Dieci anni di attività, e già una prima rivoluzione si prospetta sullo scenario: davanti a “Black Lines” sorge spontaneo chiedersi se si tratti ancora, o meno, dei Mayday Parade, che giunti al quinto album studio indossano una veste che richiama solo lontanamente lo stile adottato nelle produzioni precedenti.
Del Pop Punk di “A Lesson In Romantics” restano ben poche reminiscenze, in “Underneath The Ride” e “One Of Us“, che, anche se per poco, tradiscono l’ascoltatore, conducendolo ai Green Day di qualche anno addietro.
“Black Lines” è, invece, un album Rock, come si presenta a partire dalla opener “One Of Them Will Destroy The Other“, che senza un’attesa intro strumentale, catapulta l’orecchio di chi ascolta direttamente nel pieno di ritmiche e riff chitarristici imponenti, che, senza riserve verranno, riproposti per gran parte della produzione, come testimoniano interamente “Hollow“, dal basso protagonista, “All Of Me” e “Until You’re Big Enough“.
In un lavoro che spicca per innovazione, non può assolutamente mancare la sperimentazione, chiara in “Just Out Of Reach“, un brano tipicamente Alternative, con una conclusione affidata alle tastiere soliste, che, seppur lievemente, già dal titolo aggiunge all’insieme una venatura di quel genere definito Christian Rock.
Pop-oriented le tranquille “Letting Go” e “Let’s Be Honest“, lento e malinconico l’incipit della ballad “Narrow“, che riporta l’ordine, disturbato dalla calma piatta, con l’entrata della strumentazione elettrica.
Sebbene si mostri come un album abbastanza anonimo, “Black Lines” risulta essere una produzione piacevole, scorrevole all’ascolto, e anche ben pensata nella sua costruzione strutturale. Una nuova veste Mayday Parade: chi ha mai detto che l’inaspettato è fuori moda?