“Enraptured” non è soltanto il titolo del nuovo album della band sudafricana, capitanata da Rene van den Berg, bensì è anche il termine più adeguato a descrivere le sensazioni che si provano quando le melodie dei Crimson Chrysalis riecheggiano nell’aria: dodici tracce il cui ascolto rapisce completamente l’anima, lasciando il pubblico con il fiato sospeso per l’intera durata della composizione.
Se in passato si parlava di assoluta perfezione, stavolta la produzione vanta anche una discreta varietà nella struttura compositiva dei vari brani: se “Sacred Vow” e “Grace” risultano essere le due tracce che più richiamano il passato “Crimson Passion Cry“, nell’incanto delle tastiere e l’epicità delle orchestrazioni, si presentano invece per la prima volta piccoli elementi elettronici sin dalla opener “Soul Stalker“, e cori classicheggianti, che faranno la loro comparsa anche in “Infinity“.
Un’influenza classica che non abbandona la produzione, manifestandosi, sotto forma di intermezzo, anche in “Poison“, che insieme con “The Raven“, si configura come l’esempio più rappresentativo del Symphonic Rock, grazie alla corposa presenza della compagine strumentale elettrica.
La grazia malinconica di un’epica colonna sonora accompagna “Enlightement” e “Fear“, mentre “Virgin Death” emerge come un brano quasi teatrale, in cui il violoncello diviene protagonista, esattamente come in “Elegy“, il brano bilingue in collaborazione con Andrea Casanova (Rainover ndr).
Dall’aspetto di una vera e propria danza, emerge “Surrender“, che si dispiega da un iniziale introduzione spagnoleggiante in simil flamenco, verso un pacato tango, mentre “Burning Fire With Fire” presenta melodie che richiamano i lontani paesi arabi: due piccole deviazioni che, però, non risultano affatto fastidiose.