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ALMAH – Edu Falaschi

Edu Falaschi ci svela qualche anteprima su Fragile Equality, secondo album del suo side project Almah, in uscita il 17 ottobre.
La chiacchierata inizia, piuttosto sorprendentemente, in italiano! Edu infatti risponde al telefono nella nostra lingua.

Ciao Edu!! Ma tu parli italiano?

Sì, parlo poco italiano [in italiano, NdR]. Ma magari passiamo all’inglese ora!

Ne approfitto per chiederti una cosa che mi incuriosisce da un po’: ma il tuo cognome è italiano?

Sì! Falaschi è un cognome italiano, so che è originario della zona di Lucca.

Allora avevo ragione! Grazie di avermi tolto questa curiosità.
Ora possiamo cominciare a parlare del tuo nuovo album, Fragile Equality. Lo trovo più completo rispetto al debut, sia per quanto riguarda la varietà delle canzoni che per quanto riguarda il songwriting. Sei d’accordo?

Sì, stavolta le differenze si sentono perché si tratta dell’album di una band, una vera band, mentre il primo era più che altro un progetto solista. Non è più, quindi, l’opera di una persona sola, ma coinvolge più persone che lavorano insieme ad un progetto comune. La scorsa volta, nel 2006, ho fatto tutto per conto mio, ho composto tutto io. Questa volta abbiamo lavorato come una band, tutti mi hanno aiutato nel processo compositivo e soprattutto negli arrangiamenti. I musicisti – i due chitarristi, il batterista e il bassista – sono veramente i migliori in Brasile al momento. Sono fantastici sia come musicisti che come compositori, il che è molto importante per il risultato finale. Secondo me quest’album è il migliore che io abbia mai registrato e sono veramente felice di questo!

Wow, congratulazioni! Quindi per quanto riguarda la composizione non hai fatto tutto da solo ma hai avuto dei collaboratori.

Sì, tutti hanno collaborato, l’intera band.

Che questo sia finito per essere il migliore album che hai mai registrato è anche frutto del fatto che stavolta avevi più tempo per la sua gestazione?

Bè, sì, ma in realtà è il migliore perché la qualità delle canzoni e soprattutto la qualità dei musicisti è davvero molto elevata. La registrazione dell’album è andata molto bene, i suoni sono ottimi secondo me, le melodie sono catchy ma al contempo potenti… è andata in modo fantastico davvero sotto molti aspetti! È la combinazione di tutti questi fattori che lo rende, almeno per me, il mio album migliore.

imm

Quindi possiamo dire che l’intero processo di registrazione è stato differente, stavolta, proprio perché hai lavorato con una band e non con degli ospiti, peraltro illustri.

Sì, è questa la differenza sostanziale. E poi, appunto, a differenza dell’altra volta, stavolta c’erano in ballo musicisti praticamente sconosciuti, che non sono famosi nemmeno in Brasile. Per loro entrare negli Almah è stato come per me quando sono entrato a far parte degli Angra: ci misi tutto me stesso, soprattutto agli inizi quando loro dovevano dimostrare che la band era forte e che sarebbe andata avanti. E ora vedo succedere la stessa cosa negli Almah: i tre ragazzi nuovi sono riconoscenti di questa opportunità perché ora avranno una visibilità su larga scala, lavoreranno con etichette di fama internazionale… È una grandissima opportunità per loro, hanno l’occasione di far conoscere al mondo le loro capacità, il loro talento come musicisti. È anche per questo che quest’album è così importante: tutti ci hanno messo dentro tantissime emozioni, tutte le loro energie, e sta lì il suo punto di forza.

Come hai scelto i musicisti?

Innanzitutto c’era Felipe Andreoli, mio collega negli Angra. Insieme abbiamo deciso di mettere su una vera e propria band. Allora lui se n’è uscito dicendo: “Perché non usiamo il nome Almah? È figo, non sarebbe male far diventare il tuo progetto Almah una vera e propria band”, e io ho commentato: “Ok, chi possiamo far diventare membro ufficiale di questa band?”. Così io e Felipe ci siamo messi a caccia di musicisti. Ovviamente volevamo che fossero ottimi nel loro lavoro, ma ci premeva anche che fossero delle brave persone, per non avere problemi poi durante le registrazioni o in futuro. Io sono una persona molto semplice e quello che volevo era avere a che fare con gente altrettanto alla buona. Quindi abbiamo condotto la ricerca dei musicisti con questi due requisiti in mente: eccellenti agli strumenti e al contempo brave persone. È stato con questo criterio che ho fatto le mie scelte.

Ad eccezione di Felipe hai chiesto agli altri membri degli Angra di far parte degli Almah?

No. Ma comunque quando ho trovato gli attuali musicisti sapevo che sarebbero stati loro le persone giuste.

