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ENOCHIAN THEORY – Ben Harris

Post-rock, fini arrangiamenti orchestrali, introspezione, emozionalità: questi alcuni ingredienti del primo full-lenght degli Enochian Theory, interessante terzetto inglese capace di proporsi sul mercato con uno stile personale e avvincente. Non sono ancora esenti da critiche e i margini di miglioramento ci sono tutti, però i ragazzi hanno buone qualità e in proiezione futura promettono di regalarci altri dischi di valore. Andiamoli a conoscere per mezzo di Ben Harris, cantante, chitarrista e principale compositore del trio albionico.

Penso che la cover di “Evolution: Creation Ex Nihilio” sia una delle più originali che abbia mai visto. Qual è il concept di quest’immagine? Ci sono dei significati simbolici connessi ai differenti elementi raffigurati?

L’artwork è stato creato da un nostro amico svedese, Robin Portnoff, ed è una riflessione sui temi trattati nei testi e sulle idee contenute nell’album. Robin ha compiuto un magnifico lavoro nel trasformare le nostre parole e la nostra musica in qualcosa di visibile, non potremo mai ringraziarlo abbastanza per il lavoro che ha fatto.
Ci sono molti piccoli dettagli nell’artwork che offrono suggerimenti a quello che pensiamo, sentiamo e vogliamo trasmettere attraverso “Evolution…”. Chi ha realizzato la copertina trovo che sia un genio nel suo campo e ci piacerebbe lavorare ancora con lui in futuro, sempre se ce lo potremo permettere!

Come mai avete scelto di dare un titolo in latino al vostro disco?

Ho sempre avuto una certa fascinazione per il latino. Non sono un esperto su quelli che sono i diversi aspetti dell’immaginazione umana, ma penso di aver scelto quel titolo in particolare perché, nella mia testa, mi diceva quello che volevo che mi dicesse. Il mio principale interrogativo era: “Come faccio a racchiudere tutte queste canzoni sotto un unico titolo, com’è possibile coprire significati tanto diversi tra di loro e riassumerli nel nome dell’album?”. Mi sono seduto a pensare a questa problematica e ho creato un nome che lavora su più livelli contemporaneamente, come le song stesse. Mi è “scoppiato” in testa e mi ha fatto ridere perché il mio pensiero iniziale per il titolo era per uno dotato di uno humour molto dark, molto sarcastico.
Il titolo è scherzoso per certi versi, prende in giro alcune cose che trovo stupide in questo mondo, ma riflette anche il fatto che ci siamo evoluti come band e come persone e abbiamo creato qualcosa che non è nient’altro che quello di cui abbiamo bisogno. Non intendo soltanto il disco in sé, ma intendo la totalità delle cose che ci appartengono. Non siamo una band ricca sorretta da una grande label, noi mettiamo tutti i nostri soldi in quello che facciamo a livello artistico, così riuscire a stare sempre in prima linea nella nostra battaglia è un grande risultato per noi.

Quanto tempo avete impiegato per la composizione di “Evolution…”? Chi ha avuto l’idea del concept?

“Evolution…” non è un concept album in senso stretto, è più che altro un insieme di tematiche che potrebbero riassumere, nel loro complesso, un tema più generale che è quello relativo al come viviamo ai giorni nostri. La mia personale opinione su quello che dovrebbe essere un concept album è che esso racconti una storia principale lungo tutto il disco, e non è il caso di “Evolution..” anche se, in un certo senso, anche il nostro ultimo album potrebbe essere interpretato come un concept album. Le liriche riflettono in linea di massima i miei pensieri e le mie esperienze sul tipo di vita che facciamo tutti i giorni, sono soltanto esperienze personali od osservazioni su determinate situazioni.
Abbiamo impiegato circa quattro mesi a scrivere tutto, e se consideri che il precedente ep ci ha portato via 2 anni, quando la formazione era ancora a quattro elementi, è bello credere che abbiamo creato un disco ancora migliore del precedente nel tempo di cui avevamo realmente bisogno, e non un minuto di più. Io ho avuto l’impegno di scrivere la maggior parte del materiale e delle strutture principali delle song perché sono il “fortunato” che riesce a mettere insieme gli scheletri dei pezzi. Mi sono chiuso nel mio studio personale per un po’ di tempo, occupandomi a tempo pieno a scrivere e a fare delle demo di come avrebbero dovuto suonare i brani. Il tutto è stato scritto, registrato e stampato nel giro di un anno, sicuramente un lasso di tempo piuttosto lungo, ma per noi è stato un gran periodo!

imm

Qual è il ruolo della Lost Orchestra in “Evolution…”? E’ solo un gruppo di musicisti che suona la vostra musica oppure hanno giocato un ruolo importante durante la fase compositiva dell’opera?

