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PHARAOH – Matt Johnsen

Un album avvincente, l’ultimo “Be Gone”, che conferma le doti già messe in mostra con l’esordio “After The Fire” e “The Longest Night” e i primi concerti, in Europa e negli States, potrebbero lanciare i Pharaoh ad un ruolo di primo piano nell’affollata scena classic metal d’oltreoceano. Intanto il chitarrista Matt Johnsen ci parla con massima eloquenza del positivo periodo del suo gruppo.

Sul vostro sito e su quello della Cruz Del Sur si possono leggere voti e commenti molto entusiastici sulla vostra ultima release. Vi aspettavate una reazione così buona per il vostro lavoro?

Noi avevamo sperato, ovviamente, che alla gente piacesse “The Longest Night”, e sentivamo che era un buon disco, ma l’intensità della reazione ricevuta non ce l’aspettavamo. L’album ha ricevuto complimenti ovunque e il risultato è stato che abbiamo ottenuto molti nuovi fans. Quando abbiamo fatto uscire “Be Gone”, noi ci aspettavamo molto una reazione simile a quella del disco prima, perché sentivamo che questo era il nostro miglior album ma, onestamente, il responso della critica in questo caso è stato un mix di opinioni diverse, per la maggior parte. Molte persone concordano con noi sul fatto che l’album rappresenti un miglioramento rispetto a “The Longest Night” ma, allo stesso tempo, io penso che certe persone ci abbiano talmente identificato con il cd precedente, che hanno ritenuto leggermente inferiore il nuovo album, soprattutto perché quest’ultimo non è una copia di quello prima.
Ma noi crediamo anche che “Be Gone” sia un’opera molto più profonda, un album per cui molte persone spenderanno molto tempo prima di formulare una propria opinione definitiva, e credo che quando ciò avverrà il giudizio generale su “Be Gone” migliorerà.

Perché questo disco piace così tanto secondo te? Gli altri due album erano molto buoni e non così diversi rispetto all’ultimo, quale diverso elemento pensi che abbiano apprezzato giornalisti e fans?

Ci siamo presi alcuni rischi su “Be Gone” e abbiamo fatto un disco che non è semplicemente “The Longest Night Part II”. Ci siamo sforzati di cercare nuove strade per sviluppare il sound dei Pharaoh, senza allontanarci, comunque, dalla formula che secondo noi aveva ben funzionato in passato, e quelle persone che cercano un’evoluzione e una crescita in una band sono sicure di trovarle in questo lavoro.
O almeno, penso che nessuno possa accusare i Pharaoh di fare musica per mero calcolo, a tavolino, la nostra sincerità probabilmente attrae un gran numero di persone. Inoltre ci sono anche alcuni miglioramenti di tipo formale, come una miglior produzione e una meravigliosa copertina, a opera di JP Fournier. Tu ascolta l’album, guarda la cover, e sai che i Pharaoh non ti stanno prendendo in giro!!!

Vorrei chiederti qualche informazione riguardo alla copertina, che è assolutamente non convenzionale e quasi onirica. Rappresenta un paesaggio pacifico e pieno di natura e contiene un tocco di mistero su quel che rappresenta davvero.
Puoi darmi la chiave per capire il significato di questa immagine?

