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[Live Report]MORE THAN FEST 2015 – Il festival slovacco incendia Banska Bystrica

Live Report in collaborazione con MetalRock

Che in Europa la scena metal sia molto più seguita rispetto all’Italia, non è un mistero; ci sono veramente tanti festival, la maggior parte dei quali a noi sconosciuti, che invece fanno il pienone di gente. Uno di questi è stato organizzato dall’agenzia EPG, creando gran scalpore per la line-up da grido.
Stiamo parlando del More/Than/Fest che come dice il nome stesso, è qualcosa di più rispetto al normale! E si può facilmente intuirne il perchè, andando a vedere le band protagoniste di questa edizione, ovvero Helloween, Kreator, Andre Matos, Sonata Arctica, Eluveitie, Refuge ed Edguy. Le band di supporto invece, sono soprattutto band emergenti slovacche, ben variegate, scelte in maniera abbastanza oculata, formate tutte quante da giovani ragazzi notevolmente emozionati di avere questa grande opportunità.
Iniziamo a parlare di loro ed in particolar modo di quelle che hanno suonato il primo giorno.

GIORNO 1

Aprono le danze gli slovacchi LATERAL PRESENCE, una band che propone un metal alternativo con voce pulita che si alterna a screaming. La prima impressione è buona ed il pubblico è anche discreto, perché ci troviamo all’estero come sempre e qui la gente arriva dall’inizio per seguire tutte le band.
La seconda band è quella dei BRAINSCAN; anche loro sono abbastanza alternativi ma un po’ più movimentati dei primi e con ritmiche che strizzano l’occhio all’american style. I ragazzi ci regalano una buona prestazione, mentre il pubblico pian piano aumenta e l’anfiteatro di Banska Bystrica, location dell’evento, inizia a popolarsi.
Si cambia genere con i RAVENCLAW, che presentano uno stile che viaggia sul power metal ed anche se molto giovani si dimostrano all’altezza di un’esecuzione senza pecche. Alla voce, Matej, fornisce una bella prova al pubblico che non sta più seduto ma si accosta al palco per iniziare a “movimentarsi”.
A seguire gli ANSTRATUS, band slovacca come le precedenti, che ci riporta a strutture sonore che si addentrano nel thrash. La prestazione non è proprio ottimale a livello musicale, però è buona a livello di coinvolgimento del pubblico che inizia a pogare arditamente davanti al palco.
E’ ormai comune in Slovacchia vedere una grande distanza tra palco e pubblico, di circa 20 mt, quindi se vi capita non rimanetene straniti, perché lì si preferisce così!
Chiudiamo la parentesi underground e passiamo alla sezione “metal tosto”!

ELUVEITIE

Attesissima la band svizzera, che si appresta sul palco per dare il via ad un grande concerto; eh sì, perché la loro set-list è davvero ben fornita!
Intanto c’è da dire che gli 8 componenti riempiono perfettamente il palco, ma subito notiamo la singer Anna Murphy con uno strumento veramente particolare: la ghironda. Sicuramente questa particolarità avrà affascinato in molti, specialmente chi non li aveva mai visti dal vivo. La set-list degli Eluveitie è molto varia, visto che hanno a disposizione più di un’ora di concerto e quindi perché non approfittarne? Si abbracciano tutti gli album della loro produzione, iniziando con “King”, “Nil”, “Neverland” ed il cantante Chrigel Glanzmann intrattiene il pubblico tra un brano e l’altro, oltretutto regalandoci una prestazione perfetta ed alternando il cantato con il flauto, che va a rinforzare la pista già seguita dall’altro flautista. E direi che vista la buona anticipazione in questo festival, posso consigliare a tutti di non perderseli nel tour imminente che li vedrà a Roma e Milano i primi di novembre.
Ma andiamo avanti, perché il concerto prosegue e si alternano bellissimi pezzi come “Uis Elveti”, “From Darkness”, “Kingdom Come Undone”, “Havoc” e tante altre con i fan slovacchi in estasi canzone per canzone, fino alla chiusura con la famosissima “Inis Mona”, dove il pogo è generale.

SONATA ARCTICA

Inizia un po’ sottotono l’esibizione dei Sonata Arctica, come se ci fossero dei problemi con la doppia cassa. Dopo la simpatica introduzione “Can-Can Jaakolla”, segue la canzone di apertura “White Pearl, Black Oceans”. Il pubblico si infiamma però sulle note delle classiche “Full Moon”, “Replica” e ”8th Commandment”. Con “Picturing The Past” si nota uno slancio, che porterà a ritmi più sostenuti fino a fine concerto. “Don’t Say A Word” corona il concerto, dopodiché i finlandesi ci salutano con l’amatissima “Vodka “. I metallari più ubriachi apprezzano molto, diffondendo urla da stadio!

