Ho sempre pensato che i veri artisti non si considerino mai arrivati ma, al contrario, cerchino ogni singolo giorno un modo diverso per modernizzare la propria verve…una sfida con se stessi, un incipit maniacale per sentirsi vivi o una semplice visione da inseguire, la vera difficoltà penso risieda nella persistente ricerca di autoappagamento e del piacere che questo sentimento può dare.
Agli Europe non servirebbe, quanto meno per fini artistici, continuare a sfornare dischi nuovi…potrebbero adagiarsi sugli allori, regalarsi qualche tour commemorativo ogni tanto e godere della fama che in più di trent’anni di storia hanno costruito. Ma Tempest e soci amano sfidare il proprio mito e per farlo riprendono il discorso dalle traettorie disegnate con “Bag Of Bones” circa tre annetti fa, ovvero un hard’n’blues moderno e coinvolgente. Il songwriting degli Europe, già a partire da “Start From The Dark”, aveva preso le distanze dal passato e in questo “War Of Kings” diventa più vintage e 70s-oriented, capace di far rievocare le atmosfere fumose e calde del periodo musicale tanto caro al quintetto.
La produzione è calda e morbosamente live, dove i suoni polverosi e fumanti (specie della sezione ritmica) fanno da vero parametro d’eccellenza. Le performance mettono in gioco una band unita e coesa, dove il posto d’onore rimane assegnato alle sei corde di mr. John Norum (mai sentito così ispirato). La voce di Joey Tempest non è più alta e cristallina come un tempo, ma la grande caratura interpretativo/intrattenitrice regala ennesimamente una performance calda e sentita. Mixing e mastering permettono di fruire di tutte le dinamiche che la band sa inserire (e ottenere) in ogni episodio.
Emozioni forti le si possono trovare nella titletrack in apertura, in “Second Day” e nella più easy “Days Of Rock’n’Roll”…”Hole In My Pocket” e “Nothin To Ya” possiedono un tiro enorme, grazie all’azienda Haugland/Leven sempre capace di fornire tappeti semplici ma mozzafiato. “California 405”, “Light Me Up” e “Rainbow Bridge” ci regalano i migliori momenti di mr. Norum, mentre “Praise You” e “Angels (With Broken Hearts” permettono a mr. Tempest di esprimersi su atmosfere bluesy pompose. “Children Of The Mind” e la strumentale “Vasastan” non aggiungono altro allo spessore di “War Of Kings”, finendo tra le ‘skippabili’.
Gli Europe sono sempre un sinonimo di garanzia e spessore artistico…un disco pensato con intelligenza e interpretato con altrettanto cuore e sudore, in pieno stile di questo quintetto che non vuole saperne di deporre gli strumenti. Da avere.