Nonostante non avessimo pensato di farne una nostra icona, la gemma che è su tutte le copertine dei nostri dischi ha preso vita da sola. Sulla prima cover, la gemma aveva il significato di suggerire il mito della Fenice e la sua storia di rinascita. Il disegno rappresenta quasi esattamente quello che avevamo descritto a JP Fournier. In ogni caso, la gemma sul secondo album era più o meno una sua personale aggiunta. A noi la cosa era piaciuta, così la gemma ha iniziato a vivere! Abbiamo cominciato a spendere molto tempo su quello che una tale immagine rappresenta e come poteva funzionare nel concept nel nuovo album.
Sulla copertina di “Be Gone”, tu puoi vedere la gemma che scaturisce dalla montagna in fondo, e puoi vedere la stessa cosa in miniatura, con la gemma che brilla sulla fronte della statua in primo piano. Il significato che diamo noi alla gemma su questa cover rappresenta l’infaticabile impeto della natura, la sua forza e la rivendicazione del suo ruolo nella civilizzazione del pianeta. Noi volevamo una cover molto verde per trasmettere il messaggio del concept, ma siamo davvero debitori con JP per avere fatto un così splendido lavoro.
Questa copertina è realmente distintiva, probabilmente un poco non-metal, ma si adatta benissimo ai Pharaoh, nel momento della carriera in cui si trovano adesso.

imm

Le lyrics parlano di un’umanità che non ha speranza, destinata all’estinzione. Non trovi alcuna ragione per essere ottimisti a questo mondo, hai solo una sensazione di grande rassegnazione?

Oggi siamo sicuramente in un periodo deprimente in cui vivere però no, dai, certamente non siamo solo degli amari pessimisti. Alcuni dei testi del nuovo disco sono infatti abbastanza ottimistici, “Dark New Life” e “Speak To Me” in particolare lasciano entrambe un grosso spazio alla speranza. La generale impressione di pessimismo è data dal fatto che abbiamo scelto il concept per “Be Gone” prima di scrivere le lyrics, e il risultato è che le parole generalmente si adattano spesso, ma non sempre, alle oscure implicazioni del concept.
Può essere che il prossimo cd sarà più ottimistico! Ma è sempre più facile, e divertente, esplorare il lato oscuro delle cose con l’heavy metal!

L’ordine delle canzoni nella tracklist è costruito per alternare canzoni più dirette con altre più progressive, o è stato deciso per seguire un collegamento narrativo tra i testi?

Chris Black è il nostro cervello nel mettere in ordine le canzoni. Lui prende in considerazione molti fattori nel decidere l’ordinamento delle songs. Si preoccupa del loro ritmo, della loro lunghezza, dei testi, di quelli che sono i momenti chiave del pezzo, e probabilmente di una dozzina di altre variabili quanto decide la sequenza, in ogni caso lavora sempre per ottenere il miglior risultato possibile. Le lyrics stesse non sono collegate a formare un’unica storia, il concept è più un qualcosa a livello tematico che non una storia ben precisa. Fondamentalmente, ogni brano riguarda un conflitto che non può essere risolto attraverso un compromesso. Una parte vince, un’altra parte perde. Ma, in ogni canzone, la natura del conflitto e l’identità delle due parti sono differenti. Fondamentalmente, l’obiettivo di Chris è di ordinare le songs per massimizzare il flusso emotivo e per portare l’ascoltatore dal primo all’ultimo pezzo nella maniera più naturale possibile. Penso che questo sia successo in questo caso, come sempre d’altronde.

Nella presentazione fatta dalla vostra label per “Be Gone”, i Pharaoh sono descritti come una band “erudita”. Sei d’accordo con questo aggettivo?

Sì, perché ciascun componente dei Pharaoh è molto coinvolto da tutto quel che riguarda la storia dell’heavy metal e le tematiche sottostanti al genere. Noi siamo spesso molto impegnati in lunghissime discussioni sull’heavy metal, cerchiamo di approfondire ogni suo aspetto. Questo non potrebbe essere fatto senza un certo sforzo intellettuale, ma allo stesso tempo non vogliamo nemmeno risultare qualcosa come intellettuali chiusi nelle loro torri d’avorio, noi vogliamo fare musica che dia divertimento e allo stesso non sia senza cervello.

Qual era l’atmosfera durante il lavoro in studio? Vi sentivate rilassati o c’era tensione perché volevate fare un lavoro perfetto in ogni particolare?