HELLOWEEN

Sul palco un’enorme zucca illuminata, dalle sembianze di Statua della Libertà (come da artwork del nuovo album), annuncia l’inizio del concerto degli Helloween. “Walls Of Jericho” come intro, rullo di tamburi e parte l’evergreen “Eagle Fly Free” e “Dr Stein”, per far scaldare bene il pubblico di Banska Bystrica. Il quintetto tedesco ci delizia con canzoni di ogni fase helloweeniana: da quelle più recenti ( “My God-Given Right” e “Lost In America”) a “Steel Tormentor” e “When The Rain Grows”, per poi finire al bis con World” e “I Want Out”. I medley sono come sempre un must, e questa volta ci presentano “Halloween”, “Sole Survivor”, “I Can”, “Are You Metal?” e “Keeper Of The Seven Keys”. Grande performance da parte di tutti, il gruppo intrattiene il pubblico egregiamente. Vale la pena ricordare un Sascha Gerstner romantico, che con la rosa in bocca cerca di conquistare il simpatico Markus! Andi Deris, in formissima, coinvolge tutta la platea, che seguendo le sue mimiche urla a squarciagola tutte le canzoni. Ottimo il drum-solo di Dani Loeble, che sfoggia la sua splendida batteria a 4 casse. Dopo un’ora e mezza di atmosfera power, gli Helloween lasciano il palco ai grandi esponenti del thrash metal: i Kreator.

KREATOR

Si cambia di nuovo genere dunque; il power cede il posto al thrash, per accogliere sul palco i mitici Kreator. Piccolini di statura ma certamente feroci, musicalmente parlando, iniziano il loro show facendo subito capire che non sono decisi a scherzare e che la loro musica possente deve risuonare per tutta Banska.
Si parte con “Enemy Of God” ed il pubblico è in visibilio. L’anfiteatro è completamente riempito e forma una specie di tappeto umano che si muove uniformemente allo stesso ritmo incalzante della band.
Brani come “Phobia”, “Endless Pain”, “Phantom Antichrist” si susseguono fomentando sempre di più il pubblico, con i riff alati di Mille Petrozza che ricordano a tutti perché i Kreator siano la thrash metal più amata dal pubblico metal.
Jürgen, da dietro le pelli, riesce a dare un’intensità tale al suo tocco che non solo trascina inesorabilmente i presenti, ma crea un battito che va all’unisono tra tutti i partecipanti e così per tutto il concerto. A concludere, i brani “Violent Revolution” e “Pleasure To Kill”, facendo volgere al termine il primo giorno del festival in maniera abbastanza focosa. La cittadina è piccola e si arriva a piedi a casa, quindi si può andare a riposare per prepararsi alla giornata successiva.

GIORNO 2

Torniamo all’anfiteatro e troviamo già tantissima gente, con tantissima birra che circola già dalla tarda mattinata e l’atmosfera di allegria è nell’aria, la gente non vede l’ora che il festival ricominci.
Come durante il primo giorno, le support band sono per lo più locali e tutte molto emozionate di condividere un palco così importante.

Gli ANTHOLOGY danno il via al tutto e vediamo subito che anche loro sono molto giovani. E’ molto bella l’opportunità data a queste band da parte degli organizzatori, che sembrano considerare molto l’idea del metal nazionale. Gli Anthology, per l’appunto, dimostrano subito uno stampo metal sinfonico con voce femminile che è molto gradito dal pubblico, oggi ancora più vivace rispetto al giorno precedente.
Entrano ora i RENAISSENSE ed abbiamo il piacere di vedere una band slovacca che quest’anno ha compiuto un passo molto importante, ovvero che ha vinto la Wacken Metal Battle e che si è esibita sul palco del Wacken, dove infatti ricordavo di averli visti. Melodici e grintosi, riescono a farsi apprezzare fin dai primi minuti, regalandoci una discreta esibizione.
Di nuovo power metal con i WITHIN SILENCE; inutile dire che anche loro sono giovanissimi ma vi basterà una rapida occhiata su YouTube per vedere che non sono affatto male! Melodicissimi e variegati mantengono l’atmosfera allegra e il pomeriggio continua a scorrere.
Un cambio netto lo si ha con i LUNATIC GODS, dalle atmosfere death metal che ci ricordano i Cradle Of Filth nel periodo più melodico, perché in effetti c’è anche un pizzico di black nel loro stile. Il pubblico non aspettava che questo per scatenarsi e quindi ecco di nuovo delle belle pogate.
I prossimi ad esibirsi sono i VICTORIUS. Torna il power teutonico e la band è nota soprattutto perché prodotta dal chitarrista dei Freedom Call, Lars Rettkowitz ed infatti l’input musicale è proprio quello, un power incalzante con tipico doppio pedale-frullatore e melodie stile Dragonforce. La gente sembra gradire un po’ tutti i generi proposti e la partecipazione è alta, anche se un po’ inferiore al giorno precedente, ma questo forse dipende dalla scelta di distribuzione delle band nei due giorni.
I SIGNUM REGIS riportano di nuovo in auge il metal slovacco ed i ragazzi forse danno una sferzata in più rispetto al gruppo precedente, nonostante il genere sia più o meno lo stesso, c’è una componente heavy più profonda.
Ma la gente è impaziente ed il motivo è chiaro…qualcuno che non si vedeva da un bel po’ in Europa sta per esibirsi.

