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HATETYLER – Vidia

Si dice che il diavolo risieda nei dettagli, che la differenza tra un disco buono e uno eccelso risieda nella capacità di arrangiamento. Non è così facile, specie oggi. Molte uscite hanno enormi arrangiamenti e milioni di sovraincisioni, ma quando manca la sostanza primaria (la base) tutto si traduce in una accozaglia di suoni inutili.

Gli Hatetyler, per la loro seconda uscita, scelgono di curare maggiormente i dettagli…la base, il terreno sotto i piedi che regge l’immenso grattacielo, è pulsante e vibrante, a tratti oltraggiosa, ed è un piacere vedere come Marco Pastorino e soci abbiano espanso il proprio estro. Chiariamoci, “The Great Architect” (il debut) era un disco metalcore completo e potente, ma a mio parere mancava ancora di quel coraggio per osare un passo o due in più.
Vidia” è dieci passi oltre, ricco di gusto compositivo e di meticolosità in ogni singolo secondo di musica.

L’ingresso nella band di Stefano Oliva e di Erik Gentile ha donato un maggiore spessore sonoro al quintetto alessandrino, grazie al carisma messo nelle registrazioni e alle capacità tecniche indiscusse. La produzione è graffiante e avvolgente, come un’amante infima che prova assuefazione e rabbia, i suoni sono enormi e schiaccianti (rotondi per il genere in questione) e dalle performance sembra di trovarsi di fronte al una band straniera blasonata e non a un act nascente dell’underground nostrano. Il binomio growl/clean è un altro fiore all’occhiello di questo disco che, unito alle influenze messe in gioco (jazz, thrash, rap per citarne alcune), rende “Vidia” ammaliante come l’artwork di copertina.

Dalla spiazzante titletrack che apre il disco, carica di pathos hardcore giustiziere, fino alla conclusiva e suadente “D.D.”, le nostre orecchie vengono fuse da un insieme schiacciante di emozioni variegate…”Photograph” e “Listen To My Tragedy” schiacciano l’occhiolino all’hard rock più melodico (specie nei cori), mentre “Synapsis” e “Awaking The End” sfruttano potenza e intelligenza per delinearsi come top songs dell’intero platter. “Avoid Your Sin” e il singolone “Lifenynph” fungono da brani-pogo da portare on stage, mentre un applauso lo merita il lentaccio “Make Me Stronger” e all’interpretazione vocale in esso racchiusa.

Marco Pastorino mi da sempre più l’impressione di essere un Re Mida in ascesa, vista la capacità e la creatività che traspare da ogni progetto che intraprende. Gli Hatetyler si confermano come uno degli act più promettenti del metalcore made in Italy, e spero per loro che il tempo gli dia gli allori che meritano.

  • 8,5/10

  • HATETYLER - Vidia

  • Tracklist

    01. Vidia
    02. Avoid Your Sin
    03. Photograph
    04. Listen To My Tragedy
    05. Synapsis
    06. Awaking The End
    07. Lifenynph
    08. Swallows & Crows
    09. Make Me Stronger
    10. D.D.


  • Lineup

    Stefano Oliva: Vocals
    Marco Pastorino: Vocals & Guitars
    Federico Maraucci: Guitars
    Luca Negro: Bass
    Erik Gentile: Drums