I Pharaoh attualmente registrano i loro lavori un po’ a spizzichi e bocconi, io sono l’unico che sta dietro ad ogni passo del percorso che porta a completare tutto quanto. Prima di tutto, Chris Black registra le sua parti di batteria, quindi io registro le ritmiche di chitarra, dopo di che Chris Kerns mette giù le linee di basso. Arrivati a questo punto, tocca a Tim cantare le sue parti e, quando è giunto il momento, io registro le melodie e gli assoli di chitarra. Noi non abbiamo tonnellate di denaro da spendere per lo studio di registrazione, così il processo che ti ho descritto è davvero rigoroso e accurato.
Io ho realmente spinto ognuno a fare ancora meglio che nei lavori precedenti, e abbiamo lavorato duro per rendere il disco il più possibile vicino alla perfezione per quel che potevamo, ed eravamo talmente convinti delle canzoni che avevamo, che abbiamo sentito tutto questo lavoro come uno sforzo necessario, che dovevamo assolutamente impegnarci al meglio. Detto questo, noi tendiamo a divertirci molto in studio, a tutti noi piace incontrarsi gli uni con gli altri e parlare col nostro produttore, Matt Crooks. Non stiamo mica spaccando rocce lì dentro, stiamo solo registrando un disco heavy metal. Si suppone che sia qualcosa di divertente!

imm

Tim è un grande cantante, con una voce molto personale. Non accade mai che la composizione dei pezzi vada in una certa direzione per adattarsi alla sua voce?

Nella maggior parte dei casi, la musica è scritta senza alcuna pianificazione di come Tim debba cantare la song. Sei dei nove brani del cd sono stati scritti in questo modo: o io o Chris Kerns mandavamo a Tim una demo del pezzo, in forma strumentale, e lui faceva quello che voleva con le melodie vocali, oppure qualcun altro diverso dal compositore principale pensava a scrivere le melodie vocali. Infine, la maggior parte delle lyrics sono state scritte da me e da Chris Black.
Di certo, qualche volta cerchiamo di ottenere che Tim faccia certe determinate cose, ad esempio io apprezzo molto i suoi screaming acuti, ma per la maggior parte delle volte Tim modifica le melodie per venire incontro ai punti di forza e di debolezza della sua voce. Lui conosce la sua voce certamente meglio di noi! Con questo, se qualcuno di noi ha un feeling molto forte per una certa melodia vocale, noi siamo sicuri che, con un po’ di adulazione nei suoi confronti, Tim farà ogni cosa che gli chiediamo. E’ davvero un talento incredibile.

“Pharaoh Street Team” è un grande strumento per avere un contatto diretto con la vostra audience, come sta andando? Siete soddisfatti del rapporto che riuscite ad instaurare coi vostri fans attraverso questo forum?

E’ un grande mezzo per interagire coi nostri fans, ma devo ammettere che non spendo molto tempo per esso. Ci sono sempre così tante altre cose da fare! Per fortuna Tim è molto più attento di me alla cosa. Io mi occupo principalmente dell’account di Myspace e cerco di rispondere a chiunque ci contatti o ci lasci un commento. E’ davvero divertente incontrare, anche se solo nel cyberspazio, le persone che apprezzano quel che facciamo. L’utilità di un sito come il Pharaoh Street Team sarebbe maggiore se i Pharaoh fossero una band più popolare, cosa che potrebbe accadere se noi riuscissimo ad andare in tour, ma al momento resta una buona base di partenza per il futuro.

Avete molti fans in Italia?

Certo che sì! Personalmente io amo l’Italia. Ci sono venuto due volte, a Roma e a Firenze, ed entrambe le volte sono riuscito a trovare molti grandi e rari heavy metal album. L’Italia produce molte grandi metal bands ora, cosa che non accadeva 15 anni fa, e ci sono molti fans che si dedicano all’ascolto di questo genere. Io spero un giorno o l’altro di poter suonare a Roma, nella città dove ha sede la Cruz Del Sur. Mi piacerebbe anche vedere una partita della Roma col capo della nostra label, Enrico. Va matto per il calcio e penso che gli piaccia anche più del metal! Se tu dovessi vedere allo stadio un ragazzo americano coi capelli lunghi che sta in piedi ad urlare “Touchdown”, potrei essere proprio io!

imm

Il “Keep It True X” è stato il vostro primo show dal vivo di sempre, cosa mi puoi dirmi di questa esperienza? Com’era l’atmosfera generale di questo grande metal happening?

