Un’ondata 23 Acez ci trascina alla deriva del nuovo millennio. Un salto indietro di oltre quindici anni, al periodo che segna il passaggio tra il Rock graffiante, sporco, firmato Nirvana, e quello melodico, ma non per questo dai ritmi meno serrati o dal groove limitato, di Slash e degli Alter Bridge, che coronano il Duemila.
“Redemption Waves” è il titolo del nuovo album della band belga, che si caratterizza per la spiccata presenza di numerose influenze Classic Rock, perfettamente chiare in “The Bigger Picture“, che vengono a combinarsi con quelle più cattive, hard, di uno stile musicale più giovane, in “Morning Sun“, per sfociare in punte di vero e proprio heavy, di cui si fa esempio tipico “Alone“.
Nella varietà della produzione, non mancano sprazzi di melodie più accentuate e atmosfere più tranquille, come in “Looking Back“, che contrastano con le ritmiche frenetiche tipiche del genere in cui l’album si inserisce; piacevole la combinazione di piccoli elementi elettronici in “Colors On The Ceiling” e “My Blood“.
Sorpresa-non sorpresa, in quanto si tratta esattamente della traccia d’apertura, “Loopholes“, brano che non solo raccoglie tutti gli elementi presentati singolarmente nel corso dell’ascolto, ma anche il più interessante sotto ogni punto di vista: Hard Rock, linea vocale assolutamente catchy, ritmi pressanti, combinati con maestria.
Innegabile che un’opener del genere nasconda tutta l’essenza di un intero album, e ne rappresenti sia il punto di partenza che quello d’arrivo: “Redemption Waves” è un album discreto, senza lode ne infamia, che passerebbe piuttosto inosservato, se non fosse per uno start in grande stile.