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HUNTRESS – Starbound Beast

Alcuni gruppi godono di
una certa fama ancora prima che la loro musica venga ascoltata. A
volte, basta un immagine ben costruita o un leader dal carisma
invidiabile e il gioco è fatto: si è subito proiettati nella scena
metal mondiale in men che non si dica. In una casistica simile
rientrano gruppi come gli ormai famigerati Ghost e i più recenti
Huntress, capitanati dall’ex modella di Playboy Jill Janus. Tutto
iniziò con una serie di foto che la ritraevano con indosso solo una
pelliccia, presa forse in prestito dagli scarti di scena dei Manowar,
che lasciava decisamente poco spazio all’immaginazione. Di lì a poco
il primo singolo “Eight Of Swords”con una Jill che urlava a
squarciagola bendata, iniziò a girare per You Tube, riscuotendo
giudizi discordanti. Se le innegabili doti
canore dell’avvenente cantante venivano infatti riconosciute senza
ombra di dubbio dai più, la musica proposta era descritta senza
mezzi termini come qualcosa da gettare nel dimenticatoio. Ma
d’altronde si sa… con le female fronted metal band il pregiudizio
per molti è d’obbligo visti i tempi che corrono.

Con il nuovo “Starbound
Beast” la band non si discosta minimamente da quanto proposto nel
tutto sommato interessante album d’esordio “Spell Eater”: si
parla infatti di un heavy metal che più classico non si può e che
alla lunga corre il rischio di tediare, a meno che non siate dei
Defenders Of The Faith a cui non interessa minimamente esplorare
qualcosa di nuovo. La voce di Jill assume tonalità quindi più cupe
per interpretare dei brani molto simili l’uno con l’altro e privi di
un’identità forte come potevano essere una “Spell Eater”, un’
“Eight Of Swords” o un’ ”Aradia” del lavoro precedente. A
salvare quindi delle tracce piuttosto anonime prese singolarmente ci
pensa solo ed esclusivamente il pathos sprigionato dall’ugola della
bella Jill (evidentemente dotata di una voce con gli attributi e non
solo di due bei meloni come qualcun altro…chi ha detto Butcher
Babies?) capace di dare una grinta fantastica anche ai brani più
sciapi della release. La prima parte del disco si lascia comunque
ascoltare piacevolmente grazie a delle linee vocali tutto sommato
azzeccate, anche se un po’ più fiacche e sobrie rispetto al passato.
Da segnalare in questo senso sono “Blood Sisters”, “I Want To
Fuck You To Death”, “Destroy Your Life” e la conclusiva “Alpha
Tauri”, molto interessante per le atmosfere ricreate nella parte
centrale. Sì, avete letto bene: “atmosfere”. Parliamoci chiaro:
pur avendo tutti i difetti di questo mondo, gli Huntress riescono
comunque ad evocare qualcosa tramite la loro musica, e in questo
senso le atmosfere pseudo- fantascientifiche che l’artwork
dell’opera suggerisce vengono costruite grazie ad un sapiente uso
dell’effettistica delle chitarre e dei vari riverberi messi sul
microfono. Che poi in giro ci sia di meglio non si discute, ma
proporre un certo tipo di atmosfere senza mettere un solo dito su una
tastiera non è cosa da tutti.

A onor del vero va
comunque detto che “Starbound Beast” suona più come un qualcosa
composto per battere il ferro finché è caldo e per onorare certi
obblighi contrattuali più che per una sentita ispirazione. Se
comunque l’heavy classico nudo e crudo, privo di qualsivoglia
chincaglieria rientra nelle vostre corde e non disdegnate realtà
come Skeletonwitch e 3 Inches Of Blood l’ascolto è consigliato, ma
per il resto una sufficienza per il rotto della cuffia è più che
meritata.

  • 6/10

  • HUNTRESS - Starbound Beast

  • Tracklist
    01. Enter The Exosphere
    02. Blood Sisters
    03. I Want To Fuck You To Death
    04. Destroy Your Life
    05. Starbound Beast
    06. Zenith
    07. Oracle
    08. Receiver
    09. Spectra Spectral
    10. Alpha Tauri
    11. Running Wild (Judas Priest Cover)

  • Lineup

    Vocals: Jill Janus
    Guitar: Blake Meahl
    Guitar: Anthony Crocamo
    Bass: Ian Alden
    Drums: Carl Wierzbicky