E’ stato molto divertente, faccio fatica a trovare le parole per descrivertelo. La nostra stessa performance è stata okay. Non eravamo la miglior band tra quelle presenti, di gran lunga, ma per essere il primo show penso che siamo andati abbastanza bene. Io ero molto nervoso, ma ho cercato di divertirmi. I Pharaoh non avevano mai provato o suonato dal vivo tutti insieme, per cui è stata una grossa impresa per noi, ma penso che fosse una cosa che ne valeva la pena. Io penso che la grande copertura ottenuta dalla stampa per “Be Gone” derivi anche dalla nostra apparizione al Keep It True. Questi ragazzi ci hanno trattato alla grande, e tutto il festival è stato qualcosa di esplosivo. Spero proprio di avere in futuro una chance per tornarci, e quando lo faremo, spero di ricordarmi di fare più shopping di cd e di incontrare un maggior numero di fans!

In agosto suonerete all’”Alehorn Of Power III”, che cosa vi aspettate da questo concerto?

Sarà un qualcosa di dimensioni molto più ridotte rispetto al KIT, questo è sicuro! Mi aspetto che suoneremo meglio che in Germania, e penso che ci divertiremo molto anche questa volta. La line-up di questo show è davvero fantastica, e mostra abbastanza bene la qualità della musica proposta dalla Cruz Del Sur. Sono un po’ scettico su Kory Clarke come cantante dei Trouble, ma devo avere una mente aperta su questo punto e non farmi troppi pregiudizi. La band in sé è sempre ottima. L’Alehorn sta per colpire!

Puoi darci qualche dettaglio sulle prossime uscite, il cd con le altre songs concepite durante le session di “Be Gone” e il 7” coi Canvas Solaris?

Yeah, la prima cosa che verrà fatta uscire è il 7”, che è un tributo ai Coroner. Noi stiamo coverizzando “Tunnel Of Pain” e i Canvas Solaris “Arc-Life”. Sta diventando una bel progetto. Conosco poche cover dei Coroner, e nessuna di queste è molto buona. La versione di “Arc-Life” fatta dai Canvas Solaris è al livello dell’originale, se non meglio. Loro hanno oltrepassato i Coroner, che suono meraviglioso che hanno! Questo 7” verrà pubblicato questo autunno.
Poi stiamo dando gli ultimi tocchi ad un ep, le cui tracce principali sono state registrate durante il periodo che eravamo in studio per “Be Gone”. Non so quando verrà finito, è difficile programmare i viaggi di ognuno di noi per andare in studio, ma speriamo di farcela prima della fine dell’anno.
L’ep includerà alcune songs inedite che non si adattavano al concept di “Be Gone”, più alcune cover, vale a dire materiale degli Slayer e dei New Model Army (storico gruppo punk-rock inglese degli anni ’80, ancora attivo, n.d.r.), una delle mie bands preferite di tutti i tempi. Infine, faremo uscire presto l’ultimo disco anche su vinile, probabilmente con una o due bonus track. Come vedi, ce ne sono di cose a cui pensare!

Grazie mille per aver risposto alle nostre domande e speriamo di vedervi presto in Italia

Grazie a voi per averci dato la possibilità di parlare dei Pharaoh. Come ho già detto, spero sul serio di suonare in Italia un giorno, ma noi potremo far questo solo se ci sarà qualcuno che ci vorrà vederci esibire, quindi uscite di casa e andate a prendervi i nostri cd!