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BLUES PILLS – Blues Pills

Ah i mitici anni sessanta e settanta e la loro musica di ribellione e trasgressione…non avendoli vissuti, ho sempre cercato di carpirne odori e colori dalle vecchie pellicole dei concerti o dai dischi live che sono diventati dei cult; credo che ognuno che ascolti rock o metal, oggi giorno, debba trovare il modo per accostarvisi e trovare quell’angolo ‘vintage’ che lo possa scuotere dentro, fino al profondo del cuore.

C’è di buono che da qualche anno a questa parte molti musicisti stanno riprovando a far riapparire le ‘origini’ ai giorni nostri…e se da un lato ci sono band come Spiritual Beggars che han cercato di mantenere modernità e antichità in pacifica convivenza, dall’altro c’è stato un susseguirsi di act totalmente
catapultati a quarant’anni fa (basti pensare a Graveyard o Kadavar negli ultimi tempi). I Blues Pills lo fanno con un appeal diverso, cercando quell’angolo del blues rock che meglio si amalgama alla voce femminile per riportare in auge un genere che, visti gli avvenimenti, sicuramente non aveva detto tutto.

Elin Larsson e soci prendono vita su una base bluesy, riforzando il sound qua e là ma senza degenerare in modernizzazioni sconvenienti. Usufruenti di una produzione minimale come da copione e da un lavoro in studio cosiderevolmente live, le dieci tracce di questo debut hanno la capacità di travolgere in un vortice l’ascoltatore, merito dei suoni ustionanti e dalle performance scatenate del quartetto. In particolar modo, la voce della Larsson è un vero treno nei momenti ‘graffianti’, sicuramente a lei più adatti, mentre perde di maturità nella ricerca di una più pacata sensibilità.

E allora via, scateniamoci sulle perle “High Class Woman”, “Ain’t No Change” e “Jupiter”, così aspre e dai cori indovinatissimi (anche se quegli stacchi a metà canzone, dopo la terza song, iniziano a stufare), godiamoci l’intensità di “River” e “Little Sun” e reimmergiamoci nel periodo ‘flowers’ con “Black Smoke”, “Astralplane” e la evergreen “Devil Man”, scoprendo che il piede continuerà a battere anche dopo l’ultima nota e che la voglia di ripremere ‘play’ sul lettore cd sarà davvero incontenibile…tralasciate solo “Gypsy”, cover di Chubby Checker, dove la band si trova ad essere a vero contatto con gli anni d’oro e perde per strada tiro e intensità.

Che aggiungere? Un disco piacevole per chi ha voglia di rivivere certe atmosfere più libere e svogliate, ma anche un piece che può essere un ‘ponte’ per chi al caro vecchio rock non si è mai avvicinato troppo. Ghiaccio rotto, debut sufficiente e capacità riscontrate…ma attenti alla prossima prova!

  • 6,5/10

  • BLUES PILLS - Blues Pills

  • Tracklist
    01. High Class Woman
    02. Ain't No Change
    03. Jupiter
    04. Black Smoke
    05. River
    06. No Hope Left For Me
    07. Devil Man
    08. Astralplane
    09. Gypsy (CHUBBY CHECKER cover)
    10. Little Sun

  • Lineup
    Elin Larsson: Vocals
    Cory Berry: Drums
    Dorian Sorriaux: Guitars
    Zack Anderson: Bass