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Amorphis – Santeri Kallio

Ad onor del vero, per il sottoscritto intervistare gli Amorphis è sempre un immenso piacere…benchè il grande successo li abbia portati ad essere una delle realtà top della Nuclear Blast, il sestetto finnico è sempre rimasto con i piedi per terra e tutte le volte sembra di far quattro chiacchere con gli amici…In occasione dell’uscita di “Circle”, Santeri Kallio è il prescelto da spremere, persona da un tono di voce molto particolare e dall’umorismo coinvolgente. A voi le sue parole…

Ciao Santeri…grazie per il tuo prezioso tempo! Come vanno le cose?

Ciao e grazie a voi per questa intervista…le cose vanno benone! Abbiamo un album in uscita a breve, abbiamo girato il video promozionale, attività particolarmente lunga e stancante se non si è abituati, e qualche show schedulato a breve prima del vero e proprio tour. L’atmosfera è rilassata, diciamo (RIDE).

Ovviamente, la prima domanda riguarda la vostra nuova release “Circle”…ti va di darci i tuoi commenti a caldo sul nuovo disco degli Amorphis?

Uhm…”Circle” è un disco che rappresenta, come sempre, l’evoluzione naturale degli Amorphis. Musicalmente le atmosfere sono tipiche del sound della band ma puoi trovare qualche differenza nelle strutture e nella gestione del songwriting. E’ un disco più pesante e intenso rispetto al precedente, ma senza dubbio continua il percorso intrapreso da “Eclipse” in poi…forse la vera novità è a livello di produzione, molto più completa e seguita rispetto al passato, merito ovviamente di Peter Tagtren…quando si è presentato il momento di scegliere chi avere in consolle e gli studios dove registrare, l’idea è stata di andare da qualcuno che potesse dare qualcosa in più al nostro sound. Peter era libero in quel momento e così gli abbiamo mandato i primi demos del nostro nuovo materiale…tutto si è combinato al meglio. Non ha messo mano al songwriting, ma durante le registrazioni è stato pignolissimo e ha preteso lo stesso da noi…dalle batterie, al basso e alle chitarre ha saputo tirar fuori tutto il meglio, per non parlare poi delle voci dove ha fatto provare a Tomi soluzioni diverse…infatti tutt’ora sono ancora sorpreso di come le linee vocali suonino perfettamente Amorphis nonostante il cambio di produttore (RIDE)…alla fine, le canzoni non sono molto diverse rispetto alle versioni demo, ma Peter ha saputo catturare quei piccoli dettagli che han permesso a “Circle” di essere uno dei nostri lavori più sperimentali.

Come dicevi, il songwriting è stato un’evoluzione rispetto a “The Beginning Of Times”…ma una delle caratteristiche del vostro sound è il perfetto connubio tra melodie, growl e suoni oscuri. Come riuscite a creare queste atmosfere particolari, visto che nessun’altra band si avvicina al vostro tipo di sound?

Wow…beh, questo è un vero complimento. Comunque non c’è un modo d’agire particolare…normalmente ognuno lavora per proprio conto sulle idee, le registra e qualche volta cerca di estrarci una canzone con una struttura già definita. Ci interscambiamo i primi demos solo per avere idea di cosa stia nascendo e per dare i primi pareri, poi il lavoro specifico viene fatto tutti assieme al momento di dare un volto a ciò che si è creato…sperimentiamo e proviamo a combinare le atmosfere delle mie tastiere con le melodie di Esa o con la voce di Tomi, altre volte invece cerchiamo un approccio più ritmico e quindi lavoriamo maggiormente sul binomio chitarre/basso, dipende tutto da come la canzone viene impostata in partenza.

Nel nuovo disco ritorna in auge il flauto…ricordo che la prima volta fu in “Tuonela”, quindici anni fa. Si sposava bene il suono di questo strumento al contesto di “Circle”?

E’ uno strumento affascinante e misterioso allo stesso tempo, come la nostra musica…personalmente sono sempre stato affascinato dall’utilizzo del flauto nel rock, partendo proprio dagli anni 70 dove in certe band aveva un ruolo chiave e a tratti primario. Tuttavia, le melodie della nostra musica vanno in direzioni strane, a volte nord europee, altre volte balcaniche e altre volte orientali, quindi per sottolineare certi passaggi è indispensabile utilizzare uno strumento che non sia una classica tastiera o una chitarra effettata.

Per il concept avete scelto nuovamente Pekka Kainulainen…qual è il concetto chiave di “Circle”?

Beh, premetto che sentivamo la necessità di cambiare e di fare qualcosa di diverso rispetto al recente passato…dopo la trilogia riguardante il Kalevala (“Eclipse”, “Silent Waters” e “Skyforger”) necessitavamo di aprire le nostre lyrics verso qualcosa di nuovo, anche se fondamentalmente “The Beginnig Of Times” tratta ancora di parte del Kalevala. Per “Circle” ovviamente abbiamo cercato una storia diversa…si parla sempre di oscurità e luce, elementi cardine nella vita, ma in questo caso Pekka ha estratto una storia incentrata su un uomo, sfortunato e sconfitto dalla vita, a cui viene data forza e volontà dagli antichi dei finnici. Fondamentalmente, lo ammetto, il Kalevala entra lo stesso nell’ambito della storia perché si parla di dei e di sciamani che fanno parte del poema, solo che basandoli su una storia inedita poteva risultare più interessante (RIDE).

