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THE THREAT IS REAL – Band

Scoperti per caso bazzicando nel web, i Threat Is Real si sono rivelati una piacevole sorpresa e una conferma che, nel metal, nella musica e in generale in ogni forma d’espressione artistica, val sempre la pena di sforzarsi a cercare nel sottobosco dei vari paesi e delle diverse scene per cercare pepite d’oro celate ai più. Non stiamo parlando dei nuovi Mastodon, d’accordo, ma i The Threat Is Real sono una band di indubbia qualità e meritano attenzione. Andiamoli a conoscere, risponde per noi la band al gran completo.

Puoi raccontarci, in breve, la storia dei The Threat Is Real fino a questo momento della vostra carriera? Non siete molto conosciuti in Italia…

Siamo semplicemente quattro ragazzi provenienti da una zona rurale del Minnesota, che si sono uniti tra di loro perché amano tutti quanti suonare. Il tipo di musica che finiamo per scrivere ha un una propria personalità e siamo contenti del sound che riusciamo ad ottenere. Non importa quello che le altre persone o altre band ascoltano e scrivono, facciamo soltanto quello che va bene a noi come gruppo, l’importante è vivere dei bei momenti quando ci dedichiamo all’attività della band. Ti voglio ringraziare fin d’ora per l’opportunità che ci hai dato con questa intervista.

In “Perfection Through Death” ho trovato molti punti di contatto con Machine Head e Sepultura. Siete dei fan di queste due band? Quali sono le vostre influenze più importanti?

Sì, ciascuno di noi conosce e apprezza queste band, ma esse rappresentano solo una parte delle nostre fonti di ispirazione. Noi tutti abbiamo influenze molto diverse, direi che te le può presentare meglio ogni singolo membro dei The Threat Is Real.

Clay: Le mie influenze derivano principalmente dal punk rock e dal metal dei primi anni ’80. Se dovessi elencarti le mie principali fonti d’ispirazione ti direi sicuramente Rancid, The Misfits, Minot Threat, Iron Maiden, Bad Religion e The Dillinger Escape Plan.

Jason: Per me, spiccano su tutti Strapping Young Lad, Anthrax, S.O.D., D.R.I, Meshuggah, Sepultura e Fear Factory.

John: Tre nomi in prima linea: Soulfly, Soilwork e In Flames. E vorrei nominare anche gli Smashing Pumpkins, loro sono la ragione per cui ho preso in mano la chitarra per la prima volta.

Chad: I miei gruppi prediletti sono ancora diversi rispetto agli altri membri dei The Threat Is Real. Ti citerei pertanto Machine Head, Motley Crue, Poison, Guns’n’Roses e Faith No More.

Credo che nel vostro sound l’hardcore abbia molta importanza. Vi piace questo tipo di musica? Quali sono le band hardcore che apprezzate maggiormente?

Solo Jason e Clay sono dei veri fan dell’hardcore. Però non posso che riconoscere come questo sia un elemento che si sente spesso nella nostra musica, anche se non ci siamo mai forzati di inserirlo per forza nelle nostre canzoni.

”Perfection Through Death” contiene canzoni molto diverse tra di loro. Secondo voi, quali sono le song che meglio rappresentano il vostro sound?

Siamo tutti quanti d’accordo sul fatto che “Edge Of Aftermath”, “Demon Sorrow” e “Road Trip To Oblivion” rappresentano il meglio di quello che abbiamo da offrire.

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I vostri pezzi hanno la qualità di essere molto diretti, ma anche pieni di particolari differenti e imprevedibili cambi di tempo. Chi è il principale responsabile di questo risultato? Lavorate spesso su questo elemento della vostra musica?

E’ qualcosa che deriva in maniera molto spontanea da tutte le nostre influenze e da tutti noi contemporaneamente, in modo collettivo. Ogni componente della band contribuisce a sviluppare e ad arricchire la musica dei The Threat Is Real. Chiunque tra di noi può arrivare in studio con una parte di canzone già pronta, e poi da lì possiamo partire per una jam, da cui infine scaturisce il pezzo completo.

Riguardo alle vostre performance individuali, ho apprezzato in modo particolare i pattern di batteria, li ho trovati davvero molto originali. Derivano dal suonare generi differenti rispetto al metal?

Al momento no. Penso che la loro originalità derivi piuttosto da ascolti molto variegati e in particolare da Motley Crue, Machine Head e Guns’n’Roses.

Mi è piaciuta molto la produzione del disco: ha un grande feeling live ed è chiaro che non ci sono overdubs o troppe manipolazioni sulla musica che viene realmente eseguita. Siete soddisfatti di come avete portato a termine questa parte del lavoro?

Siamo contenti che ti sia piaciuta la produzione, soprattutto perché abbiamo seguito da soli tutto il processo di registrazione dell’album. Avendo un sound molto crudo e diretto, ci siamo sforzati d’ottenere un risultato che si avvicinasse ad avere un live feeling molto marcato. Avere un suono stracolmo di sovra incisioni, troppo digitalizzato e compresso è una cosa da cui cerchiamo di stare il più possibile lontani.

Quali sono stati i commenti per “Perfection Through Death”? Ci sono state più reazioni positive o più reazioni negative?

Ogni commento che abbiamo ricevuto è stato molto positivo nei nostri confronti. Le reazioni sono andate sempre meglio man mano che il disco cominciava ad avere un minimo di diffusione, e possiamo ritenerci molto soddisfatti di questo fatto.

Il vostro debut album è autoprodotto. Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di questa scelta?

Abbiamo il nostro studio di registrazione personale e abbiamo imparato negli anni come lavorare al meglio. Possiamo registrare ogni volta che vogliamo e non ci dobbiamo preoccupare di costi e di limiti di tempo. Finora è stata un’esperienza che ci ha insegnato molto, con molti tentativi e molti errori, ma alla fine abbiamo ottenuto una registrazione assolutamente soddisfacente. Uno svantaggio di questa condizione è che non abbiamo una persona esterna che possa darci indicazione su come dobbiamo suonare intanto che siamo nella fase di registrazione, ci manca qualcuno che ci dia un’opinione diversa dalla nostra. Comunque, prima di arrivare in studio eravamo sicuri e soddisfatti delle canzoni che saremmo andati a incidere.

Com’è la situazione della vostra scena locale? Ci sono molte band interessanti?

Nella nostra città non c’è una scena vera e propria, anzi non c’è per nulla una scena musicale degna di questo nome. Noi ci rechiamo spesso nell’area di St. Paul/Minneapolis e lì suoniamo ovunque sia possibile farlo. Veramente non credo che, al momento, ci si possa dire inseriti in una scena ben definita. Comunque, siamo sempre alla ricerca di band che siano in sintonia con noi e con cui si possa suonare insieme dal vivo.

Quali sono i vostri progetti futuri per promuovere la vostra musica?

Stiamo cercando di utilizzare internet nel modo migliore possibile, attraverso il social networking, Podcast e i siti web musicali in generale. Stiamo inoltre cercando di avere qualche tipo di merchandising da mettere a disposizione dei fans, come t-shirt e quant’altro. Abbiamo già scritto metà dei pezzi per il nuovo album. Questo è quanto abbiamo in programma per l’immediato futuro in merito all’attività dei The Threat Is Real.