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HUNTRESS – Static

In termini di marketing esistono tre aspetti che le band sottovalutano o cui non danno il minimo peso: il nome, l’artwork e il titolo dei dischi. Sul nome, volendo, si potrebbe parlare all’infinito, ma nei restanti punti risiedono le insidie maggiori: un artwork fine a sé stesso e poco curato non invoglia a comprare e, tanto meno, un titolotto scialbo non solletica la probabile audience pagante pecunia.

E per questo terzo lavoro gli Huntress hanno tutte le carte in regola: un nome figo (in fondo rimane in testa subito), un artwork accattivante (e di impatto) e un titolo perfetto! Infatti “Static” non potrebbe riassumere al meglio quanto contenuto nelle dieci tracce: un piattume heavy metal disegnato per permettere a Jill Janus di fare la (sola) differenza, tralasciando quel bilanciamento musicale che dovrebbe sussistere in ogni disco. Sembra, purtroppo, che la freschezza del primo lavoro sia scemata totalmente, al punto da far supporre che questa nuova uscita sia il pedice della carriera del quintetto americano.

Mediocrità di idee rese ancora meno accessibili da una produzione tutt’altro che accattivante, anche se parrebbe seguita con efficacia; i suoni sono potenti e diretti ma mancano di amalgama e ogni singolo strumento sembra che provenga da un suo mondo a parte. Le performance dimostrano che l’intensa attività live degli ultimi anni ha fatto fare progressi ai musicisti e, se non altro, porta in pompa magna le carature interpretative. Jill Janus, in particolare, dimostra di voler portare il proprio livello di singering a uno stadio più ampio e diversificato, anche se le strutture delle songs non le permettono immense virate evolutive. Mixing e mastering fanno il loro dovere senza infamia e senza lode, cercando di portare la presa live della band su traccia.

Sorrow”, “Brian” e “Noble Savage” tutto sommato sono delle ruvide marce metalliche che si lasciano ascoltare, anche se certe scelte strutturali non si dimostrano azzeccatissime. “Mania” e “Harsh Times On Planet Stoked” provano a metterci al cospetto di una maggiore varietà stilistica, ma il filo conduttore continua a mancare e finisce per perdersi in episodi come “Flesh” e “Four Blood Moons”.

Static” è un dischetto che non riesce a rimanere permeato nei timpani nemmeno dopo molteplici ascolti; gli Huntress saranno anche un act dal forte piglio live ma in sede di studio sembra abbiano già detto tutto e si accontentino del compitino a casa. Mah.

  • 5,5/10

  • HUNTRESS - Static

  • Tracklist

    01. Sorrow
    02. Flesh
    03. Brian
    04. I Want To Wanna Wake Up
    05. Mania
    06. Four Blood Moons
    07. Static
    08. Harsh Times On Planet Stoked
    09. Noble Savage
    10. Fire In My Heart


  • Lineup

    Jill Janus: Vocals
    Blake Mehal: Guitars
    Ian Alden: Guitars
    Eric Harris: Bass
    Carl Wierzbicky: Drums