Ancora una volta i Serenity hanno fatto centro con il loro nuovo album, “Codex Atlanticus”, in uscita il 29 gennaio. La band austriaca, che si distingue per il bellissimo timbro del frontman Georg Neuhauser, dimostra di continuare ad essere a proprio agio nel symphonic power metal, a cui aggiunge anche un tocco di progressive, con il risultato di non risultare mai banale in un genere già fin troppo esplorato e rimaneggiato.
Carico di arrangiamenti orchestrali, riff, melodie e canzoni che potrebbero essere delle colonne sonore perfette nei film, “Codex Atlanticus” è ispirato alla vita di Leonardo Da Vinci e ci trasporta nel mondo degli Illuminati, dell’arte e della scienza. Georg Neuhaser ha dato il massimo dal punto di vista compositivo, musicale e dei testi, e anche dal punto di vista vocale: la sua performance è impeccabile, la sua voce è calda e dolce nelle note più basse ma è anche pronta ad esplodere al momento giusto.
La title track strumentale, scelta come brano di apertura, ci trasporta nella storia e preannuncia l’epicità di tutto il disco, la quale si coglie subito dalla seconda traccia “Follow Me”, seguita da “Sprouts Of Terror”, con un ritmo più veloce e l’aggiunta di una seconda voce maschile più potente. “Iniquity” e “Reason” sono delle vere e proprie perle, che alternano momenti soft ad altri più grandiosi: raccolgono l’essenza dell’album, le melodie entrano in testa e non se ne vanno più.
Continuando l’ascolto scopriamo un’influenza folk in “My Final Chapter”, un’atmosfera da brivido in “The Perfect Woman”, mentre con “Caught In A Myth” e “Fate Of Light” si ritorna al tipico e classico sound dei Serenity. Traccia più power è “Spirit In The Flesh”, mentre la traccia di chiusura, “The Order”, dopo un intro col pianoforte, esplode in un refrain straordinario.
I Serenity hanno colto nel segno anche con questo album, continuando la loro carriera discografica all’insegna di un metal sinfonico e teatrale, toni epici e voce sorprendente: un must per tutti i fan del symphonic e melodic metal.
