Quando si dice “Evil Invaders“, automaticamaente si pensa all’omonimo album dei leggendari Razor e al filone speed/thrash metal di metà anni ’80.
Il gruppo belga Evil Invaders rende certamente omaggio alle icone Canadesi, ma questo quartetto proveniente dalla provincia di Limburg, in Belgio, fa di tutto per imporre la propria spiccata personalità.
Capitanati dal leader e fondatore Jöe Anus, gli Evil Invaders sfornano un album speed dai connotati tradizionali, ma con una bella dose di modernità. La peculiarità del cantato di Joe rende questo gruppo uno di quelli che si amano o si odiano: stridulo e acido, dona un pizzico di originalità in più alla proposta musicale della band.
Pezzi come “Fast, Loud ‘n’ Rude” e “Siren” catapultano indietro nel tempo, macinando con riff tritaossa e punzecchiando senza pietà con gli acuti e i falsetti dell’istrionico frontman. Inevitabile pensare a King Diamond, soprattutto nelle sue produzioni soliste, anche se qui il lavoro da fare per raggiungere la classe del Re è ancora molto.
Molto intensa la title track, un pezzo corposo e roccioso che mostra come questo gruppo possa svilupparsi in molte direzioni forse ancora non pienamente esplorate.
Ancora Diamondiana la bella “Stairway to Insanity“, dagli ottimi intrecci melodici e dai molti richiami ad Halford e all’heavy più classico.
Una nota senz’altro positiva, che permette a questo lavoro di guadagnare molto in compattezza ed incisività, è la brevità dei pezzi: gli Evil Invaders non vogliono mai strafare e questa è sempre un’ottima scelta.
La melodia in pezzi come “Shot To Paradise” è senz’altro accattivante, così come le cavalcate di “Venom” e della conclusiva “Master Of Illusion“, ma il risultato è che tutte le soluzioni stilistiche effettuate dalla band passano in secondo piano rispetto ad un cantato sempre al centro della scena.
Gli Evil Invaders sono senza dubbio una realtà interessante, che riporta nel cuore dell’Europa un genere che trova molte difficoltà ad uscire da “Pulses Of The Pleasure” è un album fatto di luci ed ombre, acerbo ma massiccio, ben strutturato ed interessante per chi ama il vecchio speed metal con sonorità Ottantiane.