Le canzoni sono state scritte da me per un terzetto nel formato del più classico “rock trio”, chitarra/voce abbinata a batteria e basso. Le parti orchestrali sono state aggiunte alla fine, quando avevamo ormai terminato tutto quanto o quasi. L’importante era fare in modo che band e orchestra procedessero di pari passo, mano nella mano, lungo tutta la release. Mentre ero chiuso nel mio studio domestico a scrivere il disco, ho prodotto dei demo di alcune sezioni di canzone con l’aggiunta di qualche parte di tastiera, per provare a sentire come avrebbe potuto suonare un’orchestra nei nostri brani, e mi sono accorto che la cosa funzionava alla grande! Volevamo un disco “epico”, in un certo senso, che fosse anche onesto e facesse riflettere chi ascolta, e credo che abbiamo centrato l’obiettivo. Non siamo dei mostri nei rispettivi strumenti che suoniamo, ma scriviamo musica in modo onesto, e ritengo che ciò si senta in “Evolution…”.

Nella vostra musica, testi e note hanno la stessa importanza? Per scrivere una canzone, partite dalla musica o dalle liriche?

Difficile a dirsi, perché il nuovo album è venuto fuori in maniera più casuale rispetto a come componevamo prima. Per esempio, in questo album delle volte è capitato che ci fossero un riff o due che mi piacessero e attorno a quelli ho costruito una canzone, altre volte avevo il testo pronto e dovevo cercare la musica adatta alle parole che avevo scritto. Entrambi gli aspetti sono importanti e lavoriamo insieme a tutte e due quando componiamo.
Ti do un altro esempio, la song “Movement” è stata scritta da me a casa e successivamente ci ho lavorato sopra finché non è stata terminata e abbiamo dovuto metterci molto tempo a finirla, a causa dei molti cambi di tempo e per la complessità di tutta la struttura. Ancora, un brano come “A Monument To The Death Of An Idea” è scaturita da tre ore di lavoro continuo su di essa! Avevo una serie di riff, li ho messi assieme, ho provato a sentire come giravano accostati gli uni agli altri e infine il caos strumentale che chiude la traccia era nato.
E’ stata una strana esperienza per noi, ma alla fine credo che abbiamo raggiunto un risultato che ci soddisfa in pieno.

Avete prodotto il disco da soli, vi siete impegnati in prima persona nella sua promozione, avete fatto uscire il disco attraverso la vostra label. Preferite avere il pieno controllo di ogni aspetto legato all’album? Non vi fidate delle agenzie di promozione e delle case discografiche?

Non è un fatto di fidarsi o meno di altre persone, è che non avevamo il tempo di aspettare che le grandi label si occupassero di noi e ci dessero un minimo di spazio, così abbiamo deciso di mantenere ogni cosa sotto il nostro controllo e di autoprodurci. Se impari da solo ad ottenere quello che vuoi, allora è più facile che riesci nei tuoi propositi, e quindi, perché non tentare a far tutto da soli? Ci siamo resi subito conto che se ci fossimo affidati a una grossa casa discografica avremmo tribolato parecchio a far uscire il disco, ci avrebbero ostacolato, nel caso la musica proposta non fosse stata di loro gradimento. Il solo pensiero ci lasciava già l’amaro in bocca. Perché avremmo dovuto cedere i diritti sulla nostra musica dopo averci dato dentro come dei matti, dopo aver fatto tanto duro lavoro? Fanculo a tutto questo!
Non eravamo contro il fatto di dover lavorare con qualcun altro esterno alla band, ma infine la situazione migliore è stata quella di far tutto da soli. Ci stiamo smazzando tutto il lavoro da soli, ma così abbiamo fatto tanto per il nome del gruppo e in tanti ce lo stanno riconoscendo e si accorgono di noi. Abbiamo appena firmato con un’agenzia di promozione e speriamo che possano agire per noi in futuro. Abbiamo ottenuto un’ottima copertura dalla stampa e un grande disco con un budget ridicolo, così penso che continueremo per la nostra strada e andremo in giro a suonare per il maggior numero di persone che possiamo raggiungere.
Shaun, Sam e il sottoscritto credono fermamente in quello che fanno, è un duro lavoro, ma è divertente, e finché la situazione è questa, andremo avanti meglio che possiamo.

Sei in grado di sintetizzare in poche parole le qualità più importanti di “Evolution…”?

Non sono sicuro che sia compito mio dire certe cose, preferisco che siano le persone che ascoltano il disco a farsi una propria idea del suo contenuto, ma mi azzardo ad affermare che questo è un album molto onesto. Non ci sono falsità qua dentro, sono soltanto tre ragazzi che hanno scritto della musica che per loro ha un particolare significato e che provano a fare tutto quanto possibile per continuare ad andare avanti in un mondo che pare aver perso il senso di cosa vogliano dire creatività ed onestà.

Ritieni che alle persone che hanno apprezzato “Evolution: Creatio Ex Nihilio” possa piacere anche la vostra prima uscita discografica, o ci sono troppe differenze tra le due opere?