Che cosa ne pensano gli altri membri degli Angra del progetto Almah? Ovviamente anche qui ad eccezione di Felipe!

Oh… non lo so, dovrei chiederglielo. Credo che accettino questo mio progetto perché tanto adesso gli Angra sono fermi…

Hai voglia di parlarmi di questa pausa?

Certo! Fondamentalmente al momento ci inchiodano problemi di management. Io e gli altri ragazzi comunque ci sentiamo e usciamo spesso insieme, problemi tra di noi non ce ne sono, semplicemente al momento stiamo cercando una soluzione per la band. Quindi non direi che sono arrabbiati per il mio progetto Almah, se i ragazzi sono arrabbiati per qualcosa semmai è per la situazione degli Angra. Tutti volevano che la band diventasse sempre più forte e siamo finiti per avere dei seri casini con il nostro manager al punto che la cosa migliore da fare era fermarsi. Tutti questi problemi al momento sono nelle mani della giustizia, ma la giustizia in Brasile è terribilmente lenta. Dobbiamo quindi aspettare che questi problemi si risolvano, in pratica dobbiamo aspettare che arrivi il verdetto del giudice per stabilire effettivamente che ne sarà della band. Comunque se qualcuno di loro è incavolato, lo è per questa brutta situazione degli Angra, non per i miei Almah.

Quindi al momento ti puoi concentrare esclusivamente sugli Almah.

Sì, al momento sono gli Almah la mia band a tempo pieno e la mia priorità.

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Entrando nelle canzoni posso dire che ci sono delle ottime interpretazioni di speed metal. Parliamo di Birds Of Prey, Beyond Tomorrow, Magic Flame… Il debut, Almah, in un certo senso mancava di simili pezzi. Possiamo quindi affermare che questo secondo disco ha sonorità più power, che ne dici?

Sicuramente, sono d’accordo. Fragile Equality è molto più potente di Almah. Il primo era un disco solista che ho fatto per conto mio, senza tenere a mente un possibile pubblico. Per me era un po’ un divertissement, un album rilassato. Nel 2006 ero molto stanco e io per primo puntavo a qualcosa di più easy, un lavoro più tranquillo. Adesso invece è stato diverso: l’approccio al disco era differente, c’era supporto da parte di tutti i musicisti coinvolti e ognuno voleva tirare fuori il meglio di sé. Stavolta avevamo tutti uno scopo ben preciso, un obiettivo da raggiungere. Il modo stesso in cui abbiamo lavorato era così deciso, sembravamo una band di teenager con tanta voglia di fare le cose in grande, io stesso canto come se fossi un teenager, un ragazzino al suo primo album, con la forza di un guerriero. Deriva da qui l’energia di quest’album.

Contemporaneamente sono anche diminuite le influenze Brazilian folk, fatta eccezione per la ballad Invisible Cage

Vero. Stavolta l’obiettivo principale era di realizzare un album più pesante e potente del precedente. Per questo ciò che ci serviva erano canzoni più pesanti e anche più sofisticate. Allo stesso tempo, però, volevo includerne almeno una che fosse un connubio tra metal e percussioni, e per questa ragione nell’album è presente questa canzone. Io la adoro, trovo abbia una melodia molto bella e in un certo senso impreziosisce il disco. Ma l’album nel complesso doveva suonare pesante, per questo stavolta non abbiamo attinto troppo dalle influenze della nostra terra.

Quando nel 2006 è iniziata l’avventura di Almah quindi non eri partito con l’idea che sarebbe diventata un progetto a lungo termine? Allora registrasti un disco fondamentalmente per te, un tuo progetto solista. Poi, questo che era partito come un singolo disco, è finito per diventare una vera e propria band: una bella trasformazione.

Sì, all’inizio si trattava davvero niente più che di un disco solista, allora non avevo idea che le cose si sarebbero evolute a tal punto. Come ugualmente non immaginavo che gli Angra si sarebbero fermati. È stato dopo i casini con gli Angra che ho deciso di trasformare il mio progetto Almah in una vera e propria band.

In questo modo hai potuto continuare a lavorare nonostante la pausa nella tua band.

Sì sì, assolutamente. La musica è la mia vita, scorre nel mio sangue, non potevo proprio fermarmi in questo momento. Me ne sarei potuto stare a casa, ma io voglio continuare a fare musica, andare in tour, registrare album… Per questo ho deciso di fondare gli Almah.

Siete già pronti per un tour mondiale o all’inizio suonerete solo in Brasile?

All’inizio solo in Brasile. Poi forse l’anno prossimo cercheremo di venire in Europa, ma non è così semplice e per il momento non posso assicurare nulla. Ci proveremo!

Per quanto riguarda i testi, c’è un concept dietro?

