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ORDEN OGAN – Ravenhead

Ascoltando i vaneggiamenti di alcuni colleghi mi rendo conto di essere abbracciato dalla fortuna…la musica bene o male piace a tutti, ma il ‘trasporto’ emotivo di viverla è un dono per poche persone. Ogni uscita attesa è un regalo di cui la vita ci privilegia, facendo uscire la parte infantile e curiosa che giace in ognuno di noi…e credo che gli artisti riescano a vivere queste emozioni in modo ancor più evidente, esaltandolo nelle proprie opere.

Per gli Orden Ogan questo sentimento si chiama “Ravenhead”! Benché in passato abbiano fruito di un sound più dark ed epico (specie nei primi due dischi) e nonostante il loro look possa tradire una propensione verso l’oscuro, il quartetto tedesco prosegue quanto messo in atto con il fortunato predecessore “To The End”: un pomposo epic/power metal carico di arrangiamenti tastieristici e reso riconoscibile sia dall’ampio uso di cori armonici sia dalla timbrica vocale del vocalist Seeb Levermann. E se non si può certo negare una ‘standardizzazione’ commerciale del songwriting, il risultato dalla presa sicura è davanti agli occhi.

Passi avanti anche nella produzione sono tangibili oltremodo…il sound compresso dei primi lavori lascia spazio a un lavoro in consolle che privilegia l’ariosità delle strutture. Le performance sono votate alla resa del tiro e dell’impatto delle lyrics, sacrificando la sezione ritmica per non perdere l’incipit quadrato che caratterizza i brani di Levermann e soci. Il mix è equilibrato e ben soppesato, i suoni sono rotondi e ben coesi mentre il mastering permette di assaporare ogni minimo dettaglio inserito al 100%.

Se vi aspettate songs articolate e pluristrutturate avete sbagliato disco…”Ravenhead”, “The Lake”, “A Reason To Give” e “Deaf Among The Blind” vi faranno battere il piede e cantare già al secondo ascolto, travolgendovi senza ritorno. Il singolone “F.E.V.E.R.” ci regala emozioni semplici e commerciali, mentre la piratesca “Here At The End Of The World” e “Sorrow Is Your Tale” ci propinano le performance aggiunte di Chris Boltendhal e Joacim Cans. Da segnalare anche “Evil Lies In Every Man”, meno impattante del resto del disco ma altrettanto carica di pathos micidiale.

Gli Orden Ogan hanno scelto la via più semplice senza sbagliae il colpo. “Ravenhead” ci mostra una band gioiosa e felice di quello che ha creato e di quanto ancora possa portare il futuro. Il 2015 inizia nel migliore dei modi.

  • 7,5/10

  • ORDEN OGAN - Ravenhead

  • Tracklist

    01.
    Orden Ogan
    02.
    Ravenhead
    03.
    F.E.V.E.R
    04.
    The Lake
    05.
    Evil Lies In Every Man
    06.
    Here At The End Of The World
    07.
    A Reason To Give
    08.
    Deaf Among The Blind
    09.
    Sorrow Is Your Tale
    10.
    In Grief And Chains
    11.
    Too Soon


  • Lineup

    Seeb
    Levermann: Vocals & G
    uitars
    Tobin
    Kersting: G
    uitars
    Niels
    Löffler: Bass
    Dirk
    Meyer-Berhorn: D
    rums