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HARDCORE SUPERSTAR – Adde

Abbiamo intervistato Adde, il batterista degli Hardcore Superstar, in occasione della release del nuovo album, Split Your Lip, per Nuclear Blast. Trovate la recensione nell’apposita sezione.
Traduzione a cura di Anna Gandini.

Un saluto dall’Italia! Per prima cosa vi devo ringraziare per il tempo che ci state dedicando. Spero non vi ci vorrà molto per rispondere così potrete dedicarvi ad altri tipi di attività, magari più interessanti.
In ogni caso devo dire che Split Your Lip è un grande album e che l’ho amato da subito. Ma ora parliamo di “affari”… è appena uscito un vostro album dopo un anno scarso da Beg For It.
Che cosa è cambiato da allora?

Volevamo fare un Live Album con poche sovrapposizioni. Volevamo inoltre semplificare i nostri testi in modo che più persone potessero comprenderli e chissà, magari identificarvisi. Credo che “Split Your Lip” sia un album da festa, allegro.

Cosa vi piace di più del nuovo album? Intendo, c’è una canzone che vi piace particolarmente suonare?

Le canzoni sono fatte in modo da essere facili da suonare live e ne abbiamo scritto un sacco di roba on the road. Amo tutti i pezzi perchè sono personali e divertenti da suonare. Ma se devo sceglierne una (anche se cambia ogni giorno) dico “Guestlist” perchè mi piacciono il riff del talkbox e il testo.

Da dove arriva l’idea della copertina? Ho sentito che è una storia divertente!

Abbiamo fatto una listening session per alcuni amici e per l’etichetta in questo hotel e ci siamo sbronzati parecchio. A un certo punto siamo finiti nella sauna con una radio per sentire se l’album fosse buono. Il nostro tecnico delle chitarre pensava che la canzone da cui l’album prende il titolo parlasse di leccare passere quindi alza la mano e fa il “licking pussy sign”. Ovviamente abbiamo riso tutti perchè non parla di quello. Tratta invece di come la gente si accenda guardando scene di violenza. Lo stereo non si è fuso e l’idea del nostro tecnico ci è piaciuta per cui abbiamo ingaggiato una bella ragazza per una sessione fotografica.

Scrivete le nuove canzoni mentre siete in tour o preferite comporre a casa?

Eravamo soliti prenderci del tempo per scrivere in passato ma in questo periodo l’ ispirazione ci viene mentre siamo in tour. Mi sono accorto che si scrive in modo diverso quando si è in viaggio, più semplice e umano.

Il processo creativo è stato facile o c’è stata qualche canzone più difficile da completare?

Abbiamo scritto tantiiiiissime canzoni e quindi il processo è stato facile e registrare le canzoni lo è stato anche di più. Abbiamo però cambiato “Here comes that sick bitch” all’ultimo minuto, e quella è stata l’unica cosa grossa.

Per quanto riguarda le canzoni, ce n’è una, “Guestlist” che mi intriga molto. Il testo è molto semplice da comprendere, ma sono curiosa di sapere se è ispirata a un particolare episodio o è solo una sensazione generale che avete deciso di mettere in musica.

Abbiamo incontrato moltissima gente di ogni tipo e abbiamo pensato che fosse ora di scrivere di tutti quegli scrocconi che si incontrano. Sono sempre nel backstage e vogliono venire nei camerini e sbevazzare la nostra roba. Volevamo soltanto mandare loro un messaggio… hehe.

E che mi dici riguardo a “Bully”?

Non farsi prendere per il culo o trattar male da nessuno.

L’incursione acustica in “Here comes the sick bitch” è un po’ fuori dalla norma. Cioè, non è il vostro primo pezzo acustico ma questo è particolarmente intrigante, come è “Run to your mama”. Come sono state concepite?

“Sick Bitch” tratta di rotture. È successo recentemente ad alcuni di noi della band ed è sempre un po’ caotico quando una storia finisce. Ma quasi sempre si torna indietro e ci si rimette insieme solo per poi rompere di nuovo subito dopo. È stressante per entrambi e si finisce con l’odiarsi a vicenda.
In “Run to your mama” mi riferisco ai miei turbamenti verso un amico. Ero preoccupato per lui e ci ho scritto una canzone.

