Loading

LAAZ ROCKIT – Michael Coons

Tornati 17 anni dopo l’ultimo prova in studio, i Laaz Rockit hanno dato alle stampe un disco che abbraccia sonorità più moderne di quelle a cui avevano abituato i thrashers in passato: tutto sommato, a sentire la band, il cambiamento non è dispiaciuto ai fans, nonostante “Left For Dead” riesca solo a tratti a rispolverare la carica di un tempo. Alla nostra fila di domande ha risposto lo storico singer del gruppo Michael Coons.

Dopo molti anni di silenzio, i Laaz Rockit sono tornati con un nuovo disco. Cos’è successo ai vari membri della band in questo periodo lontano dalle scene?

Ci siamo dovuti confrontare tutti quanti coi diversi impegni che la vita ti mette davanti…qualcuno di noi si è sposato e ha messo su famiglia, siamo stati presi dagli impegni di lavoro, io sono andato al college, le solite cose che capitano nella vita di tutti quanti.
Abbiamo semplicemente fatto cose che prima, con il gruppo in attività, non avevamo il tempo di fare.

Qual è la ragione più importante che vi ha spinto a tornare sulle scene?

L’opportunità di ringraziare tutte le persone che ci hanno supportato sin dall’inizio, per usare le opportunità dateci di suonare ancora in giro e per far sì che potessimo comunicare ai nostri fans quanto abbiamo apprezzato gli anni vissuti assieme suonando metal.

E’ stato difficile incontrarvi in studio e ricominciare a suonare assieme a così tanti anni di distanza dall’ultima volta?

No, assolutamente. Left For Dead è una naturale progressione di quanto realizzato in passato, secondo me. Siamo amici da così tanto tempo che è sempre un piacere vederci, anche quando non suonavamo insieme siamo rimasti in contatto, quindi la cosa non poteva venire più naturale di così. Abbiamo lavorato sodo, ma ci siamo anche divertiti parecchio intanto che eravamo in studio.

”Left For Dead” mostra un suono più moderno rispetto al passato, come mai avete cambiato il vostro approccio alla musica?

Non credo che abbiamo cambiato del tutto il nostro approccio, eccetto per il fatto di non aspettarci alcun responso particolare dal nuovo disco! Penso soltanto che la tecnologia permette oggi di compiere molte più cose di quanto si potesse fare negli anni ’80, così che le registrazioni possono essere eseguite meglio di allora.
Sarebbe facile, ora, dire che stavamo cercando di avvicinarci a una concezione di suono più moderna o diversa da prima, ma la verità è che quello che c’è nel disco è solo il frutto della naturale progressione della band.

imm

Nell’evoluzione verso il vostro suono attuale, quali sono i gruppi che vi hanno “guidato” a questa nuova dimensione?

Noi non proviamo mai ad emulare nessuno, scriviamo e suoniamo come abbiamo sempre fatto. Credo che i confronti verranno sempre formulari in ogni forma d’arte e quindi anche nella musica, ma consciamente non cerchiamo di suonare come nessun altro se non noi stessi.

Ritengo che le canzoni migliori sono le più inusuali rispetto a quello che ci si aspetta di solito da una band thrash, per esempio “Ghost In The Mirror” e “Outro”. Che ne pensi?

Mi sono sempre piaciute le cose un po’ diverse, o uniche se vuoi, che si situano un po’ al di fuori dal contesto generale. Credo che rendano maggiormente consapevole un artista del fatto che l’opera è davvero sua, che c’è il suo marchio di fabbrica sopra a quanto ha composto.

Qual è la caratteristica del disco che ti piace maggiormente?

Azzardo e dico che è il nostro miglior lavoro fino ad ora, perché è molto maturo sia nella musica che nelle lyrics. E’ intenso dall’inizio alla fine, non ha cali di tensione.

Qual è l’album del passato che ha più punti di contatto con “Left For Dead”?

Lo vedo molto vicino a Know Your Enemy nello spirito, ma per l’intensità lo potrei paragonare ad Annihilation Principle.

imm

Qual è la reazione a “Left For Dead” data dai fans e dai media?

Le reazioni sono state assolutamente incredibili! Non ci saremmo mai aspettati di avere una risposta così buona al nuovo materiale, specialmente dopo tutto questo tempo che eravamo fuori dalle scene. Sentivamo che i fans avrebbero apprezzato, mentre le recensioni di magazine e webzine ci hanno sorpreso in positivo.

C’erano altre label interessate al nuovo materiale, oltre alla Massacre?

Sì, c’erano altre case discografiche interessate a noi, ma la Massacre è stata l’unica che veramente ci voleva, che ha mostrato la maggiore volontà di metterci sotto contratto. La Massacre è stata fantastica!

Ho letto opinioni molto positive sul vostro ultimo lavoro da parte di membri dei Testament e degli Exodus, cosa ne pensi dei loro ultimi lavori?

Sono dei Grandi, Testament ed Exodus non falliscono mai, i loro album sono sempre ad altissimo livello, sono delle icone viventi…

L’immagine dei Laaz Rockit è stata per molti anni legata alla guerra, al fuoco, ad argomenti militari. Al contrario, la cover di “Left For Dead” ricorda un immaginario molto differente, perché?

Volevamo cambiare, di certe cose ci eravamo già occupati abbastanza in passato. Volevamo distanziarci dall’immaginario che le persone possono aspettarsi da noi, e il materiale del nuovo disco è così differente nelle lyrics da quel che abbiamo composto prima di adesso, che il packaging del disco non poteva che adeguarsi agli argomenti trattati. Penso calzi a pennello con quanto dicono i testi.

Oakland è un buon territorio in cui suonare heavy metal oggigiorno?

Ogni “zona” è buona per fare metal, però credo che la Bay Area sarà sempre un luogo speciale nella storia del metal. Tantissime grandi band chiamano questo posto la loro casa, perché è da sempre un luogo di grande creatività.

imm

I live show avvenuti dopo la reunion sono stati indubbiamente un grande successo, c’è un momento particolare di questi concerti che ricordi particolarmente volentieri?

E’ stata una grande sensazione, tutte le volte che abbiamo suonato, non importa dove e quando, o quanto fosse grande la folla che ci ascoltava; ogni concerto, nel momento in cui stiamo suonando, per noi è il più importante del mondo. Il palco è un privilegio, non un diritto, per una band.

”Laaz Rockit” è un nome alquanto strano, potresti ricordarci la sua origine?

Si riferisce a un’arma usata da Clint Eastwood in un film di molti anni fa, “Dirty Harry”.

Perché, dopo lo split coi Laaz Rockit, la medesima line-up iniziò una nuova avventura col nome di Gack? E quanto di questa esperienza è rimasta nel dna dei Laaz Rockit?

Al momento, solo io e Aaron siamo coinvolti nei Gack, e quanto fatto con loro si riflette ancora nei Laaz Rockit, perché io e Aaron scriviamo ancora musica insieme.

Ci sono altri progetti che vedono coinvolti membri dei Laaz Rockit

Siamo tutti quanti focalizzati su Left For Dead, per promuoverlo al meglio in tutto il mondo. Arriverà in futuro il momento, spero, in cui riusciremo a far uscire nuovo materiale a nome Laaz Rockit…