi i generi, combinati in una sorta di colonna sonora che dipinge scene e immagini che ciascun ascoltatore può visualizzare nella propria mente. Il mio obiettivo era quello di combinare tutte queste cose senza risultare ridicola o troppo complicata. Molti mi hanno chiesto come faccio a mettere insieme chitarra classica e violoncello e poi inserire un brano solo di chitarra elettrica e un altro con l’orchestra perché ritengono che sia troppo complicato. Secondo me non è così, l’importante è che ci sia l’emozione. La musica è emozione, se manca quella l’ascoltatore non si muove. Ciascuno di noi ascolta diversi tipi di musica e avrà impressioni diverse, ma non c’è un’interpretazione sbagliata, non esistono sensazioni errate. Questa è la musica.

La musica finlandese vive da alcuni anni un momento d’oro: ci siete tu, i Nightwish, gli Apocalyptica, i The Rasmus, gli Him… Scondo te quali motivi ci sono dietro a questa situazione?

Gasp! Dammi un momento… Non posso mica spiegarti tutto in due parole! (ride). E’ sicuramente meraviglioso che la musica finlandese abbia conquistato il mondo in questa maniera. E sono contenta di far parte di questo fenomeno, mi considero una sorta di messaggero della Finlandia.
Non so se sia solo un momento favorevole o se questo derivi dal fatto che noi come persone siamo alla ricerca della bellezza nella musica e nella nostra vita… A volte vivere è un casino, è stressante e c’è bisogno di evadere. Per me la via di fuga è la musica. Certo, ci sono gli amici e la famiglia, ma la musica è la musica! Penso che per molti sia così, hanno bisogno di un modo per allontanarsi dalla realtà. La musica finlandese è molto sentimentale ed emozionale e attraverso la sua malinconia e la sua oscurità arriva al cuore della gente. La musica finlandese sta vivendo questo momento d’oro da praticamente 10 anni ed è meraviglioso far parte di tutto questo. Ma in generale tutta la musica scandinava, anche quella proveniente dalla Norvegia e dalla Svezia, è coinvolta. Ci sono band dark, metal, rock che si portano dietro questa sorta di malinconia. E appena le ascolti capisci subito da dove provengono.

imm

Parliamo del tuo ultimo video. Ti sei divertita a girarlo?

Sì, proprio! Devo ammettere che è stato divertentissimo. Ci sono voluti due giorni e l’abbiamo girato in una foresta a Berlino. Non chiedermi perché a Berlino e non in Finlandia dove abbiamo una miriade di foreste… Il regista e il suo staff erano tedeschi ed è stato più comodo così. Comunque, è stato molto bello e con loro mi sono trovata benissimo. Mi è piaciuto recitare tutti questi personaggi, anche perché fin da quando ero piccola ho sempre amato il teatro, ci sono sempre stata molto legata.
Il trucco per la Ice Queen è durato praticamente tre ore e il problema è che continuava a piovere e a tornare il sole, piovere e tornare il sole e noi dovevamo correre! C’erano le truccatrici che mi inseguivano perché non ero pronta, ma avevamo bisogno di luce!
Certo, il brano I Walk Alone ha un significato molto più profondo per me, tanto che ho tratto da lì il titolo dell’album: My Winter Storm holding me awake it’s never gone. La gente è stata la tempesta che mi ha tenuta sveglia. Lo so, è un po’ strano che io abbia girato un video che non ha attinenza al brano. Comunque è andata così: io ho deciso i personaggi e li ho spiegati al regista e lui ha costruito la storia. Ho voluto questi personaggi nel video e nell’artwork dell’album e in qualche modo sono presenti anche nei brani.

Puoi spiegarmi brevemente cosa rappresentano i personaggi nel video?

E’ un video un po’ fantasy, un po’ horror… E’ una sorta di breve film. Del resto tutti i brani del disco sono come dei film… Tornando al video la storia racconta di due bambini che arrivano ai margini di una foresta spaventosa. La sorellina non vuole entrare ma il fratello più piccolo la trascina dentro. Lì c’è uno spirito, la Ice Queen, che veglia su di loro e cerca di indirizzarli nella giusta direzione. Però la situazione precipita, c’è questo ragazzo che cerca di spaventarli insieme agli abitanti della foresta… La fenice alla fine raduna un po’ tutti… Ma è solo fantasia e niente più. Ed è stato molto divertente da fare.

Com’è stato lavorare con un parente di Elvis? (Ndr Daniel Presley, il produttore del disco)

Ehehe è stata la prima cosa che gli ho chiesto quando ho saputo il suo cognome: “ma sei parente del Re?” Lui se la rideva, non sono stata di certo la prima a chiederglielo.
Lui mi ha presa per mano e ha lavorato alla produzione con me dall’inizio alla fine. Non volevo un produttore che mi obbligasse a prendere una determinata direzione. Avevo bisogno di qualcuno che capisse le mie idee e le supportasse. Sono grata di essere riuscita a trovare una persona del genere, capace di tradurre la mia visione e renderla concreta senza impormi niente.

imm

Parliamo dei tuoi piani per il prossimo tour: ti vedremo presto in Italia?

Dato che sono qui te lo devo promettere! Ora, da qui alla fine dell’anno ci sarà il cosiddetto warm up, che consisterà in 10 show. Sono ansiosa di cominciare. Non vedo l’ora di tornare in tour, mi mancano le sensazioni che si provano sul palco, il calore del pubblico. C’è sempre stato un rapporto speciale tra me e gli spettatori e mi manca moltissimo. Tra qualche settimana, a Berlino, questo mio sogno si trasformerà in realtà. Faremo solamente una breve pausa per Natale e Capodanno. E poi stiamo già pianificando per l’anno prossimo, in modo da riuscire a iniziare il tour in Aprile, suddividendolo in tranche di qualche settimana. Io ho bisogno di riposare e non voglio bruciarmi da subito, così come non voglio distruggere la band. Toccheremo l’Europa diverse volte, vengo dalla Finlandia, quindi sono vicina! Con le persone con cui lavoro adesso ho molte possibilità di pianificare tutto e senza fretta. Verrò in Italia sicuramente. Non ho ancora fissato nulla, quindi non so quando avverrà esattamente, ma penso che passerò da voi entro il 2008!