TARJA – Left In The Dark

Dopo neanche un anno dall’uscita di “Colours in the Dark“, Tarja Turunen torna con una nuova produzione, che in realtà di nuovo ha ben poco: “Left in the Dark” non è soltanto un titolo che richiama fortemente il lavoro precedente, bensì è il nome del nuovo EP della cantante finlandese, che si presenta come una raccolta di varianti alle tracce già ascoltate.

Se l’album del 2013 si manifestava, forse, come eccessivamente spinto dal punto di vista della struttura musicale, esageratamente pesante nei riff e nella ritmica, da entrare in contrasto con la musicalità leggera della soprano drammatico, questa produzione lascia, invece, maggiore spazio a strutture acustiche e semi-acustiche, dove le tastiere diventano protagoniste insieme alle linee vocali.

Quattro le versioni demo, “Victim Of Ritual“, che in questa veste si addice maggiormente al timbro vocale della cantante, una “Lucid Dreamer” strappalacrime, meravigliosa, “Never Enough” e “Mystique Voyage“, e due live dalla Vorterix Radio, “500 Letters” e “Until Silence“, entrambi in chiave acustica, con tastiere e chitarre arpeggiate.

“Deliverance” viene, invece, presentata nella sua versione strumentale, che lascia trasparire tutta l’epicità delle grandi colonne sonore; magistrale per le stesse caratteristiche è la veste orchestrale di “Neverlight“, assolutamente migliore di quella presentata in precedenza.

“Medusa” è l’unica traccia che non manifesta essenziali differenze con quella presente in “Colours in the Dark”, eccezion fatta per l’assenza della voce maschile di Justin Furstenfeld.

Reale novità è “Into The Sun“, una sorta di ballad orchestrata, lenta e maestosa, perfetta per lo stile vocale di Tarja.

E’ un paradosso, ma “Left in the Dark”, nonostante non introduca grandi novità, è all’ascolto un album assolutamente piacevole, talvolta da brividi, gli stessi che non era riuscito a trasmettere il lavoro precedente.