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DEATH MECHANISM – Pozza

”Mass Slavery” è il nuovo ep dei thrashers Death Mechanism, trio veronese il cui nome ha cominciato ad essere in vista nell’underground metal grazie all’entrata di chitarrista e batterista nei rinati Bulldozer. La nuova uscita racchiude, oltre alle quattro canzoni inedite dell’ep, il primo album “Human Error… Global Terror”, al momento della sua uscita (2006) passato un po’ inosservato. Il fatto che in questi anni il talento del gruppo non sia esploso almeno su scala nazionale dice molto delle storture del mercato discografico odierno, incapace di rendere giustizia a chi merita davvero: come si è scritto nella recensione, i Death Mechanism hanno una marcia in più tra i tanti (troppi) ensemble lanciati sulle orme di Slayer, Kreator, Destruction e affini. Il bassista/cantante Pozza ci parla di questi anni non facili alla ricerca di un posto al sole sulla scena e dei buoni riscontri ricevuti nell’ultimo periodo di attività.

Ritornate con un ep a quattro anni da “Human Error… Global Terror”: coma mai solo quattro tracce e non un disco intero e perché abbinarlo al primo album?

Ciao! La verità nuda e cruda è che in questi 4 anni nessuno si è interessato a pubblicare materiale dei Death Mechinism. Le tracce del nuovo ep sono state registrate anni fa e sono rimaste li fino a quando non sono finite in mano a Jolly Roger Records. L’autoproduzione è un lusso che non tutti si possono permettere come e quando vogliono e non volevamo registrare un master e poi sperare. Siamo rimasti lì ad aspettare fino a quando si è fatta viva la Jolly Roger e insieme abbiamo deciso di pubblicare il nuovo ep più l’intera ristampa del primo album, perchè di fatto in Italia e nell’Europa Occidentale (mentre era stato pubblicato in Sud America e Europa dell’Est) non è mai stato pubblicato, se non come autoproduzione, quindi al tempo qui non era stato nè pubblicizzato nè distribuito. In questa maniera abbiamo avuto la possibilità di (ri)promuoverlo anche in Italia ed Europa Occidentale.

In cosa siete cambiati rispetto al debut? cos’hanno di diverso i nuovi brani?

Alcuni pezzi del primo album sono stati composti con la prima line-up 2-3 anni prima del 2006, quindi diciamo che erano un pò più semplici, con strutture lineari e ripetitive, mentre nei pezzi di “Mass Slavery”, composti e registrati a inizio 2008, abbiamo cercato di essere un pò più articolati e cercare nove soluzioni ed è quello che stiamo facendo anche con i nuovi brani. Non vogliamo imporci nè limitazoni nè clichè.

Non posso non soffermarmi sulle parti di batteria: raramente ho sentito un drummer con un tocco così vicino a quello del grande Dave Lombardo. Voi sentite di avere questa marcia in più quando suonate e componete i vostri pezzi?

Sì, sicuro! Una batteria precisa e potente è alla base di tutto per un genere veloce e estremo come il nostro, sia in fase compositiva dove possiamo provare diverse soluzioni e sopratutto in sede live, dove una sezione ritmica precisa è fondamentale per aver impatto. Sicuramente con Manu abbiamo una marcia in più!

Siete in giro già da un po’ di anni, ma discograficamente avete prodotto relativamente poco. Come mai? Cosa vi ha frenato?

Come ti ho già spiegato, nessuno si è interessato a pubblicare materiale dei Death Mechanism e noi non volevamo ritentare la fortuna con un album autoprodotto.

Quanto c’è di impulsività e istinto e quanto, invece, di raziocinio nella vostra musica?

Diciamo che le cose hanno pari importanza: istinto e impulsività sono alla base del nostro sound ma tutto viene sistemato, arrangiato, modificato battuta per battuta facendo attenzione a ogni cosa per far rendere tutto al meglio.

Quale credi possa essere la peculiarità della musica dei Death Mechanism?

Credo l’impatto. A noi non interessano virtuosismi o raffinatezze, non fini a se stesse comunque, magari abbiamo qualche parte un pò ricercata, ma che ha come fine la violenza esecutiva.

I testi sono aspri e sferzanti come la vostra musica. Ce n’è uno che ti preme segnalare su tutti gli altri?

Quelli di “Mass Slavery” e “Anthropic Collapse”, molto simili tra loro per via delle tematiche. Parlano di come l’ambizione umana e l’ipocrisia ci stiano portando verso il declino, al collasso appunto. Diciamo che riassumono bene il nostro concetto di “meccanismo di morte”.

