Il metal italiano è da anni ormai che non ha nulla da invidiare al panorama offerto da ben più noti paesi nordici, ma fa rabbia come da noi sia ancora trattato con diffidenza e fatichi cosi tanto ad avere una seppur minima considerazione dal mercato interno, radicato su posizioni a dir poco arcaiche.
Questa seconda uscita degli At The Dawn è la dimostrazione di quanto appena detto; “Land In Sight” è un disco ben fatto con ottime idee e un ottima produzione, certo il mercato del genere è molto inflazionato e non sarà facile per i nostri emergere dalla massa ma sicuramente con un po’ di fortuna e la promozione giusta sapranno ritagliarsi una buona fetta di followers.
Quello che ci propongono è un Melodic Power metal con venature symphonic e prog di grande presa, i brani sono tutti molto puliti e facilmente assimilabili ma questo non vi tragga in inganno, dietro c’è un certosino lavoro di arrangiamenti e la produzione di Simone Mularoni, divenuto ormai un punto fermo in Italia, ad impreziosirne il contenuto.
Ognuno dei dodici brani ha una propria identità e questo non può che essere un punto a favore degli ATD, i quali non si sono adagiati sulla facile soluzione, come spesso succede, di presentarci delle tracce molto simili tra loro ma, al contrario, sono riusciti a proporre una buona varietà di soluzioni, tali da non renderne mai noioso l’ascolto.
Devo dire che è difficile dare delle preferenze in quanto tutte le tracce si assestano su ottimi livelli e come ho già detto sono diversificate tra loro, dovendone citare alcune opterei per la opener “Through A Darkened Sky“, la title track “Land In Sight” (con ospite lo stesso Mularoni), la bellissima “Siren Call” ( ospite la voce di Letizia Chiozzi dei Synful Ira), e la splendida “Ladyhawke“; da segnalare inoltre a metà album la mini suite “Rosamund’s Suite” composta da “Overture“, “The Offense” e “The Revenge” (anche qui con la presenza di Letizia Chiozzi) e la chiusura con la cover di “Revelations” degli Iron Maiden (a onor del vero forse infarcita di troppe tastiere e non riuscitissima).
“Land In Sight” resta comunque un disco molto godibile, certo inventare qualcosa di nuovo e veramente difficile ma il lavoro che è stato fatto qui è stato fatto molto bene, se continueranno su questa strada gli At The Dawn riusciranno sicuramente a ritagliarsi il loro spazio.