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SHEOL – Giovanni e Cristiano

Tra i giovani act dediti al death melodico, gli Sheol si segnalano per un personale connubio di sonorità ruvide e tocco gotico, unito a doti compositive già discretamente sviluppate. In attesa di sviluppi a livello discografico (il loro primo risale al 2007), siamo andati a conoscere meglio la band, qui rappresentata da Giovanni e Cristiano, rispettivamente vocalist/bassista e chitarrista del gruppo.

Sheol, in ebraico, significa “Regno dei Morti”. Come mai tanta cupezza, e perché la scelta di un termine ebraico?

Giovanni: (ride) Perché Sheol… Diciamo che é stata una coincidenza, o meglio, inizialmente non si sapeva che nome dare al gruppo e dal nulla é uscito fuori SHEOL. pensavi a qualcosa di più profondo? (ride)
Cristiano: E’ colpa del cd dei Naglfar!

Siete una band death metal, ma affiora un gusto per la malinconia che vi avvicina al gothic. Cosa vi porta ad avere un mood generale di questo tipo?

G: Diciamo che i nostri primi lavori erano influenzati moltissimo da quello che normalmente ascoltavamo, vedi Dissection, Death, Sepultura, insomma black e death Metal in generale.
C: Come dice il signor G, le composizioni di Painting Black On The Sun avevano un approccio molto più cupo, per così dire, eravamo depressi, il mondo ci faceva decisamente schifo, ah ah ah!

Come vi muovete quando dovete comporre dei pezzi, chi è la mente principale?

G: Allora, qui il discorso si volge tutto verso il signor C. La mente suprema è lui e noi (noi?) siamo le sue mani che si sbizzarriscono a suonare melodie, accordi, riff e tutta quella serie di note che, fidati, ti renderanno pazzo. Ovviamente la tua sanità mentale vacillerà col prossimo lavoro, non con Painting Black On The Sun.
C: Mi mette sempre in imbarazzo, codesto signor G. Diciamo, comunque, che io scrivo i pezzi, o meglio le bozze dei pezzi, strutture, riff, armonie, melodie, ritmi e dio, poi faccio sentire il materiale agli altri e, se tutti apprezzano, si va avanti.

Chi o che cosa è per voi la massima fonte d’ispirazione nella scrittura dei pezzi?

C: In particolare, nessuno, nello specifico, nessuno! Ah ah ah, no, a parte gli scherzi, vari generi, dal death metal alla fusion, dalla musica elettronica al funky, blues, e ultimamente, musica tribale! Ah ah ah!
G: Quando Mr. C. mi rende partecipe delle sue opere diciamo che diventa egli stesso una musa ispiratrice, un po’ come quella di omero, nuda e sensuale. Questo ovviamente solo nel lato teorico, in quello pratico, la stessa cosa. (ride )

Al di fuori della band, c’è qualcuno che ha un peso determinante per l’attività del gruppo, qualcuno che vi dà un supporto particolare, che vi dà la spinta per darci dentro anche nei momenti più difficili?

G: Sì. Diciamo che ci sono più persone che ci supportano e ci ”aiutano” ma alla fine della cena chi si presenta a pagare il conto (come si suol dire da queste parti) é una persona o forse un paio. Una persona in particolare voglio ringraziare in questa intervista che gentilmente ci state proponendo, ovvero Francesca Socciarelli. Lei ci ha sempre supportato ed aiutato con tutto: dal supporto morale a quello pratico. Ci ha aiutato a stilare 3 testi del nostro nuovo lavoro, ci ha aiutato per la grafica del myspace (in realtà é tutta opera sua), ci ha fatto foto, dato consigli sui progetti, insomma, é una forte presenza negli Sheol anche se non ne fa realmente parte. La ringrazio veramente per tutto quello che ha fatto e che continua a fare per noi. Mitica Fra!
C: Grande Fra! Un ringraziamento particolare ci tenevo a farlo ad Eleonora Casasole.

Mi è piaciuto molto un titolo come “In Love With A Knife”. Di cosa parla la canzone?

G: Si, il titolo é delizioso, anche se a me ricorda molto Fucked With A Knife dei Cannibal Corpse! (ride) Tornando seri, la canzone parla di un amore marcio, maligno, ossessivo, che sfocia in una violenza guidata da quel sentimento che in ognuno di noi arde. Fondamentalmente, dal titolo si può ben capire che il lieto fine non è gradito, sempre se per lieto fine si intende “e vissero felici e contenti”.
C: (Annuisce)

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Che è successo alla ragazza della copertina? Che accade nel castello sullo sfondo, immerso nella nebbia?

G: La ragazza della copertina è morta nello stagno del castello, uccisa dal suo amante, anzi, dal suo coltello. Nel castello, sullo sfondo, immerso nella nebbia, non accade assolutamente nulla. È semplicemente un castello, ancora una volta pensavi a qualcosa di più profondo, ma purtroppo ti devo dare una brutta notizia: questo nostro primo lavoro fondamentalmente è superficiale e, vedi la nostra età, vedi la nostra inesperienza, vedi la nostra immaturità, il lavoro totale è ben distante sia dal nostro nuovo songwriting che dal nostro concept globale sia musicale che umano.
C: Ci tengo a precisare che Painting Black On The Sun non ha un concept di base, le canzoni le abbiamo registrate dopo sei mesi che suonavamo, quello che voglio dire è che non avevamo proprio pensato a nessun concept, insomma, era materiale che avevamo inciso, di fatto, per prova, volevamo in realtà soltanto fare esperienza per quanto riguarda l ambiente dello studio di registrazione.

