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MORKOBOT – Band

Ci siamo messi in contatto i messaggeri alieni MoRkObOt per sapere qualcosa di più sul loro nuovo album.
Il nostro intento era quello di realizzare un’intervista, in realtà ne è venuto fuori tutt’altro.
Leggete voi stessi… se avete il coraggio!

Signori, com’è giusto che sia.. nuovo album, nuova intervista.
Eccoci qua.. innanzitutto come va?

La tua domanda è assai impertinente. Innanzitutto perché non è detto che “vada”, secondo di tutto perché è la solita domanda al quale uno si aspetta una risposta del tipo: “Bene!” pur sapendo che mai è così. Bada quindi a quel che scrivi!

Partiamo subito parlando di musica, della vostra musica.
Parlateci di MoRtO, vostro nuovo disco.. in cosa si è evoluto secondo voi rispetto al suo predecessore MoStRo o al vostro disco omonimo ancor prima?

L’evoluzione è stata soprattutto a livello culinario. Ai tempi delle registrazioni del primo album i pasti erano principalmente a base di panini e pezzi di focaccia non farcita. Con MoStRo invece abbiamo avuto modo di assaporare dell’ottima verdura del Salento. Con MoRtO invece abbiamo avuto il piacere di poter pranzare nell’aia di una cascina semidiroccata in pieno inverno, questa volta abbinando la verdura a delle succulente salsicce di suino.
 

Come nasce un disco dei MoRkObOt?
Improvvisazione o lungo studio e composizione?

Fondamentalmente è un lungo studio di improvvisazione. Ci si rinchiude all’interno della Fortezza della Scienza, si improvvisa durante tutta la durata della sessione dell’esperimento, poi all’improvviso (appunto) allo scoccare della mezzanotte ci perviene l’idea giusta. L’ora oramai si è fatta però tarda e non è possibile svilupparla al meglio. A questo punto subentra la speranza di svilupparla adeguatamente durante la sessione successiva, in genere con scarsi risultati. Quindi presi dallo sconforto si continua con un nuovo studio di improvvisazione fino allo scoccare della mezzanotte successiva. Da qui il procedimento procede (appunto) per le generazioni a venire.
 

Com è nata la scelta di costruire praticamente una monotraccia nell’album?

Non è un’idea, è stato l’unico modo di interagire in modo proficuo con l’alone di pigrizia che ottenebra le nostre già ottenebrate menti. In questo modo non sentiamo alcun bisogno di fermare la (de)composizione fino allo scadere della mezzanotte successiva.
 

Date certamente un’importanza fondamentale alla cura del vostro sound.
Come siete riusciti ad ottenere queste sonorità così particolari e decisamente personali?

La manopola del volume non deve mai ruotare in senso antiorario.
La stessa regola è valida per tutti i controlli delle sofisticate apparecchiature elettroniche che regolano il flusso del suono. E soprattutto, mai chiedersi che cosa si sta facendo. Detto questo non crediamo che il nostro suono sia poi così personale. Esistono esseri umani che portano avanti un discorso di suono del tutto simile da circa 39 anni.
 

imm

Puoi svelarci qualcosa del tuo setup di effetti?
Mi sembra di aver intravisto durante i live Big Muff, un Dd-6 della boss e quant’altro…

Ora rispondi tu, con sincerità, a questa domanda: credi veramente che noi possiamo svelare informazioni così riservate sulle nostre sofisticate apparecchiature elettroniche?!?
Credi sul serio di poter estrapolare una risposta a questo tuo quesito?
Apprezziamo il tuo coraggio, giovine, ma sappi che nessuno potrà mai essere consapevole di tale conoscenza!
 

Una scelta molto particolare, a mio avviso, è quella di utilizzare due bassi escludendo del tutto le chitarre (se si esclude il vostro primo album).
Da cosa è nata questa scelta (che da bassista non posso che condividere e apprezzare chiaramente)?

La chitarra è uno strumento oramai obsoleto, come presto lo diverrà il basso. Probabilmente anche gli effetti a pedale un giorno seguiranno la stessa strada. Allora ci si rifugerà nelle drum machine che, a loro volta, verranno soppiantate dai pc, poi dai pc portatili, poi ancora dai mac, per poi passare ai mac portatili. A questo punto le nuove tecnologie permetteranno di rimpicciolire i mac portatili a grandezze (anzi, a piccolezze) nanoscopiche per giungere ai famigerati chip sottopelle. Con l’avvento delle nuove tecnologie di miniaturizzazione i chip sottopelle verranno installati direttamente all’interno del cervello umano finché esso non verrà soppiantato da un chip di eguali capacità, ma non deteriorabile nel tempo. Questo nuovo chip cefalico potrà quindi influire autonomamente sulla membrana del timpano umano, senza influssi esterni, generando suoni direttamente dal suo interno e non udibili all’esterno della calotta cranica. Ogni umano, con la sola imposizione delle dita, che so, su un tavolo, potrà generare degli autosuoni dotati delle più varie e sofisticate modulazioni. Ognuno produrrà automusica soltanto per il proprio autoconsumo. L’industria discografica autocollasserà su se stessa per via della tecnologia da lei creata e da lei sovvenzionata. Molte fabbriche falliranno con conseguente crisi economica mondiale. I nuovi nati non potranno più quindi permettersi l’installazione del chip a sostituzione del cefalo e, non essendoci più apparecchiature atte alla diffusione e alla produzione di suoni ormai da diverse centinaia d’anni, non potranno mai sapere che cosa è (stato) in verità la musica. Ammesso che abbia ancora un senso definirla tale.
 

imm

Cosa significa quella specie di impronta quasi esoterica che fa da copertina a Morto? C’è un significato particolare?

