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BAHAL – Shahat

Gli italiani Bahal si presentano sostanzialmente come una one man bandattiva dal 2009, ma dal gennaio del 2011, per poter proporre dal vivo il disco “Ikelos” (2010), rimpolpano la formazione con l’inserimento di membri stabili, suonando sia in Italia che all’estero. Le influenze principali sono di matrice svedese: Dissection, Vinterland, Dawn, Naglfar, Mork Gryning; il genere è tendenzialmente un black/death metal melodico con cantato in italiano, accostabile agli storici Spite Extreme Wing. Personalmente, dopo averli conosciuti del 2012 con un album ricco di ottimi spunti come “Nostos“, li ritrovo artisticamente cresciuti in questo 2014 con il loro nuovo “Shahat“. Le differenze con il precedente album sono piuttosto marcate, principalmente per quanto riguarda produzione, atmosfera e ricercatezza nei testi e nelle melodie: con “Shahat” è aumentata la voglia di sperimentare senza però perdere in potenza, difetto che aleggiava sul comunque buono “Nostos“. Il disco si presenta carico di energia, con una grande aggressività e un’atmosfera pervasa di symphonic black, molto diretto e poco prolisso.
Anche a livello di testi di “Shahat“, i Bahal hanno alzato il tiro, ripercorrendo l’abisso (shahat in ebraico significa abisso, pozzo) interiore di un astrologo, medico e filosofo rinascimentale milanese, Raffaele Vimercati. Liberamente ispirati alla vita di una pedina fondamentale nella corte degli Sforza, i testi dell’album raccontano le vicissitudini di un personaggio controverso, sempre in bilico tra le traversie sociali e politiche della metà del Quattrocento e il nero inferno di un incoscio dominato da senso di inadeguatezza, paure e spesso dal rifiuto dei propri lati oscuri.

Il lavoro si apre con “Ombre“, pezzo fortemente cadenzato, costantemente pervaso da un marciume strisciante che lo rende davvero inquietante; stessa atmosfera per “Megiddo“, fredda ed aggressiva in un intreccio di melodie che non ne sminuiscono mai la pesantezza. Questa è la prima nota molto positiva per il gruppo, l’aver trovato il giusto equilibrio tra la componente più classicamente black e le contaminazioni più moderne di symphonic black: l’album non ha mai quell’aspetto patinato e pacchiano che spesso e volentieri degrada lavori con buone idee di base.
Io leggo il Cosmo“, in perfetta sintonia con titolo e testo, si presenta più variegata e caotica, mostrando anche il lato più vicino al death metal, su cui sicuramente i Bahal potranno puntare nei lavori futuri, in quanto dotati di sano buon gusto e attitudine tecnica. Molto buono l’attacco suggestivo ed ipnotico di “Vanitas“, uno degli episodi migliori dell’intero album, raffinata ed evocativa, seguita da due pezzi sempre molto intensi come “La città Silenziosa” e “Canto dell’Abisso“, più strettamente black metal. Grande potenza per “Metamorfosi“, pezzo in cui il gruppo poteva senz’altro osare ancora di più in velocità e schiettezza, ma che promette un vero muro sonoro dal vivo con la formazione al completo e con un batterista in forma. Conclude l’album la title-track “Shahat“, incisiva e complessa, lascia l’ascoltatore carico di aspettative nei confronti di un gruppo che dimostra di far tesoro dell’esperienza passata, delle critiche e dei consigli.

L’album è autoprodotto, unico neo è la presenza della drum machine, ma l’intenzione di proseguire come un gruppo a tutti gli effetti, con formazione stabile, dimostra il riconoscimento di alcuni limiti strutturali e il desiderio di superarli. Ottima prova davvero per questo gruppo di Lecco, che propone un lavoro duro e tagliente, vicino per molti tratti allo stile black Scandinavo, senza perdersi mai in manierismi ed eccessi. In attesa di futuri sviluppi musicali, di formazione e contrattuali, da ascoltare e tenere d’occhio.

  • 7,5/10

  • BAHAL - Shahat

  • Tracklist

    01. Ombre
    02. Megiddo
    03. Io leggo il Cosmo
    04. Vanitas
    05. La città Silenziosa
    06. Canto dell'Abisso
    07. Metamorfosi
    08. Shahat


  • Lineup

    Dario: Vocals
    Bahal: Vocals, Lead & Rhythm Guitars, Bass
    Fumo: Rhythm & Lead Guitars
    Sidhe: Bass, Celtic Harp
    Tafe: Drums


  • GenereBlack Metal, Death Metal, Symphonic Black
  • Anno2014
  • Casa discograficaAutoprodotto
  • Websitewww.bahal.it