Il termine ‘semplicità’ è spesso oggetto di parafrasi inimmaginabili e abusi impropri, passando dal felice e genuino significato originale a mero telo atto a celare la mediocrità; considerando anche, nell’ipotesi migliore, che siano cuore e passione a dettare l’arte, non si possono ovviare la mancanza di idee e la scarsa attitudine compositiva definendo la propria proposta con gli aggettivi ‘semplice e diretta’.
Ne sono esempio gli inglesi C.O.P. UK, sestetto dal discreto passato che trova in questo “No Place For Heaven” il proprio debut. L’hard rock scarno e polveroso si unisce a un collage di melodie e sezioni ritmiche tipiche dell’heavy metal più leggero, ponendo la band come portavoce di un messaggio ‘easy&impacting’ che potrebbe anche essere vincente; ho usato il condizionale a proposito in quanto ciò che ne esce è un supporato di riff triti e ritriti uniti a melodie che spaziano tra l’aor e lo street, finendo per apparire come un lavoro da mestieranti scaltri e niente di più.
La produzione è studiata sui tipici canoni dell’hard rock più potente e quadrato, con la tipica verve stradaiola che caratterizza ogni singolo solco; i suoni sono roventi e puliti mentre le performance denotano una band che ha già un discreto bagaglio sulle spalle, specie il singer Dale Radcliffe che si rende protagonista di un camaleontismo interpretativo da non sottovalutare. Mixing e mastering permettono di godere di un sound corposo e di un act unito e compatto sul cui tiro non c’è da discutere.
Purtroppo la pecca vera e propria sono i brani…nel ‘basilare’ mondo dell’hard rock è molto difficile trovare il giusto modo per rendere una canzone accattivante e, purtroppo per noi, questo accade solo nella ariosa “My Blood” e nella ‘journeiana’ “Kiss Of An Angel”, gli episodi migliori del platter. E se qualche sorriso riescono a strapparcelo il singolone “Catch Me If You Can” e “One In A Million”, dall’altra parte episodi come “The Core”, “Take It To The Grave” e “Burn Hell” appaiono opachi e senza un leifmotiv che possa minimamente attrarre.
Non tutte le band scelgono di ‘evolvere’ un genere ma ogni disco dovrebbe sempre nascondere un mondo pronto ad esplodere per poter essere amato; “No Place For Heaven” è un disco da viaggio in macchina, dove l’importante è avere una compagnia solare che non distolga la concentrazione dalla strada.