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SIRENIA – Morten Veland

Con il nuovo album in uscita a gennaio, il mastermind dei Sirenia Morten Veland ci svela qualche anticipazione sul nuovo disco,
The 13th Floor, e qualche curiosità sulla nuova cantante, la bella Ailyn.

Ciao Morten! Come stai?

Molto bene, grazie. E tu?

Benissimo. Possiamo cominciare a parlare della tua musica?

Certo.

Com’è cambiato il tuo approccio alla musica da quando hai fondato i Sirenia?

Credo si sia trattato di una sorta di progresso, di crescita personale; come musicista uno cerca sempre di svilupparsi e di migliorare col tempo, e anche le preferenze e i gusti musicali cambiano negli anni. Con i Sirenia abbiamo cercato di crearci una precisa identità fin dall’inizio e poi si è cercato di mantenere un certo stile e migliorarlo sempre più negli anni. Credo che per me, soprattutto agli inizi, comporre significasse in un certo senso continuare in modo naturale quello che avevo inaugurato nella mia band precedente, i Tristania.
Quando poi ho fondato i Sirenia ovviamente ho apportato alcune modifiche, non volevo che suonassero come i Tristania ma, anzi, che si distinguessero in un certo senso. E’ anche ovvio, però, che ci siano somiglianze nel sound poiché anche nei Tristania ero maggiormente io a occuparmi del songwriting. Quindi con il primo album non facevo altro che fare un passo successivo sulla stessa strada, portando avanti il mio concept. Con il penultimo album, Nine Destinies And A Downfall, è stato invece un po’ diverso, ero ad un punto della mia vita in cui sentivo il bisogno di provare qualcosa di diverso. Ho lavorato a lungo e duramente in questa direzione; con quell’album sentivo proprio la necessità di fare qualcosa di diverso. Abbiamo cambiato lo studio di registrazione, abbiamo mixato il materiale in un altro posto, cose così. Ora con il nuovo The 13th Floor quello che volevo era un album che contenesse po’ di quanto avevamo già fatto e anche qualche idea nuova. Secondo me nel nuovo disco ci sono alcuni elementi che faranno venire in mente agli ascoltatori il nostro debut, altri che evocheranno An Elixir For Existence, altri che ricorderanno Nine Destinies And A Downfall e pure qualche novità nella musica dei Sirenia.

Stai parlando dei cambiamenti nella tua musica come una sorta di evoluzione, quindi?

Sì, come dicevo prima, in quanto artista uno cerca di migliorare sempre di più e di perfezionare il proprio stile, nel mio caso come musicista, ma sto lavorando sodo anche per diventare un compositore e un songwriter sempre migliore. Credo che quest’ultimo album, grazie anche al fatto che nella band abbiamo lavorato soprattutto con un gran numero di professionisti, sia finito per essere il miglior album dei Sirenia.

Che mi dici della line-up della band? Ora avete trovato una nuova cantante e anche un nuovo chitarrista. Credi che ora i Sirenia abbiano finalmente la line-up definitiva?

Assolutamente. Ailyn è la cantante perfetta per la band, ha una grande esperienza in ambito musicale e una bella voce che calza a pennello con lo stile dei Sirenia. Ha una grande voce, riesce a raggiungere note molto alte e ha una buona capacità anche su quelle basse, e poi ha un bel timbro. Ha anche la grande capacità di entrare nelle canzoni, le interpreta esattamente come dovrebbero essere interpretate. E ha personalità, ci siamo trovati davvero bene a lavorare insieme. Secondo me è la cantante perfetta per i Sirenia, quando abbiamo cominciato la ricerca della nuova vocalist siamo stati contattati da circa cinquecento candidate, quindi ci è voluto un bel po’ per ascoltarle tutte e decidere. Volevamo scegliere la voce giusta, e ad oggi sono sicuro al 100% che sia Ailyn.

In che modo avete fatto la vostra scelta? Intendo, come avete fatto a capire, ascoltando Ailyn, che doveva essere lei la nuova voce dei Sirenia?

