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BLIND GUARDIAN – Beyond The Red Mirror

Le grandi band hanno sempre qualcosa da dire e nuovi orizzonti da esplorare; molti scelgono intelligentemente di tornare sui propri passi, altri di rivoluzionare completamente il sound e altri ancora, invece, decidono di seguire l’onda emotiva che li avvolge in quel determinato momento, mettendo su traccia la spontaneità delle proprie idee senza la spudorata tendenza a creare ciò che i fans si aspettano…

Per i Blind Guardian ogni disco è un terno al lotto, un’avventura inaspettata e una progressione verso qualcosa di indefinito. Il quartetto tedesco giunge al decimo sigillo in studio, ponendo come obiettivo principale l’evoluzione del proprio, ormai unico, sound. “Beyond The Red Mirror” riparte da dove la band ci aveva lasciato cinque annetti fa, con un massiccio incremento delle orchestrazioni e una rapida scomparsa delle parti folk/medievaleggianti che ne aveva caratterizzato il trademark per più di un quindicennio. Ad un primo ascolto, le dieci tracce paiono molto più omogenee e dirette rispetto al passato, ma senza sacrificare la cura maniacale per gli arrangiamenti e per le melodie dalla facile presa.

Registrato come sempre nei mitici Twilight Hall Studios di proprietà della band e sotto l’occhio vigile del grande Charlie Bauerfeind, “Beyond The Red Mirror” gode di una produzione pulita e sofisticata, caratterizzata da un mixing preciso e ragionato e da un mastering che da maggior spazio alle dinamiche rispetto al passato. Le performance sono professionali, con le ritmiche di Marcus Siepen che si sposano ad hoc con il grande lavoro di Frederik Ehmke (si sente che è molto ben inserito adesso), e dove l’alternanza delle ruvide lyrics di Hansi Kürsch e delle licks di André Olbrich domina più che mai. Fiore all’occhiello anche i suoni, brillanti e amalgamati per dare un profondo senso di coesione. Il concept contenuto nelle lyrics prosegue (furbescamente) la storia del protagonista di “Imaginations From The Other Side” (non a caso quest’anno si festeggia il ventennale dell’uscita), qui diventato uomo e impegnato in nuove e più intricate situazioni.

Mai partire prevenuti nel caso dei Blind Guardian…già dai cori in apertura di “The Ninth Wave” si capisce che il disco non sarà di semplice ascolto; nove minuti senza respiro ci traslano al singolo “Twilight Of The Gods” e alle sue strutture più serrate e ariose. “Prophecies” mostra il lato tradizionale della band, con cori indovinati e dominanti, mentre le successive “At The Edge Of Time” e “Ashes Of Eternity” blindano per l’ineguagliabile capacità di arrangiamento. “The Holy Grail” è un’autentica mazzata sui denti mentre la successiva “The Throne” ci riporta su strutture più complesse e orchestrate. “Miracle Machine” è una perla piano/voce di nemmeno tre minuti mentre “Grand Parade” chiude il disco con la stessa roboanza con cui era stato aperto, quasi dieci minuti di grande intensità metal unita ad archi e fiati. Unico mezzo passo falso è “Sacred Mind”, brano poco ispirato che si abbatte sulle orecchie senza lasciare il minimo segno.

I Blind Guardian non tradiscono loro stessi, rimanendo imperscrutabili e imprevedibili. E se i loro ultimi lavori hanno sempre richiesto numerosi ascolti e molto tempo per essere capiti, “Beyond The Red Mirror” vince la palma per la difficoltà d’approccio, cosa che spaccherà i fans in due fazioni distinte. Per quel che riguarda il sottoscritto, “Beyond The Red Mirror” è da avere ad ogni costo.

  • 8,5/10

  • BLIND GUARDIAN - Beyond The Red Mirror

  • Tracklist

    1.
    The Ninth Wave
    2.
    Twilight Of The Gods
    3.
    Prophecies
    4.
    At The Edge Of Time
    5.
    Ashes Of Eternity
    6.
    The Holy Grail
    7.
    The Throne
    8.
    Sacred Mind
    9.
    Miracle Machine
    10.
    Grand Parade 


  • Lineup

    Hansi
    Kürsch:
    Vocals
    André
    Olbrich:
    Guitars
    Marcus
    Siepen:
    Guitars
    Frederik
    Ehmke: Drums