“Painting Black On The Sun” è già vecchio di due anni. Come vi siete mossi nel frattempo?

G: Nel frattempo, per vari motivi, ci siamo mossi lentamente, purtroppo le varie circostanze (mancanza di un componente, conflitti interni, ecc.) ci hanno rallentato moltissimo se non quasi bloccato, ma in questo ultimo periodo ci stiamo muovendo molto decisi e ben presto riusciremo a dar voce alla nostra passione, alla nostra musica.
C: Abbiamo avuto più limitazioni in questi 2 anni che in queste 2 settimane, puoi credermi se te lo dico.

Come credete che si evolverà il vostro sound in futuro? Pensate di rimanere fedeli a quanto già fatto o cercherete di ampliare il più possibile lo spettro sonoro entro cui vi muovete?

C: Sperimentalismo è il nostro dogma.
G: Come non dar ragione al Mastro C? E’ vero. Da Taste Of Death alla nostra ultima song 70345 ne è passata di acqua sotto il ponte, fondamentalmente ci siamo spostati verso il nostro limite e di sicuro non ci fermeremo, dopotutto è la nostra passione e il nostro spirito che ci “guida” nel songwriting e noi, da bravi adepti indisciplinati, diamo sfogo a tutte queste emozioni che ci portano ad evolvere il Sound ad un livello maggiore di quanto si possa ascoltare in Painting Black On The Sun.

Cosa rappresenta il clown dal sorriso macabro che campeggia sullo sfondo della vostra pagina myspace?

G: Lo scoprirai ascoltando il nostro prossimo lavoro, non essere impaziente…
C: Sempre più bastardo il nostro signor G. Ah ah ah, in effetti ha ragione, fa parte del concetto del nostro prossimo cd.

E’ difficile proporre una musica come la vostra in un territorio, quello da cui provenite, non esattamente al centro del mondo per quel che riguarda il metal?

G: No, è diverso, non é difficile, ma praticamente infattibile. Qui l’unica occasione per potersi esibire sono i concorsi che spesso e volentieri sono una truffa bella e buona e malamente organizzati, anzi, concedimi il termini, sono organizzati col pisello. Si va dai concorsi in cui devi sborsare soldi a quelli in cui ti fanno suonare gratis e ti prendono anche in giro.
Personalmente preferisco non suonare piuttosto che farmi prendere per il culo da 4 paesanotti che ti concedono il grande onore di suonare in un concorso organizzato con soldi pubblici presi in maniere veramente oscene, ed è meglio che non aggiungo altro sull’argomento “concorsi”. Per quanto riguarda altri ambienti live diciamo che la provincia è monopolizzata da: gruppi cover estremamente squallidi (nella maggior parte dei casi), gruppi pop-rock e gruppi dal genere ambiguo. Lo spazio per noi, riferendomi a tutti i gruppi metal della zona, è veramente misero e deludente.
C: Sai cosa? La realtà obiettiva è che nessuno crede in quello che tu, misero gruppetto senza credenziali, hai da proporre. Nella nostra zona non vi è modo di esprimersi, ma proprio in generale!!! Se cerchi di alzarti o di farti notare trovi sempre qualcuno pronto a dirti che sbagli, o che non vali, oppure che stai sprecando il tuo tempo e questo distrugge la passione di quelle persone che vorrebbero provare a valorizzare quello in cui credono e si sentono di fare, per esprimersi al meglio delle loro possibilità. Tutto ciò è assurdo!

Secondo voi, quali sono le doti degli Sheol che dovrebbero spingere un metallaro ad avvicinarsi alla vostra musica?

G: (ride) Innanzitutto me, purtroppo non hai avuto modo di poterti vedere una nostra esibizione live e ti assicuro che ti sei perso un omone grosso, grasso e goffo come frontman. Non è raro vedere questi cosi girare per il palco (Vedi Trevor che saluto!!) ma lo è di più sentire quello che dicono fra una canzone e l’altra. Altro valido motivo per cui un metallaro dovrebbe (DEVE) avvicinarsi alla nostra musica è tutto quello che concerne essa. Dalle melodie alla voce, dalle emozioni che una canzone può trasmettere ai testi, al concetto che gira dietro ad un lavoro. Proprio questa ultima cosa per noi è veramente importante e ci stiamo lavorando assiduamente perché, al contrario del primo demo, questo conterrà tutto un concatenamento di eventi, emozioni, realtà. Se poi un metallaro non si avvicinerà alla nostra musica allora sarà violentato dal qui presente! Scherzi a parte, ognuno è libero di ascoltare ciò che vuole.
C: Le nostre intenzioni sono quelle di fare arrivare la nostra sensibilità all’ ascoltatore. Personalmente, ritengo sia molto importante. Preciso anche che la musica degli Sheol è ricca di particolari che non arrivano direttamente, diciamo che le canzoni vanno ascoltate con un approccio introspettivo. Pertanto non ci sentiamo di trascurare alcun dettaglio, anzi, ci applichiamo per valorizzarli.

A nome di tutta la band Ringraziamo Giovanni e Heavyworlds per questa intervista, nonché per la recensione di Painting Black On The Sun e tutti color che hanno collaborato alla realizzazione di esso. Speriamo vivamente che il nostro prossimo lavoro vi lasci a bocca aperta (nel senso buono ovviamente!). A presto.
Saluti da Giovanni e Cristiano degli Sheol.