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Gianluca Ferro

Che ci crediate o meno, ma esistono individui lontani dal fragore mediatico che si rivelano essere interessantissimi compagni per una chiaccherata genuina…uno di questi, assolutamente, è  Gianluca Ferro! Dotato di una verve ecclettica che lo rende uno dei compositori più interessanti dell’attuale panorama italiano, lo abbiamo incontrato per parlare di “Unhemlich”, sua ultima opera solista che sembra rappresentare la narrazione di un viaggio musicale in tutte le parti del globo terracqueo…lascio a voi il piacere di scoprirlo, direttamente dalle sue parole…

Ciao Gianluca! Benvenuto sulle pagine di Heavyworlds.com…come stai?

Ciao a tutti ! Benone, grazie !

Parliamo di “Unheimlich”, tuo secondo  lavoro solista…ti va di presentarcelo?

“Unheimlich” è, in un certo senso, la continuazione logica di  “Involution”; anche con questo nuovo disco ho cercato di sperimentare con svariate soluzioni armoniche e compositive. A differenza di “Involution” però, credo che in questo album ci sia una maggior integrazione tra sperimentazione e melodia.

Parlando di songwriting, le multi influenze sono una delle caratteristiche splendenti di “Unheimlich”…cosa ti ha ispirato a comporre prendendo spunto da generi così vari?

Beh, in un certo senso ho sempre cercato di associare elementi molto distanti tra loro nella mia musica, con lo scopo di rendere, attraverso di essa, l’ idea di una specie di ‘viaggio nell’ impossibile’, qualcosa che in effetti può avvenire unicamente in questa forma d’arte! In un certo senso, credo che nella musica d’avanguardia, sia che si tratti di jazz, di  classica o di progressive-metal, lo scopo del compositore è quello di  esplorare e ‘descrivere’ paesaggi sonori nuovi e a volte improbabili, attingendo dalle influenze più disparate e traendo ispirazione da ogni forma di musica così come entità più astratte come la matematica…

In canzoni come “Moroccan Dilemma” si riesce a respirare anche il profumo di certe zone del mondo, grazie al songwriting ma anche al lavoro fatto in produzione…com’è stato lavorare anche in consolle per questa tua seconda opera?

Anche se ho registrato la maggior parte del lavoro nel mio home studio, ho ricevuto un preziossimo aiuto da Andrea DeBernardi dell’ Aerial Sound Studio; lui ha curato tutti i miei lavori a partire dal 2002 ed è stato grazie a lui che ho registrato il mio primissimo demo tape solista nel 1998! Ho imparato molto da Andrea relativamente alla fase di preproduzione, lui si è accertato che le riprese fossero realizzate nel modo migliore e poi si è occupato della fase di missaggio. Nel caso specifico, “Moroccan Dilemma” è un esempio di quella fusione di cui parlavamo prima; qui il suono acustico si incontra con sonorità ambient e mediorientali !

“Unheimlich” è un lavoro molto lungo ma al tempo stesso piacevole, nonostante i generi introdotti non siano dei più accessibili…in quanto tempo sei riuscito a mettere insieme le idee per tutte le songs?

Questa è una domanda difficile, perchè la fase compositiva a volte è davvero disordinata e spesso mi limito a registrare qualche breve idea musicale di pochi secondi che può giacere nell’ hard disk per mesi o addirittura per anni! Diciamo che nell’ estate del 2008 ho capito che avevo abbastanza materiale e che era ora di iniziare ad ordinare il tutto! Durante quel periodo ho completato gran parte delle ritmiche. Poi ho dovuto fermare i lavori per parecchio tempo a causa dei numerosi impegni musicali ed infine ho completato le parti soliste nel 2009, anno in cui abbiamo anche registrato la batteria . All’inizio del 2010 abbiamo finalmente completato il missaggio .

Secondo te, cosa deve avere un disco strumentale per essere accessibile a tutti?

Questa è un altra bellissima domanda. Io francamente non credo che un disco debbe essere accessibile a tutti, se così fosse, tutta la fase creativa sarebbe ridotta ad uno sterile tentativo di trovare  una sorta di formula ‘universale’ del successo, rincorrendo i presunti gusti del pubblico. Credo che tutti vorrebbero piacere al più grande numero di persone ma  secondo me si dovrebbe partire dall’esplorazione di se stessi per poi riflettere verso l’ esterno la propria visione personale. A volte, è successo che anche proposte musicali ‘difficili’ incontrassero un grande successo di pubblico, probabilmente aiutati da determinate situazioni storiche o sociali…penso ad esempio ai Pink Floyd o Frank Zappa !