ANDRE MATOS

Quel qualcuno è finalmente arrivato e la sottoscritta ha avuto la possibilità di intervistarlo nel backstage a ben 3 anni di distanza dall’ultima volta!
C’è da dire che Andre sta portando avanti un tour celebrativo dei 30 anni della sua carriera, in Brasile ed in forma ridotta qui a Banska Bystrica, con un’ora e mezzo a disposizione. La scaletta brasiliana è composta da 30 pezzi presi dalle sue 4 band principali (Viper, AngrA, Shaaman, Andre Matos band), completamente scelta dai fan a votazione. Qui lo show dura più o meno la metà, ma sono stati scelti pezzi da urlo. Si inizia subito con gli Shaaman, con la intro e conseguente “Here I am”; da subito notiamo un Andre veramente in forma con la voce, squillante e possente che quasi spegne tutti gli headliner del giorno prima. La gente impazzisce per questa esibizione, molti dello staff sono sotto al palco ma tutti emozionati ed ipnotizzati allo stesso modo. C’è da dire che se gli AngrA di adesso hanno dal vivo un sound più scarno, la band di Andre ha fatto il contrario: con due ottimi chitarristi quali Hugo e Joao il sound risulta essere pieno e pomposo, Bruno completa il tutto essendo un ottimo bassista e Rodrigo mostra la sua potenza alla batteria, con Matos che pensa ad eseguire le parti alla tastiera quando richiesto.
La scaletta è meravigliosa, include grandi classici come “For Tomorrow”, “Make Believe”, “Fairy Tale”, “Nothing To Say” e “Carry On” (ovviamente) ma anche altri brani suonati meno di frequente, tra i quali metterei al primo posto “Carolina IV”, sia perché l’esecuzione è stata ottima ma anche perché è sempre stata una canzone a dir poco magica che rappresenta il sound irripetibile degli AngrA anni ’90, dove la musica classica si fondeva con il metal, creando un genere completamente nuovo e di classe. Tra i brani suonati, tantissimi cori su “Lisbon”, mentre le canzoni scelte inerenti gli album da solista non sono nemmeno i pezzi forti di quei lavori (“Letting Go”, “Time To Be Free”) ma riescono a creare un grande simbiosi con il pubblico; figuriamoci se avesse scelto dei brani che personalmente considero più maestosi… Come è ovvio immaginare, “Angels Cry” e “Carry On” hanno scatenato un boato da parte del pubblico, visibilmente più che elettrizzato ed onorato di ospitare una band che arrivava da così lontano in un paesino così piccolo.
Disponibilissima anche prima del concerto, per un incontro con i fan, la band di Andre Matos ha creato un’intensa atmosfera al More/Than/Fest e solo per questo concerto è valsa la pena fare tanta strada.

REFUGE

Se vi citiamo Peavy Wagner, Manni Schmidt, Christos Efthimiadis, voi cosa rispondereste? Il nome Rage tornerà alle vostre menti, vedendo questi tre insieme fino al 1994. Nel 2014, quindi dopo ben 20 anni, i tre si sono riuniti per tornare a fare qualcosa insieme, iniziando con un concerto segreto tenutosi a Herne, la loro città natale in Germania, sotto il nome “Tres Hombres”. Col passaparola ci furono ben 1200 partecipanti e da lì nacque il progetto Refuge, proprio per ricreare quell’atmosfera dirompente tipica di questo trio.
Eccoli dunque qui a Banska Bystrica, pronti per riscaldare il pubblico slovacco. Con hit dei Rage come “Nevermore”, “Waiting For The Moon”, “Lost In The Ice”, “Medicine” e soprattutto “Firestorm”, “Don’t Fear The Winter” e “Refuge”, che ha dato il nome alla band, i tre tedeschi coronano un’eccellente performance tenendo ben attivo il pubblico, che ormai si prepara per l’ultimo show.

EDGUY

E’ la band di Tobias Sammet a chiudere l’edizione 2015 del More/Than/Fest. La band ha eseguito una scaletta che divide quasi a metà due periodi: quello classico da quello moderno. Se quindi siamo partiti con “Love Tyger”, “Superheroes”, “Ministry Of Saints” e altre, brani che hanno acquisito una nuova tranche di fan, verso la fine abbiamo avuto canzoni che personalmente preferisco nettamente, che ricordano gli anni in cui c’è stata l’esplosione del power metal e quindi come potevano mancare “Babylon”e “Tears Of A Mandrake”? Pezzi che hanno fatto storia… nel finale invece due brani di “transizione”, quali “Lavatory Love Machine” e “King Of Fools”, che hanno esaltato il pubblico dell’anfiteatro, incitandolo a partecipare a tutti i cori. L’esecuzione è stata apprezzabile, anche se ormai la band ha preso una strada che secondo me affievolisce il sound originario.

Si conclude qui il More/Than/Fest. Il nostro ringraziamento va all’organizzazione, formata da persone gentilissime che ci hanno fornito piena collaborazione. Speriamo che ci siano stati effettivamente i numeri per una prossima edizione, perché l’EPG se lo merita e soprattutto la Slovacchia si sta rivelando un paese veramente propositivo per l’heavy metal!