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BLOODBOUND – Stormborn

I Bloodbound sono una di quelle band alle quali uno si affeziona, una band che probabilmente non arriverà mai al successo del grande pubblico ma che, nella sua discografia, è stata in grado di sfornare degli ottimi dischi e di guadagnarsi la stima di molti metalheads e degli addetti ai lavori, tanto da supportare negli anni band come Hammerfall (loro prima fonte di ispirazione), Sabaton, Arch Enemy, Evergrey, Pretty Maids e molti altri.

Il loro è un Heavy/Power di stampo tipicamente nordico con alcuni rimandi al metal anni 80, a loro favore va detto però che negli anni non si sono accontentati di riproporre sempre la solita formula ma hanno dato vita a lavori spesso differenti tra loro che mostravano vari aspetti del genere. I primi due album, “Nesferatu” (2005) e “Book Of The Dead” (2007), erano molto classic-power, con parecchi fast-tempo in puro stile Hammerfall, in questi due album alcuni brani di notevole spessore si alternavano ad altri non particolarmente riusciti; con il terzo, “Tabula Rasa” (2009), si ha una piccola svolta, il disco suona molto più prog e mette in risalto le ottime capacità dei membri, un ottimo lavoro di cui ne consiglio vivamente l’ascolto. Con il seguente “Unholy Cross” (2011) tornano al power classico e, dopo la partecipazione di Urban Breed al primo e al terzo e di Michael Bormann al secondo, trovano in Patrik “Pata” Johansson un singer finalmente in pianta stabile. Il 2012 è l’anno del controverso “In The Name Of Metal”, un album che è chiaramente un omaggio al metal anni 80, il suono è quello classico di quegli anni, i testi presentano tutti i classici temi ispirati al genere e anche la copertina ricorda moltissimo come design gli artwork in voga in quel periodo; ma nonostante questo risulta sicuramente il loro cd meno ispirato.

Come sarà allora questo “Stormborn“? Ebbene, i Bloodbound sono riusciti ancora una volta a stupirmi cambiando sostanzialmente il loro sound e sfornando un album che, pur essendone completamente diverso, può essere considerato insieme a “Tabula Rasa”, il loro migliore lavoro (..forse il migliore? ndr).

Dopo una classica intro epic con uno speech che arriva direttamente dall’oltretomba si parte alla grande con “Satanic Panic“, veloce opener condita di classica doppia cassa, si prosegue con l’altrettanto martellante ed epica “Iron Throne“in cui i cori la fanno da padrone; si passa a “Nightmare From The Grave” dove passando per strofe fast e chorus cadenzati si arriva ad un coro di bambini; giungiamo cosi alla title-track “Stormborn” granitico ed epico mid-tempo di Sabatoniana memoria; con “We Raise The Dead” si torna all’headbang più classico; “Made Of Steel” ci riporta per qualche minuto negli anni 80 dei Priest e degli Accept; si torna a correre con “Blood Of My Blood“, brano super fast con un chorus che non può non ricordare i Rhapsody; “When The Kingdom Will Fall” è una cavalcata sulla falsa riga della title track; giungiamo quindi al pezzo più speed del cd, “Seven Hells” che velocemente ci porta verso l’ultima track, “When All Lights Fail“, brano nella migliore tradizione power con un chorus molto catchy che strizza l’occhio ai Kamelot e ci accompagna alla fine del cd lasciandoci con una tremenda voglia di premere il tasto restart. Non mi risulta facile segnalare i brani migliori ma per dovere cito la title-track, “Nightmare From The Grave”, “Blood Of My Blood”, “When All Lights Fail” e la maestosa “Iron Throne”, la migliore dell’album.

All’interno di Stormborn rotroverete Hammerfall, Judas Priest, Sabaton, Sonata Arctica, Powerwolf, e perfino un pizzico di Nightwish, ma in questo caso le ispirazioni sono servite a confezionare un eccellente prodotto, non certo una sbiadita scopiazzatura. La novità che più spicca in questa nuova uscita dei Bloodbound è il massiccio uso di cori, cosa questa che contribuisce a dare a Stormborn un suono epico, pieno; questo è un album che racchiude l’essenza del Power più classico, forse passato un po di moda ma che qui viene esaltato al massimo. Se siete amanti dei gruppi che ho appena citato non potete assolutamente perdervi questo disco, se al contrario non trovano posto nel vostro mp3 allora statene pure lontani, ma commettereste comunque un grave errore, Stormborn è un gran disco.

  • 8,5/10

  • BLOODBOUND - Stormborn

  • Tracklist
    01. Bloodtale
    02. Satanic
    Panic
    03. Iron
    Throne
    04. Nightmare From The Grave
    05. Stormborn
    06. We Raise
    The Dead
    07. Made Of
    Steel
    08. Blood Of
    My Blood
    09. When The
    Kingdom Will Fall
    10. Seven
    Hells
    11. When
    All Lights Fail

  • Lineup
    Patrik
    “Pata” Johansson: vocals
    Tomas
    Olsson: guitars
    Henrik
    Olsson: guitars
    Pelle
    Akerlind: drums
    Fredrik
    Bergh: Bass