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DEVA – Murther

Che il Symphonic Metal sia il genere di cui le female fronted band fanno più uso e abuso, è una realtà ben visibile, in particolare nei meandri europei, esattamente come assolutamente chiara appare la difficoltà di emergere su grandissimi già affermati del genere: non a caso, i risultati delle continue produzioni nascenti appaiono essere sempre monotoni, piatti, all’ascolto praticamente “uguali” fra loro.

In un percorso in cui l’ostacolo è, quindi, la scelta stessa di cimentarsi in uno stile che sembra non avere porte aperte per le nuove generazioni musicali, uno spiraglio luminoso, però, conduce dritto ai Deva che, con la nuova produzione “Murther“, si presenta ad oggi come band rivelazione di un Symphonic Metal, che ha grande bisogno di essere rinnovato.

Nati a Milano nel 2006, e con già alle spalle un album, dal titolo “Between Life And Dreams“, i Deva proseguono il loro cammino facendo incrociare le strade di tematiche quali amore ed odio, simbolicamente già racchiuse nel nome “Murther”, che richiama l’oscurità romantica delle tragedie shakespeariane (“Murther most foul, as in the best it is”, Amleto, atto primo, scena 5, ndr): una produzione intrigante, malinconicamente gothic e dal carattere forte.

Un Symphonic che incontra perfettamente il prog e l’heavy: pressanti ritmiche, accompagnate da notevoli riff chitarristici e orchestrazioni dal timbro epico per “Can I Be Saved“, “Delirium“, “Lady Of Time“, “Confession“, senza dimenticare la componente assolistica di “Dust And Shadows“.

A fare da ponte tra il versante heavy e quello delle melodie, “What Have I Become” e “Lilith“, che meglio riassumono l’essenza orchestrale, ma anche quella catchy, che è un pò una novità per un genere simile; ben quattro gli intermezzi strumentali a condurre da uno stile all’altro dei tanti che emergono in questo album, “Is This What We Really Are“, “Awareness Suddenly“, “Something Beautiful” e “Remembrance“.

Più armoniche e sensuali le tracce “My Sweetest Pain” e “Come To Me“, dove il calore è reso magicamente dai duetti di Beatrice e Federico; ancora due brani lasciano un ampio spazio alla vocalità meravigliosa della soprano, “Decadence” e “Lullaby“, semi-ballad decisamente da brividi.

Quindici tracce di magiche note, da cui lasciarsi trasportare senza timori: un album lungo, ma non ridondante, e uno dei pochi che davvero lascia lo spazio dovuto ad ogni singola componente strumentale e vocale. Un grande applauso a questa band italiana per aver raggiunto un piccolo traguardo in un grande obiettivo.

  • 8,5/10

  • DEVA - Murther

  • Tracklist
    01. Can I Be Saved
    02. Come To Me
    03. Is This What We Really Are
    04. Delirium
    05. Decadence
    06. What Have I Become
    07. Awareness Suddenly
    08. Lady of Time
    09. My Sweetest Pain
    10. Something Beautiful
    11. Confession
    12. Remembrance
    13. Lullaby
    14. Dust and Shadows
    15. Lilith

  • Lineup
    Beatrice Palumbo - Voce
    Federico Salerno - Chitarra, voce
    Federico De Biase - Tastiere
    Ruggero Accardo - Basso
    Thomas D'Alba - Batteria