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THY CATAFALQUE – Sgùrr

Quando si tratta di ‘avant-garde metal’ bisogna sempre andare con i piedi di piombo, perché il rischio di trovarsi al cospetto di cacofonie discografiche è dietro l’angolo; sembra sia diventata una moda sedersi davanti a un computer, registrare un ensemble sonoro di dubbia qualità e propinarlo come un viaggio musicale unico e mistico, dove il paravento ‘non è per tutti’ pone al riparo dalle mine della critica.
Ma nel caso dei Thy Catafalque si può star tranquilli…con una storia quasi ventennale, Tamás Kátai è stato artefice di un cambiamento innovativo che ha trasformato la propria band da black/death oriented a uno degli act più avvincenti e contaminati. A quattro anni dall’album della svolta, quel “Rengeteg” che ha anche visto cambiare i Thy Catafalque da band a one man band, il mastermind ungherese decide di riprendere il percorso di esplorazione e di scendere maggiormente nell’introspezione musicale. “Sgùrr” è un viaggio che riprende in mano tutte le sfaccettature della discografia della band, graffiando e lenendo le ferite con meticolosità e audacia.
La produzione è feroce e assassina, capace di far perdere il senno dopo ascolti ripetuti, mentre i suoni sono massicci e dinamici. Le performance mostrano come l’abbinamento tra intelligenza compositiva e caparbia performante possano essere un vero fiore all’occhiello, ponendo in auge le enormi abilità di Tamás Kátai in termini esecutivi, mentre mixing e mastering riescono a creare quel pathos di dinamicità troppo tralasciato nelle produzioni moderne.
Tra le due parti di “Zúgó”, poste agli antipodi dell’album, l’itinerario mostra una variegazione di stili e di implementazione davvero efficace. “Alföldi Kozmosz” fa venire le vertigini per il numero di influenze inserite, mentre episodi come “Jura” faranno la felicità di chi ama blast beats e tempi vertiginosi. Da applausi le suites “Oldódó Formák A Halál Titokzatos Birodalmáb” e “Sgùrr Eilde Mòr”, esempi di progressione musicale intelligente, mentre in altri momenti come “Élő Lény” e la orchestrale “Keringo” fuoriesce una vena meno sperimentale e diretta.
Recensire dischi come questi è molto difficile, perché i rischi di lodi eccessive o di scarsa attenzione possono traviare. A mio parere i Thy Catafalque hanno capito in che modo si possa essere ‘avant-garde’ senza divenire eccessivamente autocelebrativi o insensati. Piccolo capolavoro.

  • 8,5/10

  • THY CATAFALQUE - Sgùrr

  • Tracklist
    1. Zúgó
    2. Alföldi Kozmosz
    3. Oldódó Formák A Halál Titokzatos Birodalmáb
    4. A Hajnal Kék Kapuja
    5. Élő Lény
    6. Jura
    7. Sgùrr Eilde Mòr
    8. Keringo
    9. Zúgó

  • Lineup
    Tamás Kátai: Vocals, Guitars, Bass, Keyboards & Programming
    Guest musicians:
    Dimitris Papageorgiou: Violin
    Balázs Hermann: Double Bass
    Zoltán Kónya: Additional Vocals
    Ágnes Sipos: Soprano
    Viktória Varga: Narration