Hai mai avuto esperienze con una Ragazza Sadica?

Un paio di volte. Te ne accorgi solo quando è troppo tardi. Credi di aver incontrato una ragazza della porta accanto e invece vieni punito.. haha!

Ho avuto la sensazione che questo album sia un po’ più pesante e arrabbiato dei precedenti, ho ragione?

Non sono d’accordo. Per me questo è un album da party, che ti fa sentire bene. Abbiamo deciso di rendere questo album meno thrash e più leggero di “Beg”. Ma forse lo dico perchè mi viene in mente il periodo in cui l’abbiamo registrato. Ci siamo divertiti moltissimo e c’erano sempre delle buone vibrazioni. Molti dei nostri testi hanno un oscuro senso dell’humor. Alcuni però potranno vedere solo la parte oscura e non quella umoristica.

Come persona sei sicuramente cambiato da quando hai iniziato a suonare.. ma qual è l’aspetto di te stesso che è cambiato di più? E cosa speri non cambierà nel futuro?

Sono rimasto pressochè lo stesso. Rimarrò sempre un sognatore senza riposo. La mia speranza è che con la band vada sempre meglio e onestamente credo che nessuno di noi cambierà in futuro.

Ed ora arriva la classica, noiosa domanda che tutti fanno e che io personalmente odio fare ma è d’obbligo: quali sono le tue principali influenze musicali al di fuori del metal?

Un’idea per una canzone inizia sempre da qualcosa che ho fatto o visto. Sono molto ispirato quando ho qualche problema e in quel caso le parole vengono per prime. Le scrivo e dopo un po’ comincio a sentire le melodie adatte per le parole che ho scritto. Credo che la mia risposta sia… l’ispirazione viene quando vivi la tua vita.

C’è un gruppo o un cantante con cui vorresti dividere il palco?

Sarebbe figo incontrarsi con gli AC/DC o i Kiss per fare uno show…. haha! Nei miei sogni, forse! Io e Jocke abbiamo recentemente fatto cose interessanti con i ragazzi degli In Flames. Abbiamo fatto un tributo per onorare DIO. Ne avevo sempre fatta poca di quella roba. Mi sono divertito molto.

Quando hai fondato la band avresti mai immaginato che in un immediato futuro sareste stati tra i fondatori di quella che chiamano “New Wave of Swedish Glam Metal”?

Hehe.. assolutamente no! La nostra carriera è come una grande battaglia che ora sta cominciando a ripagarci.

Siete sulla scena da tredici anni, qual è l’aspetto migliore dell’essere un musicista?

Mi piace l’equilibrio che acquisiamo quando siamo in strada e poi andare in studio. È un modo di vivere alla Jekyll and Hyde. Quando ci stanchiamo di stare in tour ci fermiamo e facciamo un nuovo album.

E ovviamente, la cosa peggiore?

Stare lontani da casa può essere duro a volte.

C’è un posto che vorresti visitare in futuro? Una nazione dove non avete mai suonato o un luogo che vi è piaciuto molto e dove vorreste suonare ancora?

Mi piacerebbe andare in Brasile. Ho sentito dai ragazzi dei Crashdiet che è super cool.

Preferite suonare in locali grandi o piccoli?

Non importa per me. Mi esalto in ogni caso.

Se potessi cambiare qualcosa della tua vita, cosa faresti?

Vorrei aver preso in mano una chitarra anziché quella dannata batteria… haha! All’inizio dovevo portarmela sempre dietro e mi giravano le scatole.

Ultima domanda e poi abbiamo finito: Ti piace fare concerti in italia?

Sono onesto se ti dico che è il mio paese preferito. Mio fratello ci vive e avete una stupenda tradizione di vino, donne e design. Noi vi amiamo!

Ok, è finita. Grazie per l’attenzione.. spero veramente di vedervi presto live in futuro. Magari al prossimo Glam Fest qui nella mia città… Spero di non averti annoiato a morte fino a farti sbattere disperatamente la testa contro la tastiera. Apprezziamo molto il tempo che ci avete dedicato. Continuate a spaccare! L’italia vi ama!