E’ indubbio che il Symphonic Metal mantenga il podio come genere più controverso all’interno di quella grande categoria che è l’Alternative: sempre di più sono i gruppi che, sfidando la sorte, oggi si affacciano sull’abisso di uno stile tanto gettonato, ma altrettanto caratteristico per il rischio di venire etichettati come simili ad uno dei big, che ormai dominano la scena.
Decisamente buono risulta, però, essere l’esperimento dei russi Revontulet: “Hear Me” non è soltanto il titolo dell’album di debutto della band capitanata dalla mezzo soprano Alexandra, ma rappresenta una vera e propria richiesta d’ascolto.
Otto tracce di un Symphonic assolutamente diverso da quel che ci si potrebbe aspettare da una tale classificazione: ad emergere è, senza dubbio, l’assetto strumentale, di cui assolutamente caratteristiche sono le orchestrazioni. A metà fra l’epicità delle grandi colonne sonore e la leggerezza della musica classica di stile rinascimentale, gli archi fanno il loro ingresso magistrale già a partire dal primo minuto della opener “Blizzard“.
In un proseguire non particolarmente degno di nota, da citare sono i brani “The Pianist Of The Darkest Night“, che, come da titolo, lascia emergere uno scuro e profondo suono di tastiere, e “Hear Me“, titletrack dell’album, che in ben quindici minuti riassume l’intera essenza della produzione: un sound leggero e pulito, inserito in una cornice perfetta di effettistica di background e accompagnato da un continuo incedere musicale, di cui peculiari si fanno gli stacchi di batteria di Sergey.
Discutibile appare, però, il contrasto che si realizza molto spesso fra le linee strumentali e quelle vocali: il sound appare essere troppo chiaro e limpido, rispetto ad una voce scura e profonda quale quella di una mezzo soprano.
In ogni caso, un discreto esordio per i Revontulet, che intraprendono così un percorso decisamente pieno di ostacoli, all’interno di un genere che non perdona alcuna defiance.