La cover presenta una figura dagli occhi pallidi che mostra un simbolo sulla mano…qual è la connessione con il titolo?

(RIDE) Sono due elementi attinenti alla storia, che ovviamente non ti posso svelare nella sua interezza…diciamo che la figura potrebbe essere il protagonista della storia e il simbolo potrebbe significare il potere che gli viene dato. Ovviamente il ‘cerchio’ dovrà chiudersi…(RIDE).

Parliamo del tour…per iniziare avete solo una data in Finlandia e una in Israele…e poi? (l’intervista è stata fatta a inizi marzo quando le tourdates ancora non erano comunicate-ndr)

…e poi arriverà tutto il grosso del tour! (RIDE)…Israele è una data importante perché per la prima volta riusciremo a suonarci. Successivamente faremo ancora qualche data e quindi ci avventureremo nei festival estivi che non saranno pochi…dopo presumibilmente andremo lontano, Centro e Sud America dove è sempre un grande piacere suonare. Toccherà quindi al Giappone e a probabili altre date in Asia e quindi ci concentreremo sul tour europeo, partendo dalla Russia per fare tutto il giro…So che ci sono delle opzioni anche per l’inizio dell’anno prossimo, probabilmente Nord America e quindi ci ritroveremo già ai festival estivi del 2014…un annetto e mezzo on the road! (RIDE)

Nonostante i cambiamenti di line-up avvenuti in passato, sembra che questa formazione perduri visto che siamo al quinto disco…qual è il segreto?

Semplicemente ci rispettiamo a vicenda…forse il vero segreto è il godersi il momento: stiamo assieme per tanto tempo sul tourbus e dividendo lo stage per ogni show, per cui è importante vivere bene quei momenti, prendersi qualche sbornia e girare il mondo. Una volta a casa e lontano dalle attività della band ognuno ha la propria vita, e difficilmente riusciamo a trovarci…alcuni di noi sono sposati, altri hanno figli e altre attività da seguire, per cui si torna ad essere delle persone come tutte le altre. Lasciarsi degli spazi vivibili è importante e ti permette di rigenerarti e di affrontare tour stancanti o registrazioni di album con maggior freschezza e voglia di star assieme…ci si arriva con il tempo a questa saggezza, anni fa non era proprio così…credo che anche la musica stessa ne tragga privilegio.

Siete con Nuclear Blast da parecchio tempo ormai…anche qui c’è un segreto particolare?

Mmmh…beh a dire il vero siamo completamente sotto Nuclear Blast da “Eclipse” in poi. Agli inizi eravamo distribuiti da Nuclear Blast in Europa ma la nostra etichetta era la Relapse…siamo passati successivamente su EMI ma ammetto che far parte di un’etichetta così grande è un’arma a doppio taglio: sei esclusivamente un prodotto da vendere;  la tua arte passa in secondo luogo, per prima cosa conta quanto puoi rendere a livello economico…con Nuclear Blast c’è un rapporto incredibile, cordiale e sempre pronto. Si muovono e si sbattono per farci avere quello che chiediamo e per diffondere i nostri dischi nuovi il più possibile, oltre alla libertà espressiva che a mio parere è il più grande dono che si possa avere da una label.

Ultima domanda…vent’anni abbondanti di carriera e undici dischi in studio: come fate a stilare una setlist per il tour? Ad esempio nelle ultime due tournee avete tralasciato la parte centrale della vostra discografia, ovvero “Tuonela”, “Am Universum” e “Far From The Sun”…

Ogni album che fai sono canzoni che aggiungi e quindi la lista delle songs si allunga ulteriormente…l’ideale sarebbe fare almeno una canzone per disco oltre a quelle scelte per promuovere la nuova uscita, ma non è possibile…come non è possibile accontentare tutti, credo. Normalmente l’ottica è questa: ci sono brani storici dei primi anni che non puoi escludere…molta gente si è innamorata degli Amorphis da quando Tomi è arrivato alla voce, per cui devi fare parecchio materiale dagli ultimi dischi…tieni conto che una scaletta normale comprende quindici o sedici brani per novanta minuti di show, per cui scegliere degli extra diventa impossibile! Diciamo che è vero in parte, nel senso che “Far From The Sun” e “Am Universum” sono due dischi che normalmente mettiamo in secondo piano…ma “Tuonela” mi sembra che lo abbiamo preso in considerazione negli ultimi tempi…mmh, non ricordo bene però…forse avevamo suonato “The Way” in qualche show. Comunque il consiglio che do sempre è di andare a vedere gli shows di ogni tour, prima o poi la canzone che volete sentire l’avrete (RIDE)!

Ok Santeri. Abbiamo finito…vuoi aggiungere qualcosa?

Saluto tutti i nostri fans italiani…”Circle” è il nuovo album degli Amorphis e vi assicuro che è una bomba.  Grazie per tutto il calore che mostrate quando passiamo dalle vostre parte…ci vediamo il 26 di novembre a Milano per uno show che ricorderete!!!

Siamo qui ad aspettarvi per chiudere il ‘cerchio’ del 2013!!!