Ci sono molti fattori da tenere in considerazione quando si fa una simile scelta. Innanzitutto è importante che la candidata abbia una bella voce, che la sappia usare e che la sua voce si adatti alla musica della band, queste per noi erano ovviamente le caratteristiche fondamentali. Poi si sarebbe dovuta dedicare a tempo pieno alla band, ci premeva che fosse disposta ad andare in tour, a lavorare in studio, a passare del tempo in sala prove con la band… Poi un altro fattore importante è la sua integrazione nel gruppo: è importante un bel carattere, la nuova cantante deve andare d’accordo con i membri della band; quando si va in tour si passa il tempo tutti insieme su un autobus e andare d’accordo tra di noi è fondamentale. E poi per essere la frontwoman di una band è importante che la cantante abbia una bella immagine, abbia le idee chiare su cosa il suo ruolo comporti e se lo sappia gestire, e Ailyn ha esperienza da questo punto di vista. Sì, come ho già detto, siamo convinti della nostra scelta al 100%.

imm

Ailyn vive ancora in Spagna o si è trasferita in Norvegia?

No, lei sta sempre a Granada, in Spagna. L’abbiamo lasciata decidere se preferiva trasferirsi in Norvegia o rimanere in Spagna perché a noi come band andavano bene entrambe le opzioni. Siamo piuttosto abituati al lavoro individuale, anche perché ognuno di noi proviene da una parte diversa della Norvegia: io sto a Stavanger, sulla costa occidentale; Jonathan e Michael vivono a sud, a circa 250 km da qui, mentre il nostro bassista abita nella regione di Oslo, quindi a 600 km di distanza. Quindi siamo abituati a lavorare ognuno per conto proprio e poi ci troviamo per provare insieme quando lavoriamo a un album o prima di andare in tour. Con Ailyn adesso funziona anche così, lei viene in Norvegia ogni volta per un periodo di circa dieci giorni, durante i quali cerchiamo di impegnare tutto il tempo a nostra disposizione nel lavoro di gruppo, e poi lei torna in Spagna. Per noi va bene così, siamo sempre stati abituati a lavorare in questo modo sin dagli inizi.

Ci sono grosse differenze culturali tra di voi, per il fatto che provenite da due Paesi così diversi?

Direi di no. Abbiamo gli stessi interessi e ci dedichiamo tutti allo stesso modo alla musica, abbiamo tutti molto in comune l’uno con l’altro. Lavoriamo molto bene insieme, direi che le cose funzionano.

Avete già suonato due volte dal vivo con Ailyn, com’è stato?

E’ stato grandioso suonare con l’intera nuova formazione. Credo che ora la band abbia una line-up solida, fatta di ottimi musicisti davvero appassionati alla nostra musica; sono molto soddisfatto di quello che siamo riusciti a fare in queste due esibizioni e sono convinto che col tempo non potremo che migliorare.
Personalmente non vedo l’ora di cominciare un tour con questa nuova formazione!

Come se la cava Ailyn con le vecchie canzoni dei Sirenia?

Divinamente, anzi azzarderei dire che sono perfino troppo semplici e che non rappresentano assolutamente una sfida per lei: ha una gran voce e non ha nessuna difficoltà nemmeno sulle note più alte. Poi c’è da dire che lei apprezza molto la nostra produzione precedente e la sua voce è perfetta anche per quei pezzi. Ovviamente in sede live vorremo proporre canzoni estratte un po’ da tutti i nostri album, ma comunque non vedo l’ora di cominciare a suonare in giro le canzoni nuove.

Passiamo a parlare del vostro nuovo lavoro, The 13th Floor. Qualcosa hai già accennato prima, ma qual è la tua opinione riguardo a questo disco?

Sì, secondo me questo è ad oggi il miglior disco dei Sirenia. Avere tra le nostre fila Ailyn è grandioso, io come autore e come compositore sono stato libero di scrivere esattamente le melodie che avevo in mente senza nessun tipo di restrizione, non mi dovevo preoccupare che una nota fosse troppo alta o una linea vocale troppo difficile. Ero veramente libero di creare senza alcun ostacolo e Ailyn riusciva a seguirmi in tutto quello che scrivevo. Questo ha sicuramente contribuito a farci migliorare tutti e ha fatto sì che quest’ultimo album sia più vario dei nostri lavori precedenti, soprattutto per quanto riguarda le linee vocali.

Sei tu l’autore di tutte le canzoni, come sempre?

