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Live Report Frontiers Metal Festival @ Live Club (Trezzo Sull’Adda – MI)

È successo di nuovo. Il luogo del misfatto è ancora il Live Club di Trezzo sull’Adda ed anche questa volta le porte del locale si aprono prestissimo, alle 14 di una soleggiata domenica. In programma, il Frontiers Metal Festival con sette gruppi di altissimo livello, tra i quali spiccano nomi dell’eccellenza italiana.

Che il vento piano piano stia cambiando, che qualcosa si muova e si risvegli, è l’impressione che avevamo avuto solo poco più di un mese fa in occasione dello Spaziorock Festival ed è con grande gioia che vediamo il piccolo miracolo ripetersi. Troppo spesso negli ultimi anni abbiamo visto locations semideserte per i primi gruppi, riempirsi all’inverosimile solo per gli headliners ed è sempre stato motivo di rammarico. E invece, la Frontiers Music ha giocato le sue carte migliori fin da subito, organizzando una giornata densa di qualità, ma soprattutto coraggiosa. Sì, coraggiosa è stata la scelta di piazzare nelle prime ore del pomeriggio tre gruppi eccezionali, con all’attivo tre degli album più interessanti di questo ricco 2016: Trick Or Treat, Lords Of Black e DGM.

Ma l’affluenza di pubblico all’apertura delle porte ripaga ampiamente questa mossa ed ecco che in un attimo si accendono le luci e inizia la magia dei Trick Or Treat: vedere questo gruppo sul palco è come andare ad una festa, sai che sarà divertente, ma ogni volta ti stupisci di quanto riesca ad esserlo veramente. I nuovi pezzi estratti dal nuovo “Rabbits Hill pt.2” suonano e vengono accolti già come dei classici, con il pubblico (noi compresi, naturalmente, impossibile resistere ai Trick) che canta “Cloudrider” con lo stesso entusiasmo della ormai inossidabile “Loser Song”.

Trick or Treat @ Frontiers Metal Festival

Alessandro Conti in forma smagliante gioca come vuole con il suo pubblico, ora incantando con i suoi acuti, ora trascinando con le sue battute, consapevole che alle sue spalle c’è una macchina perfetta: Guido Benedetti e Luca Venturelli sono impeccabili, così come il ritmo serrato e senza sbavature dettato da Luca Setti e Leone Villani Conti. Setlist breve ma intensa e i Trick Or Treat scendono dal palco tra gli applausi, da veri vincitori.

Ed ora è arrivato il momento per la sottoscritta di scoprire il capo e cospargelo di cenere: avevo snobbato i Lords Of Black, dedicandogli scarsa attenzione. Vuoi per ripicca verso Blackmore che incensa il cantante Ronnie Romero, leader dei LOB ma anche nuovo volto della reunion dei Rainbow, vuoi per snobismo ingiustificato, rimane il fatto che avevo sottovalutato questo gruppo. E loro, per tutta risposta, hanno sfornato una performance coinvolgente e divertente, con una prestazione brillante del già citato Romero. 

Lords of Black @ Frontiers Metal Festival

Pezzi come “Nothing Left To Fear”,
“Everything You’re Not” ed una emozionante “Ghost Of You” hanno lasciato il segno, così come colpisce dritta al cuore la cover finale di “Kill The King”. I grandi Re del passato rimangono indelebili nella storia, ma c’è posto anche per nuove gesta e i Lords OF Black sembrano avere tutte le intenzioni di compierle. 

E si gioca ancora in casa, con i DGM: tutti i presenti sanno che verrà girato il DVD live in pubblicazione nel 2017 e l’entusiasmo generale si tocca con mano. Con un album eccezionale come “The Passage”, la band sa che le aspettative sono altissime e confeziona uno show difficile da eguagliare per tutti gli altri gruppi che si alterneranno sul palco. Con una scaletta fatta in gran parte di nuovi pezzi, i DGM sul palco sono un ingranaggio perfetto e regalano una serie infinita di momenti memorabili, che per fortuna sono stati immortalati: la raffinata “The Secret”, l’energia straripante di “Animal” e il treno in corsa di “Daydreamer”, tanto per citarne alcuni.

DGM @ Frontiers Metal Festival

Poi Mark Basile si siede sul bordo del palco, attacca la dolce melodia di “Disguise” e chiama tutti a raccolta, stretti intorno a lui, in un momento di grande intensità. Simone Mularoni è un chitarrista eccezionale e dimostra ancora una volta tutto il suo valore nella splendida “Fallen”, ma sorprende tutti con la sua prova vocale in “Ghosts Of Insanity”, nella parte originariamente di Tom Englund. “Hereafter” chiude un set praticamente perfetto, per una band in splendida forma, davanti ad un pubblico totalmente soddisfatto.