Tu che significato saresti in grado di fornire alla copertina di un disco dal titolo “MoRtO”, ma raffigurante un uovo, simbolo della nascita della vita?
 

Domanda personale, nelle scritte in giapponese c’è sempre scritto Morkobot vero?

Ragazzo, i messaggeri ti consigliano di ricorrere a lezioni di giapponese. Bravo che hai capito la lingua utilizzata, meno bravo perché hai azzardato una traduzione non consona. Non ci pare giusto svelare il significa di quegli ideogrammi, altrimenti avremmo potuto mettere al loro posto, parole di uso comune, comprensibili a tutti.
 

Ci sono gruppi da cui avete tratto ispirazione (almeno agli inizi della vostra carriera)?

Non ci è possibile svelare ciò, per il semplice motivo che non ricordiamo nulla del nostro periodo in cui non eravamo ancora i messaggeri di MoRkObOt. Possiamo però svelare quali sono le nostre attuali influenze che vanno dal cantautorato più ricercato di Beppe Mollisi, alle sofisticate trame jazzistiche di Beppe Baldi passando per il pop d’autore di Mauro Repetto. Per quanto riguarda gli aspetti scenici, estetici e visivi indubbiamente l’annata del 1986 di Scialpi.
 

State riscuotendo un gran successo anche fuori dall’Italia. Ci sono programmi per qualche data al di là delle Alpi, magari in futuro?

Arrivati sulle Alpi è difficile volerne scendere. Le Alpi riservano mille attrazioni che vanno dalla carne di manzo a quella umana.
Se mai riusciremo ad andare oltre questi elementi di elevazione, potremmo pensare seriamente di varcare i confini dell’Europa centro occidentale. Al momento nulla ci è dato sapere. O comunque nulla ci è dato rivelare.
 
 

Come è andato e come procede fin ora il vostro Mortour? Anche a livello di affluenza di pubblico…

Siamo fortemente delusi. Non siamo più riusciti a toccare i picchi del tour di “Morkobot” dove il pubblico era composto esclusivamente da anziani o dagli organizzatori delle serate. Attualmente dobbiamo confrontarci con le realtà più insidiose quali strette di mano, interviste nei camerini, impianti audio che funzionano alla perfezione, acustiche pregiate, ed autografi sulle ghiandole mammarie. Non so quanto riusciremo ancora a reggere tutto ciò.
 

imm

Finalmente vi siete decisi a fare delle date con i vostri compagni di etichetta, Lento e Ufomammut. Siete rimasti soddisfatti del risultato?

Dato che (per ovvi motivi) non ci è concesso di rispondere negativamente alla tua domanda, ti risponderemo con un “Si, molto!”. Il buon senso ci suggerisce di avanzare affermazioni come “Speriamo di farne ancora altre di serate così” oppure “Suonando con loro abbiamo la fortuna di suonare in locali fighissimi” o ancora “Ci si diverte anche molto raccontandosi un sacco di barzellette e di aneddoti curiosi”.
 

Avete mai pensato di scrivere un libro (mi riferisco chiaramente agli interventi del MoRkObLoG!)?

Più che un libro, probabilmente sarà un fumetto. Dobbiamo raccogliere ancora alcuni anni di aneddoti ed esperienze.
Probabilmente l’uscita sarà un cartonato alla francese, suddiviso in vari volumi, uno dedicato ad ogni album realizzato. Un albo per ogni album. Le varie situazioni saranno commentate dagli esseri umani che ne sono stati coinvolti. Tutto questo sarà realizzabile una volta sconfitti i nostri peggior nemici, come La Sfiga e il diabolico Giasù.
 

Per Lan, ho potuto ascoltare qualcosa del tuo progetto solista Berlikete, c’è qualcosa di serio in cantiere?

Te lo scrivo fuori da qui, un’altra volta, non in sede di intervista, perché non vorrei portarmi sfiga da solo e devo ancora assicurarmi dell’affidabilità dei miei collaboratori! Mannaggia!
Comunque si, qualcosa bolle in pentola! (aaaargh! Me la sono gufata!!!!)
 
 

Siete riusciti a prendere i biglietti in tempo per il Roadburn (al quale parteciperanno anche gli Ufomammut quest’anno)?

Non ci abbiamo mai provato. Rischieremmo non non tornare più. Né con il corpo, né con la mente.
 
 

Progetti futuri?

Tra poco andrò a cena! Avevo intenzione di fare anche l’aperitivo, ma purtroppo è saltato. Peccato.
 
 

Grazie mille dell’intervista ragazzi, spero di rivedervi al più presto!

I messaggeri ringraziano te per aver fatto finta di leggere le nostre risposte. Non ti preoccupare, anche noi abbiamo fatto finta di leggere le tue domande. Fa sempre piacere aiutarsi a vicenda e siamo sicuri che un giorno MoRkObOt premierà la tua buona volontà, magari donandoti un comodo Chip per sostitutivo per il cefalo o qualunque organo tu vorrai.