Sì, la musica dei Sirenia è sempre stata solo opera mia, fin dagli inizi. Mi sono sempre trovato meglio a comporre da solo, a mio parere il processo compositivo è molto complesso e richiede un grande impegno, diciamo il 110% della propria concentrazione, e per me è difficile concentrarmi se mi trovo insieme ad altre persone, perché devo interagire con gli altri e automaticamente la percentuale della mia concentrazione su quello che sto facendo scende, e perdo le sensazioni che si provano quando ci si immerge totalmente nella musica. E poi, e questa è una cosa che ho imparato con la mia esperienza, da solo mi riesce meglio scrivere canzoni più intime, più personali. E per me è fondamentale che le canzoni sgorghino dritte dal profondo del mio cuore.

Già che siamo arrivati a parlare di questo devo chiederti una curiosità: Winterborn 77 parla di te?

Bè, tutte le mie canzoni parlano di me, attingo molto alla mia vita e alle esperienze mie e di chi mi sta intorno per quanto riguarda la mia musica.

imm

In realtà te lo chiedo riferendomi nello specifico a questa canzone perché tu sei nato nell’inverno del ’77…

Sì, è vero. Sei la prima a notare questo particolare!

Ma c’è una connessione, quindi, tra questo titolo e la tua data di nascita?

Sì, c’è. Solitamente non parlo mai di queste cose, ma vedo che sei riuscita a scoprire questo particolare da sola [ride, NdR].

Torniamo a parlare dell’album. Nine Destinies And A Downfall era stato criticato per essere un po’ troppo easy, mentre il nuovo The 13th Floor è più aggressivo, più rock, pur avendo anche lui i suoi lati più morbidi. Come hai trovato il giusto equilibrio tra i tuoi ingredienti stavolta?

Credo che sia tutto merito dell’esperienza, col tempo ho sempre cercato di perfezionarmi come compositore. Comporre e scrivere le canzoni è l’aspetto che prediligo del fare musica e nel quale investo la maggioranza del mio tempo. Amo essere creativo, il songwriting è la fase che mi dà di più. Lo faccio da un bel pezzo ormai, scrivo musica praticamente dal 1992; ho fatto molta pratica e ora mi viene più facile trovare il giusto equilibrio fra tutti gli elementi. Musicalmente io cerco di crescere soprattutto in questa direzione, punto a diventare un songwriter sempre migliore ad ogni album e a perfezionare la mia tecnica compositiva.

Ho usato la parola “rock” perché ho notato che nel nuovo album ci sono diversi pezzi piuttosto “rockeggianti”, sto parlando ad esempio di Lost In Life e The Lucid Door. Sono i primi passi di un cammino in queste direzioni sonore o sono semplici episodi?

Quello che mi interessava per quest’album era che riflettesse in un certo senso un po’ tutto quello che era già stato sperimentato nella nostra carriera. Quindi le sonorità Gothic Rock si sentono eccome, ci sono influenze che arrivano dritte dai nostri esordi, da At Sixes And Sevens, da canzoni come Lethargica o Sister Nightfall. Negli anni ’90 ero molto intressato al Gothic Rock e ascoltavo band come The Sisters Of Mercy, The Mission, Fields of the Nephilim e un po’ tutta la scena Goth inglese. Sono legato a questo tipo di sonorità e voglio che traspaiano nella mia musica. Allo stesso tempo però è importante anche un po’ di varietà. Non voglio che i Sirenia finiscano per essere etichettati come una band che fa Gothic Rock, io vorrei che ci sia più varietà, che ci sia una mescolanza di stili e suoni.

Qual è la tematica principale dell’album?

Come per i nostri lavori precedenti, nelle nostre canzoni mi occupo soprattutto di tematiche quali i lati oscuri della vita, dell’umanità, traggo ispirazione da episodi della mia vita o cose del genere. Cerco sempre di mantenere uno stesso punto di vista delle cose, ma anche per quanto riguarda la stesura dei testi cerco di migliorarmi ad ogni album. Le tematiche e i soggetti delle mie canzoni in linea di massima rimangono però costanti.

Che cosa succede al “tredicesimo piano”? La donna vestita di bianco della copertina si sta dirigendo verso questo luogo: che cosa troverà?