Sono le 18:00 e con la sensazione di aver già ripagato ampiamente il costo del biglietto, aspettiamo (poco, orari calcolati perfettamente e cambi palco rapidi e precisi) un’altra garanzia di qualità italiana, i Secret Sphere. La band piemontese non delude i numerosissimi fans, snocciolando una scaletta perfetta, cantata parola per parola. Basterebbe la sola “Healing” a scaldare gli animi, invece ecco che lo show si arricchisce della prestazione intensa e coinvolgente di Michele Luppi in “The Rising Of Love” ed “Union”, della corazzata power di “The Fall” capitanata da Marco Lazzarini e dei preziosi intrecci di Marco Pastorino e di un eccezionale Aldo Lonobile in “Wish & Steadiness” e “Legend”.

Secret Sphere @ Frontiers Metal Festival

Si continua a cantare fino a restare senza voce con “Lie To Me” ed “Eternity” e la bellezza di una simile atmosfera non può che accompagnare l’ultimo pezzo in programma, “Lady Od Silence”. 

È il turno del primo gruppo tedesco della serata, gli elegantissimi Vanden Plas, il gruppo forse più particolare ed originale dell’intero bill. La proposta musicale della band spazia dal progressive di una splendida “Holes in the Sky” ad un decisamente più roccioso heavy con “Stone Roses Edge”.

Vanden Plas @ Frontiers Metal Festival

Sicuramente, con quello che si è visto sul palco fino a questo momento, Andy Kuntz deve faticare dietro il suo microfono per lasciare un segno nei presenti, ma il risultato è ottimo e una versione incredibile di “Postcard To God” fa sì che i Vanden Plas prendano la loro bella dose di meritati applausi.

Ma ecco arrivare il turno dei Labyrinth, un altro momento atteso febbrilmente dal pubblico, pubblico che sottolineiamo, non si è mosso mai molto dalla zona immediatamente antistante il palco, segno che tutti i gruppi proposti hanno saputo catalizzare l’attenzione e creare grande aspettativa nei presenti. Altra registrazione in corso per questa giornata di festival così ricca ed è un bene, perchè anche lo show degli italianissimi Labyrinth sarà uno di quelli da ricordare per molto tempo: si celebra “Return To Heaven Denied”.

Labyrinth @ Frontiers Metal Festival

E allora ecco che i pezzi di questo lavoro, vero e proprio pilastro del metal di fine anni Novanta, riempiono il Live di potenza ed emozioni. La voce di Roberto Tiranti è un’emozione pura e tutto il gruppo, con uno scatenato Macaluso alla batteria, sembra essere un’ondata di energia che tutto travolge. Accanto all’inossidabile ed impeccabile Olaf Thorsen, ci gustiamo l’ennesima, elegantissima prova di Andrea Cantarelli, per una prestazione davvero da manuale.

Siamo arrivati agli headliners di questa serata, i Primal Fear della premiata ditta Sinner&Scheepers. Ci aspettiamo uno spettacolo fatto di Metallo all’ennesima potenza, ritmo mitragliante, cariche esplosive e riff macinaossa: otteniamo tutto questo e anche di più! “Final Embrace” investe il pubblico con tutta la sua forza e il ritmo non farà altro che crescere a dismisura per tutto lo show, con il martello di pezzi come “In Metal We Trust”, “Sign Of Fear”, “Angels Of Mercy” e “Nuclear Fire”.

Primal Fear @ Frontiers Metal Festival

Un pogo come quello che abbiamo visto partire su “Rollercoaster” non si vedeva da tempo e ci riempie di gioia, finalmente qualcuno mette via il telefono e decide di godersi il concerto. Ralf è visibilmente entusiasta del suo pubblico e tributa il suo amore per questa grande famiglia con una splendida “Metal Is Forever”. C’è spazio per un grande applauso all’ennesimo italiano sul palco, il tentacolare drummer Francesco Jovino, poi è già tempo di bis: “Fighting The Darkness” e “Running In The Dust” chiudono l’esibizione che tutti volevano vedere, fatta di metallo e sudore.

Ci guardiamo intorno e vediamo solo facce soddisfatte, sorrisi ed un unico commento, che serpeggia tra il lento defluire della folla: “Frontiers Metal Festival, ci vediamo nel 2017”.