Sì. Dunque, devo premettere una cosa. Sto scrivendo un libro e la trama di questo racconto è incentrata sull’equilibrio che c’è in tutte le cose del mondo: l’equilibrio del pianeta stesso, l’equilibrio di cui necessitiamo noi nelle nostre relazioni… Nel mio caso ad esempio all’interno della band: siamo cinque persone che devono trovare un equilibrio per lavorare insieme. Questo è il tema del libro che sto scrivendo, quindi al momento della stesura dei testi ho deciso di basarmi su questo racconto. Nel libro, inoltre, ci sono anche disegni in stile manga.

imm

Interessante!

Sì, il libro è davvero carino! [ride, NdR]

Già che si parlava di arte giapponese, hai mai pensato di riregistrare la canzone Saint Seya Pegasus Fantasy [sigla de “I Cavalieri dello Zodiaco” edizione brasiliana, NdR] e di includerla in un disco?

Ahah no!! L’ho registrata per il cartone e basta!!

E che mi dici della scena metal brasiliana del momento?

Boh, è un periodo un po’ strano. I Sepultura non esistono più…

Però ci sono i Cavalera Conspiracy!

Nah, i Cavalera Conspiracy non sono ancora famosi qui! Al momento nessuno li conosce in Brasile, probabilmente in futuro sì, ma attualmente non sono conosciuti. Dicevo: i Sepultura non vanno più molto, gli Angra nemmeno, come abbiamo detto prima… Insomma, la scena metal brasiliana al momento non è propriamente ai suoi massimi. Io spero che le cose cambino un po’ con questo Fragile Equality e con gli Almah. Il disco è stato accolto molto bene in Brasile, è stato detto che è un vero gioiello dell’attuale scena metal brasiliana, quindi sono fiducioso che le cose cambino in meglio. Fragile Equality è uscito in Brasile una settimana fa e solo il primo giorno ha venduto quasi mille copie. Quindi, almeno per gli Almah, in Brasile la vedo piuttosto rosea al momento.

Questa è più personale. Come ti descriveresti a questo punto della tua vita? Intendo musicalmente, sei soddisfatto di quello che hai fatto finora?

Ad oggi ho imparato un sacco di cose e musicalmente ho fatto molta esperienza. Al momento sono veramente soddisfatto di come sia venuto Fragile Equality e sono felicissimo di esserne, insieme a Felipe Andreoli, il produttore. Quindi posso dirmi onorato e grato di aver avuto quest’opportunità di mostrare alla gente quest’altro lato di Edu Falaschi. Sono più maturo ora, sono diventato una persona migliore; ho imparato un sacco di cose con la mia esperienza negli Angra e ho imparato molto anche lavorando agli Almah. Sono felice, sto passando davvero un buon momento!

E come cantante che mi dici del cantare le canzoni dei tuo side project? Dà una sensazione diversa o non trovi sostanziali differenze rispetto a quando canti le canzoni della tua band, gli Angra?

È un po’ diverso: negli Angra siamo in tre a comporre le canzoni: io, Rafael e Kiko, e insieme lavoriamo alle canzoni in ogni loro parte, quindi anche Rafael e Kiko partecipano alla stesura delle linee vocali. Negli Almah invece me ne occupo esclusivamente io. Quindi se vuoi ascoltare un disco che dal punto di vista delle linee vocali è “Edu Falaschi al 100 %” devi sentire Fragile Equality. Nei dischi degli Almah le canzoni sono totalmente adattate alla mia voce, mi è più naturale ed è perfino meglio per me.

Ok, allora già che è un po’ che parliamo di questo Fragile Equality, fai un po’ di auto-promozione! Dimmi il motivo per cui uno in un negozio di dischi dovrebbe scegliere il tuo ultimo cd.

Bè, il motivo è molto semplice, ma rischio di risultare un po’ arrogante…

Non ti preoccupare, va’ avanti!

Ok, allora perché questo è probabilmente il miglior disco power metal dell’anno! [ride, NdR] Questa è la ragione per cui uno dovrebbe comprare questo cd. Vi sorprenderà, è fantastico. Ovviamente questa è la mia opinione…

Ok, quindi possiamo dire che Fragile Equality è un must assoluto per fan di band come…?

Diciamo che ai fan del thrash o del death metal non lo consiglio, loro lo odierebbero. Ma le persone che apprezzano un sound più melodico o i fan del power metal lo gradiranno.

Bene, questo è tutto! Mi ero lasciata come ultima domanda la curiosità relativa al tuo cognome, ma l’abbiamo già risolta.

Già. Allora grazie di tutto [lo dice in italiano, NdR].

Grazie a te di quest’intervista! In bocca al lupo per il tuo nuovo disco e anche per il libro che stai scrivendo! Speriamo di vederti presto in Italia, magari l’anno prossimo! Quindi grazie ancora, o forse dovrei dire: obrigada.

Se tu mi dici obrigada, io ti dico prego [nuovamente in italiano, NdR].