Michael Schenker non ha certo bisogno di presentazioni, basta dire Scorpions e UFO per esaurire gli argomenti, ma il ritorno al Tempio suscita sicuramente una curiosità ed un’attenzione particolari. “Spirit on a Mission” non è solo il titolo di questo nuovo album del progetto Michael Schenker’s Temple of Rock, ma è anche la risposta che Michael fornì durante un’intervista, alla domanda su come avrebbe voluto essere ricordato dopo la morte: “as a spirit on a mission, spreading the joy of music from a place of pure self-expression”.
E questo è semplicemente lo spirito di tutto l’album, libertà d’espressione, rock and roll puro e semplice, senza tanti fronzoli ed un’unica, imprescindibile parola d’ordine: catchy. Con una notevole cura nella scelta della line-up, il teutonico chitarrista ci propone Doogie White al microfono (La Paz, Midnight Blue, Rainbow, Cornerstone, Yngwie Malmsteen’s Rising Force, Praying Mantis, Rata Blanca, Tank, Michael Schenker Group), l’ex-Scorpions Herman Rarebell alla batteria (Scorpions, Herman Ze German), Francis Buchholz al basso (Scorpions, Dawn Road, Dreamtide, Uli Jon Roth Sky Band) e Wayne Findlay chitarre e tastiere.
Si apre con “Live and Let Live”, messaggio semplice ed efficace, così come questo pezzo: energia, attitudine hard rock, melodia e ritmo trascinante, sono gli ingredienti di una miscela esplosiva. Questo è il carattere dell’album, decisamente più ispirato rispetto ad alcuni lavori degli ultimi anni. MIchael sembra aver rinnovato energia e freschezza compositiva.
“Communion” pur essendo molto moderna, riesce ad essere allo stesso tempo evocativa, con un continuo rimando agli anni ’70 e alle atmosfere psichedeliche.
Sarete letteralmente catturati dal “Vigilante Man”, un pezzo che davvero non inventa nulla, ma prende il rock e lo usa senza nessun ritegno o inibizione, così come dovrebbe essere. Questo è un album fatto per essere suonato in giro per il mondo, per divertirsi, per festeggiare, non è pretenzioso né ambizioso, d’altra parte, Michael Schenker la sua pagina di storia l’ha già scritta, ora si rilassa e si diverte. E noi con lui.
Anche “Rock City” e “Saviour Machine” seguono lo stesso trend, con delizioso impiego della 7 corde che rende tutto più epico e pomposo; “Something of the Night” risponde all’irresistibile richiamo dei Rainbow , così come le parti di tastiera di “All Our Yesterdays”.
“Bulletproof”, multi-writes, ha un carattere più heavy e classic rock, pesantezza che si protrae in “Let the Devil Scream”, con notevole prestazione di Doogie. La nostalgica “Good Times” è un tuffo nel melodic rock ottantiano, mentre più originale ed impetuosa risulta essere la bella “Restless Heart”. Si finisce con “Wicked”, pezzo reso unico da un diabolico assolo di Schenker.
Non c’è molto da aggiungere, se volete un album che guardi al passato senza risultare superato, che sia la giusta via di mezzo tra omaggio e originalità, che sia perfetto da ascoltare in qualsiasi occasione, avete trovato quello che fa al caso vostro: “Spirit on a Mission“.