Avete girato un video per “Mass Slavery”, molto scarno e di impatto. Ha ancora senso oggi promuoversi attraverso i video-clip? Cosa pensi che possa trasmettere di diverso un video rispetto alla musica in sé e per sé?

Quel video doveva finire come arrichimento nell’ EP Mass Slavery, che inizialmente doveva essere pubblicato da un’etichetta straniera, ma poi la cosa non è andata in porto. Per quel che riguarda l’importanza dei video musicali nel far apprezzare la propria proposta sonora, credo che con i video puoi trasmettere delle sensazioni più ricche, perché aggiungi a quelle create dalla musica le emozioni suscitate dalle immagini, il fatto che si leghino le une alle altre contribuisce a dare qualcosa di diverso rispetto a una canzone sentita senza il supporto di alcun filmat0o.

A quale band di oggi e del passato sentite più vicina la vostra proposta?

Credo ai Sadus.

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In quale aspetto della vostra attività come Death Mechanism l’ingresso di due terzi del gruppo nei Bulldozer ha pesato di più? Qual è il valore aggiunto di questa esperienza?

Con l’entrata di Manu e poi di Simone nei Bulldozer abbiamo sicuramente guadagnato in visibilità, grazie a loro abbiamo avuto la possibilità di esibirci con brevi, ma importanti, apparizioni come Italian Gods Of Metal, Rock Hard Fest tedesco, c’è stata l’esibizione con i Motorhead… E poi qualcuno magari si sarà interessato e avrà voluto sapere da quale band provenivano i nuovi membri dei Bulldozer. Sicuramente suonare in certi contesti è sicuramente un ‘esperienza importante sia a livello personale che musicale, e poi AC Wild e Andy sono sempre a disposizione per consigliarci e indirizzarci nel miglior modo possibile in ambito musicale, e questa è una cosa molto importante.

Tu sei impegnato anche nei Children Of Technology, suonate una sorta di thrash/punk molto grezzo, ci puoi parlare più approfonditamente di questo gruppo?

Io ho co-fondato il gruppo, composto i primi 7-8 pezzi e suonato i primi 4-5 concerti, ma non suono più con loro da più di 2 anni! La cosa, da parte mia, era nata principalmente per amicizia e divertimento, ma fin da subito avevo detto che non intendevo portare avanti 2 progetti contemporaneamente e infatti appena hanno trovato il sostituto sono uscito. Comunque è stato divertente provare a suonare qualcosa di diverso, io inizialmente avevo cercato di dare un impronta più “motorheadiana”, poi loro hanno continuato verso sonorità più crust/H.C. da quel che ho ascoltato recentemente.

Cosa avete da raccontarci sull’Italian Gods OF Metal? Oltre a suonare coi Bulldozer, avete avuto
la possibilità di esibirvi per un vostro pezzo, gran bel gesto da parte dell’act milanese.

Sì, come ho detto prima, A.C. Wild e Andy ci stanno aiutando moltissimo, anche regalandoci delle importantissime vetrine come quella dell’Italian Gods Of Metal. Tecnicamente è stata un’esibizione come un’altra, noi sul palco non abbiamo particolari esitazioni, facciamo spesso le prove e ci sentiamo sicuri, l’unica differenza è che c’erano un bel pò più di persone!!! L’unico dubbio era su come l’avrebbe presa il pubblico, in un certo senso si è trattato di un’interruzione, quindi magari a qualcuno venuto per i Bulldozer poteva anche non piacere la cosa. Però, a quanto pare, la cosa è stata gradita!

Quali sono i gruppi thrash italiani che, secondo te, hanno tirato fuori i dischi migliori negli ultimi anni?

Beh, direi sicuramente “Unexpected Fate” dei Bulldozer, dove ci suona il batterista dei DeathMechanism! Ah ah ah! E poi mi è piaciuto moltissimo “Hallucination Cramps” degli Schizo!
Sparami tre band del passato che non si sono ancora riunite e che bruci dalla voglia di rivedere dal vivo e, magari, suonarci assieme.

Sicuramente i Coroner, ma a quanto pare l’estate prossima suoneranno in Francia, quindi riuscirò finalmente a vederli! Poi non so… I Dark Angel? O i Venom con la line-up originale e finalmente stabile? Vedere entrambi di nuovo assieme sarebbe spettacolare!

Per l’immediato futuro, quali sono i vostri prossimi impegni?

Abbiamo qualche data nel nord Italia per i primi mesi del 2011, poi suoneremo al Metal Forces Fest in Germania dove, se non al completo, almeno ci saranno 2/3 dei Venom di “Prime Evil”. Mantas e Tony Dolan con il loro gruppo, i Prime Evil. Nel frattempo, continuiamo a comporre nuovo materiale. Ciao e grazie dell’intervista!