Loading

HARDCORE SUPERSTAR – HCSS

Amati ed odiati gli Hardcore Superstar, dal loro debutto nel 1998 ad oggi i rockers svedesi hanno sempre infiammato e diviso pubblico e critica. Oggi escono con “HCSS“, un album pieno di sfaccettature che vuole fortemente una produzione meno patinata e perfetta rispetto agli standard generali, alla ricerca di una dimensione primordiale, grezza e genuina, che restituisca alla band l’aura di ” It’s Only Rock ‘n’ Roll“.
L’idea di base è quella di ricreare l’atmosfera dei demo e delle registrazioni in presa diretta, con quei suoni che catturano l’energia e il sudore dell’attività live; l’aspettativa intorno al gruppo è sempre molto alta e questo probabilmente li penalizza, ma il nuovo album sembra andare oltre, muovendosi finalmente in maniera autonoma ed ispirata.

Si parte con “Don’t Mean Shit“, quel che sembra decisamente un buon inizio, scoppiettante e diretto: il titolo del pezzo preannuncia l’attitudine con cui gli HCSS tornano alla ribalta, sfrontati e senza paura dei giudizi. Il desiderio di riallacciarsi al passato, riscoprendo radici e suoni ispiratori, ci porta due pezzi notevoli, fondamentali per le sorti dell’album: “The Cemetary“, con il suo attacco aggressivo e potente, lascia subito spazio ad un delizioso motivetto retrò, originale e piacevole,  e la bellissima costruzione di “Fly“, pezzo che davvero ci accompagna in un tuffo negli anni ’60 e ’70.

Party ‘Til I’m Gone” e “OFF With Their Heads” sono due episodi che scivolano via veloci, troppo veloci; unici momenti sottotono, non ai livelli del resto del lavoro, complessivamente uno dei dischi migliori del gruppo negli ultimi dieci anni.
The Ocean” è una canzone bella e catchy, con ritornello ossessivo da filastrocca portatrice di traumi infantili, mentre “Touch The Sky“, delicata ed evanescente, è solo un breve respiro che prepara a “Growing Old“, corposa e trascinante, con un Jocke Berg in gran forma e come sempre indiscutibilmente valore aggiunto al gruppo.
Glue” è il singolo già familiare ed accattivante, non eccezionale ma efficace, uno di quei pezzi che guadagnerà un notevole appeal in sede live. “Messed Up For Sure” è una chiusura col botto, sincopata ed incalzante, con un’ottima sezione melodica centrale che ricorda i migliori Cinderella ed L.A. Guns.

Gli Hardcore Superstar viaggiano tra alti e bassi, ma questo “HCSS” sembra fortemente desiderato e suonato con più trasporto dei precedenti lavori: è duro, diretto e convincente, ma soprattutto, diverte e fa crescere la voglia di vedere un bel concerto carico di energia. Per un buon rock and roll, è un risultato di tutto rispetto.

  • 7,5/10

  • HARDCORE SUPERSTAR - HCSS

  • Tracklist

    01. Don't Mean Shit
    02. Party 'Til I'm Gone
    03. The Cemetary
    04. OFF With Their Heads
    05. Fly
    06. The Ocean
    07. Touch The Sky
    08. Growing Old
    09. Glue
    10. Messed Up For Sure


  • Lineup

    Jocke Berg - vocals
    Vic Zino - guitar
    Martin Sandvik - bass
    Adde Andreasson - drums