A soli due anni dal debutto con i fiocchi di “Apocalyptic Love“, il mondo di Slash viene nuovamente avvolto dalle fiamme: con “World On Fire“, il nuovo lavoro in collaborazione con Myles Kennedy & The Cospirators, si ha la testimonianza diretta che il Rock è tutt’altro che morto.
Con alla produzione un niente di meno che Michael “Elvis” Baskette, nome già noto nell’universo degli Alter Bridge, l’album emerge come un mix perfetto fra il classico stile dei Guns’n’Roses e il sound heavy, a cui, sempre di più, la band di Orlando fa da padrona.
Diciassette tracce per 77 minuti e 23: una raccolta che pecca un pò di ridondanza, ma che, senza dubbio, non si fa rimpiangere.
“Iris Of The Storm” e “30 Years To Life” rimandano chiaramente ai Guns’n’Roses degli esordi, con il guitar-based Rock di “Appetite For Destruction“; più Alter Bridge-oriented sono invece le tracce “Too Far Gone” e “Avalon“, con ritmi serrati, quasi cattivi, e sound piuttosto pesante.
Una garanzia Myles per “Bent To Fly“, “Battleground” e “The Unholy“: chitarra in secondo piano questa volta, per lasciar spazio a melodie vocali di cui Kennedy è assolutamente un maestro. Aria di radio-edit, invece, per il primo singolo omonimo “World On Fire“, nonchè per “Automatic Overdrive” e “Wicked Stone”, che presentano riff in stile “Snakepit“, che si perde completamente nel resto dell’album.
“Una vita nell’ombra finirà soltanto per spezzarti il cuore”, una citazione da “Shadow Life“, uno dei brani più heavy dell’intero full lenght, insieme con “Beneath The Savage Sun” e “Dirty Girl“, riassume perfettamente l’esito di questo “World On Fire“: la musica è fatta per emergere, per gridare i silenzi più profondi, e quale miglior strumento, se non testi meravigliosi ad accompagnare un Rock che non potrebbe essere più vivo? Il Rock non è morto. Il Rock è “World On Fire“.