Dagli Arkhè ad oggi ne è passato di tempo…quanto è cambiato/maturato Gianluca Ferro rispetto a una quindicina d’anni fa?

Eh…già… la vecchiaia avanza !! Scherzo naturalmente, ma sicuramente mi trovo molto a mio agio nella nicchia che mi sono ricavato. Vedi, negli utlimi anni sono riuscito a togliermi grandi soddisfazioni, suonando fianco a fianco con grandi artisti, come nel caso dei Gods of  Metal o in certi festival europei; oggi, sia per quanto riguarda la produzione solista che con la mia band S.H.I.N.E. cerchiamo di esprimerci in modo originale, senza preoccuparci troppo di cosa avverà dopo. Per il resto non mi vedo molto diverso da quindici anni fa, oggi sono un professionista ma al di là della esperienza acquisita quasi nulla è mutato.

Qual è stata l’esperienza più grande che la musica ti ha fatto vivere in tutti questi anni?

Ci sono stati momentii molto emozionanti, come il fatto di suonare davanti a migliaia di persone  oppure proporre i propri brani ad un pubblico chitarristico oppure collaborare con i propri idoli. Tutti momenti indubbiamente speciali … Ad ogni modo…sarò un po’ patetico ma credimi, la più grande delle esperienze è quotidiana; è il fatto stesso di svegliarmi al mattino vivendo dei miei sogni e poterli condividerli con i miei compagni di band o con gli allievi, tuffandosi  sempre in nuove sfide musicali. Certo non smetterò mai di ringraziare tutti coloro che mi hanno incoraggiato ad intraprendere questa direzione, in particolare mia moglie Marta ed i miei genitori !

Oltre che musicista noto, sei pure insegnante…come ti poni con i tuoi allievi, sei severo oppure più accondiscendente?

Sono senza dubbio accondiscendente, ho la fortuna di avere allievi motivati e grazie al cielo non c’è bisogno che sia io ad incalzarli! Credo che un rapporto di fiducia e amicizia sia importantissimo e che non sia necessario comportarsi  in modo autoritario per guadagnarsi la credibilità degli studenti. Alcuni dei miei ex allievi sono oggi carissimi, insostituibili  amici!

Prendiamo la sfera di cristallo…cosa ci sarà nel futuro di Gianluca Ferro in questo 2011 (e oltre ovviamente)?

Dunque, sto utlimando il montaggio del mio DVD didattico che comprenderà anche alcuni brani inediti e dei videoclip  e che vede la partecipazione del bravissimo Ralph Salati della band “Destrage”; nel frattempo stiamo utlimando di registrare il disco degli S.H.I.N.E. la mia prog metal band in compagnia di Edo Sala, Alberto Bollati ed Andrea Vergori. In generale, nel futuro, vorrei dedicarmi in particolare alla composizione. infatti sto lavorando ad una specie di “orchestra prog-metal” un progetto sperimentale con musicisti da tutto il mondo che tenteremo di portare all’estero anche in sede live e, dulcis in fundo vorrei ultimare il mio manuale di armonia che giace incompleto da almeno otto  anni !!!

Ultima domanda…la cazzodomanda!!! Come ci si sente ad essere cognomonimo di uno degli attuali e più conosciuti interpreti della musica italiana?

Cognomonimo ! Fantastico neologismo; Io la vedo in modo sportivo, ognuno fa il suo e si  presuppone che lo faccia con la massima onestà  artistica ed intellettuale. Detto ciò, massimo rispetto per tutti gli artisti che fanno ciò in cui credono indipendentemente dal livello di fama e di ricchezza che raggiungono. Insomma, fa tutto parte del puzzle ! Pensa che, anni fa, qualcuno dei miei amici realizzò un fotomontaggio di me e Tiziano, spacciandomi per suo cugino 🙂

Eccoci in dirittura d’arrivo…grazie del tuo tempo prezioso!!! Prenditi pure tutta libertà e il tempo per salutare i tuoi fans, e non solo!!!

Beh innanzitutto grazie a Heavyworlds per lo spazio e l’ interesse dedicato alla mia musica !A dire il vero…non credo di avere grandi messaggi per l’umanità ! Penso solo che sarebbe bello preservare la genuinità e la freschezza nella musica, ma soprattutto la gioia dello scoprire ‘il nuovo’ senza rimanere congelati in sterili clichè! Un abbraccione a tutti!