Penso che le persone che si sono prese il tempo necessario per ascoltare al meglio entrambi gli album si siano accorte che c’è stata una logica progressione dal primo ep al nostro debut album. E’ sensato per noi continuare su questa strada, ma credo anche che col nostro primo disco di lunga durata siamo riusciti a tirar fuori un qualcosa che volevamo già essere in grado di fare con l’ep, ma che non siamo riusciti a portare a termine per mancanze in fatto di abilità, o per altri motivi legati a quel periodo.
Alcune persone mi hanno detto che “Namyanka”, dal primo ep, è la nostra canzone migliore, loro avranno la loro opinione ma se devo dirti la mia, ritengo che nuovi pezzi come “Waves Of Ascension” o “A Monument To The Death Of An Idea” siano molto migliori, sembrano molto più “umane”, non so se riesco a spiegare quello che voglio dire…

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Cosa sperate di ottenere con questo nuovo album?

Essendo tanto più lungo quanto superiore all’ep, non riesco a immaginarmelo, ah ah ah!!!
Parlando seriamente, abbiamo già sorpassato il livello raggiunto con l’ep, intanto quest’obiettivo è stato raggiunto. Abbiamo avuto circa 100 recensioni ufficiali sul nuovo album, e ti posso dire che il 95% di esse sono state positive. Spero soltanto di continuare così come siamo andati avanti sino ad ora, stiamo migliorando ogni giorno un po’ di più, secondo gli obiettivi che ci siamo prefissi. Penso che dobbiamo continuare a scrivere musica che ci piace e, se possibile, avere quante più persone possibili che si divertono con quello che componiamo e ci seguono nel nostro cammino artistico.

Qual è il paese dove avete avuto le migliori reazioni per “Evolution…”?

In generale l’Europa, presa nella sua interezza, ha espresso commenti molto positivi nei nostri confronti, una cosa davvero incredibile!
In particolare in Germania ci sono state tantissime recensioni molto favorevoli nei nostri confronti, per questo ringraziamo tutti coloro che in Germania hanno parlato bene di noi. Così come abbiamo avuto buoni responsi in Europa, ce ne sono stati parecchi anche negli Stati Uniti, in Perù, Australia e molti altri stati e questa è la prova che in tanti hanno ascoltato l’album, nonostante la nostra campagna promozionale si sia concentrata soprattutto sull’Europa, quindi quando qualcuno ci chiama e ci dice che ci ha recensito sulla webzine del tal paese, dove magari non avevamo nemmeno mandato il promo, siamo molto entusiasti. E’ stato molto bello anche il fatto che i principali magazine rock/metal del Regno Unito abbiano parlato di noi, penso sia un grande passo in avanti per noi. Hanno parlato di “Evolution…” su Metal Hammer, Classic Rock, Terrorizer e Powerplay in UK, abbiamo avuto molte recensioni e commenti di ogni tipo da parte loro.
Speriamo di poter fare ancora di più in futuro da questo punto di vista, più si parla della nostra musica e più riusciamo ad avvicinarci a persone a cui possiamo piacere.

Qual è la soddisfazione maggiore che avete avuto fino ad ora come musicisti?

Completare il nuovo album è una cosa che ricade sicuramente in questa categoria, perché è stata una battaglia in un certo senso, una battaglia che noi abbiamo vinto ma a spese di qualche problema nelle relazioni interpersonali, denaro speso e altri stupidi intoppi d’altro tipo. Un altro fatto di grande importanza è stato essere personalmente invitati al Prog Power in Olanda, è stata la prima volta che suonavamo sul continente in Europa, prima avevamo suonato solo in Gran Bretagna e, per quel che mi riguarda, è stata la prima volta che andavo davvero via da casa da quando avevo 9 anni. E’ stata un’esperienza incredibile essere così ben accolti e vedere così tante persone che si divertivano con la nostra musica.

Conosci band che hanno un approccio alla musica e uno stile simile al vostro?

Ci sono molte band che vengono accostate a noi nelle interviste e nelle recensioni, per cui poi cerco di informarmi e di ascoltarle anche se, a dire la verità, la maggior parte di questi gruppi io non li avevo mai seguiti prima che venissero nominati dai giornalisti, parlando di come suonava “Evolution…”. Sappiamo perfettamente chi abbiamo copiato e chi no, ah ah ah!!!
Credo che nella nostra proposta sonora ci sia un misto tra le nostre idee e la somma di tutte le nostre influenze, non solo musicali, che ci vengono da tutto quello che ci circonda nel mondo.

Quali sono i vostri nuovi progetti?

Tour, tour, tour!!! Ci sono dei piani a riguardo per il prossimo anno. Abbiamo appena firmato per un’agenzia di promozione che ha grandi piani per noi, una grande notizia per noi! Speriamo di essere capaci di suonare dei grandi show e che questi avvengano in posti dove c’è un pubblico ricettivo nei nostri confronti, come l’Europa centrale e dell’est.
Dopodiché, cominceremo a pensare al nuovo album e a quello che vogliamo ottenere con esso. Il futuro è un posto strano dove stare ma, al momento, vedo solo cose positive per la band, e siamo riconoscenti alla sorte per questo.

Un saluto a tutti i lettori di Heavyworlds da parte degli Enochian Theory!