MY REFUGE – A Matter Of Supremacy

I My Refuge si affidano all’ottima Bakerteam Records per il loro album d’esordio “A Matter Of Supremacy“, prodotto davvero molto curato sia musicalmente che esteticamente, con un artwork suggestivo e molto elegante; questo gruppo italianissimo, proveniente da Varese, ha alle spalle una notevole esperienza live e due EP autoprodotti, “3407 – Pictures Of An August Night” (2010) e “Living In Anger” (2013), lavori che hanno riscontrato ottime recensioni internazionali.

Lo stampo è quello dell’Heavy metal più classico, con notevole inclinazione power: la prima impressione con i My Refuge riporta senza dubbio alla mente gruppi storici come Crimson Glory, Iron Maiden, Rage, Helloween e Blind Guardian, nomi ai quali senza dubbio i nostri sono debitori. Ma la nostalgia si ferma qui, perchè la band dimostra subito di avere la sua personalità ben definita, con naturali luci ed ombre. Troverete in questo lavoro una massiccia iniezione di Progressive Rock e di tanto in tanto, la malinconica presenza del dark ottantiano.

Si parte con la grandissima energia di “A Storm Is Coming“, squisitamente power e di ottimo impatto, mentre la successiva “The Cage” mostra un lato più oscuro e complicato, con melodia ipnotica. Molto interessante è l’incalzante “Calling Of The Wind“, con una prestazione davvero incantevole del versatile singer Davide Vella, impreziosita dalla persenza di cori epici, fedeli alla tradizione del power teutonico. Incursione nel progressive con “Endless Night”, ambiente in cui i My Refuge dimostrano di sapersi muovere, ma di poter anche migliorare: ottima prova tecnica, meno riuscita sull’originalità e sul coinvolgimento.
Decisamente il tiro si alza con  “Living in Anger” e  “This Wall”, massicce e potenti, seguite da “The Raven“, uno dei pezzi migliori di tutto il lavoro, ispirato ed incisivo: il cuore pulsante di  “A matter of supremacy” è in questo trittico di altissima qualità.
“Empty Room” è un sospiro, un momento di leggerezza in mezzo a tanto clamore, dotato di profonda espressività.
Il gruppo gioca ancora la carta dell’originalità con la bella “On Wings of Wax”, un susseguirsi di esplosioni power e note che precipitano nell’abisso, per poi rimbalzare fino alla conclusiva “Somewhere”, che sottolinea ancora una volta l’amore devoto per i Blind Guardian, ma anche per le costruzioni dirette ed efficaci del classic metal.

La tradizione power italiana è senza dubbio presente, specialmente nelle linee vocali, ma i My Refuge possono essere notevolmenti soddisfatti per la prova di carattere che ci hanno fornito con un album che si rifà ai grandi, ma con gradevoli richiami e non con fastidiose imitazioni. Un ottimo debutto, che lascia presagire ulteriori margini di miglioramento, specialmente nel songwriting e nella coesione generale.