[Ride, NdR] L’artwork è opera di Jan Yrlund, o meglio è frutto di una nostra collaborazione. Ogni volta che collaboriamo con un grafico siamo soliti passargli tutte le musiche e i testi dell’album che dovrà raffigurare e anche qualcosa della ostra produzione precedente, in modo che abbia un’idea di partenza basata su quello che facciamo e che ci piace. A quel punto tutto dipende poi dal disegnatore: sta a lui interpretarci, leggersi i testi e capire con che genere di lavoro ha a che fare; deve cogliere le atmosfere e le sensazioni dell’album e trasformarle in grafica. Il suo lavoro dovrà comunicare sia come suoniamo noi, che tipo di musica è racchiusa nel disco, sia la sua personale rielaborazione della nostra musica, le emozioni che la musica ha suscitato a una persona esterna alla band. Quindi non sta a me ora spiegare il lavoro che lui ha fatto per questo artwork, ma da parte mia posso dire che ha fatto un ottimo lavoro nel catturare le emozioni racchiuse in quest’album.

The 13th Floor esce il 23 gennaio. Verrà distribuito in tutto il mondo?

Sì, uscirà in tutto il mondo sotto la Nuclear Blast.

Il primo singolo invece, come è stato annunciato da pochissimo, uscirà a Santo Stefano. Vuoi dirci qualcosa di più in merito? Come mai avete scelto proprio questa canzone? Secondo me si tratta di una buona scelta.

Esatto, The Path To Decay uscirà il 26 dicembre. Sono d’accordo anch’io che si tratti di un buona scelta, è una delle mie canzoni preferite. Combina buone melodie e riff accattivanti, e ha un po’ di tutti gli ingredienti che rendono caratteristico il sound dei Sirenia: cori, orchestrazioni, tastiere… La caratteristica importante di un buon singolo di lancio è che possieda un po’ tutte le caratteristiche che l’ascoltatore incontrerà sviluppate all’interno del disco, per questo credo che The Path To Decay sia un buon primo singolo. E poi è molto melodico, molto catchy. Gireremo anche un video per questa canzone.

imm

Davvero? Qualche anticipazione?

Questo venerdì [il 21 novembre, NdR] andremo a Göteborg, in Svezia, per le riprese. Regia e produzione saranno a cura di Patric Ullaeus, che ha già lavorato con Dimmu Borgir, In Flames e altri…. E’ un grande nome in ambito di video musicali, soprattutto nella scena metal, e non vediamo l’ora di lavorare con lui.

E che mi dici del tour? State già pianificando qualche data?

Dopo l’uscita dell’album il 23 gennaio vorremmo fare più concerti possibile, quello che vogliamo davvero è suonare in giro. Purtroppo certe questioni non dipendono solamente da noi e questa è una di quelle. Al momento stiamo cercando un’agenzia di booking professionale che si occupi dei nostri spettacoli dal vivo. E poi stiamo anche cercando altre band con le quali andare in tour, quindi siamo fermi a questo punto al momento. Ma per quanto riguarda noi nella band, non vediamo davvero l’ora di cominciare i concerti e ci sentiamo molto motivati a farlo, con il nuovo album in uscita.

Un’ultima curiosità: gli ospiti di quest’album. Ha collaborato con voi una violinista francese, chi è?

Sì, il suo nome è Stephanie Valentin ed è la prima volta che lavoriamo con lei. Ci è stata raccomandata da una delle ragazze del “Sirenia Choir”, la conosce perché avevano frequentato la stessa accademia di musica in Francia, se non ricordo male. E’ una musicista molto versatile che sa suonare stili musicali diversi, anche se di base ha un’impostazione classica. Si è rivelata essere un ottimo ingrediente per quest’album perché ha saputo suonare i suoi pezzi esattamente come li avevamo immaginati, per cui sono molto felice del frutto di questa collaborazione. L’altro ospite di quest’album è Jan Kenneth Barkved, che ha eseguito alcune parti di cantato maschile pulito.

E’ lui sull’ultima traccia, Sirens Of The Seven Seas?

Sì. Con lui avevamo già lavorato su alcune parti di At Sixes And Sevens, ed è stato bello averlo di nuovo tra di noi in studio.

Bene, è tutto. In bocca al lupo con le riprese del video venerdì! Speriamo che riusciate a pianificare presto un bel tour e riusciate a venire a suonare anche in Italia.

Ci conto davvero, speriamo.

Grazie mille per quest’intervista! Stammi bene, o meglio: ha det bra!

Grazie [sorpreso di aver sentito la sua lingua, si mette di nuovo a ridere, NdR]!! Anche tu! Ciao.